Pesaro Capitale italiana della cultura 2024:”La cultura contro il monopolio del pensiero unico.”

da Pietro Cusati ( Giurista- Giornalista)

 

 

 

 

 

 

 

Da Bergamo e da Brescia il testimone passa a Pesaro,più di otto mila  persone  hanno salutato con una ovazione il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla cerimonia che ha dato il via agli  eventi che si terranno nel corso dell’anno 2024 nei 50 Comuni della provincia di Pesaro, ognuno protagonista con il progetto “50×50 Capitali al quadrato” . I cittadini di Pesaro e dei Comuni della provincia  si apprestano a vivere con orgoglio , quest’anno da “Capitale italiana della cultura. Cultura è conoscenza. Ma anche coscienza.Ci vogliono intelligenza e coraggio per battere strade nuove.Pesaro si propone quest’anno di far interagire arte, natura e tecnologia. La Senatrice Segre ha inviato un messaggio,Paolo Bonolis  ha brillantemente condotto l’evento. ‘’La cultura è sapere, creatività, emozione, passione, sentimento,  è il presupposto delle nostre libertà, inclusa quella di stare insieme. La cultura  non sopporta restrizioni o confini, che pretende il rispetto delle opzioni di ogni cittadino, che respinge la pretesa, di pubblici poteri o di grandi corporazioni, di indirizzare le sensibilità verso il monopolio di un pensiero unico ‘’,lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all’inaugurazione di Pesaro capitale italiana della cultura 2024.  La cultura, libera da ogni ideologia, mai separata dalla vita quotidiana e dall’insieme dei diritti e dei doveri scanditi dalla Costituzione. Diritti e doveri che ci rendono e ci fanno sentire partecipi della comunità nazionale, cui conferiamo vita con le nostre diversità” .: “Quella cultura che, proprio per la natura dei processi storici che hanno caratterizzato il progressivo divenire dell’Italia, è fatta di rapporti con i Paesi vicini, con gli altri popoli, con le aspirazioni proprie alla dimensione europea. La cultura delle cento Corti, dei Comuni autonomi, dei tanti mecenati che hanno dato vita all’impareggiabile patrimonio culturale che oggi l’Italia offre al mondo. Una civiltà fondata sull’umanesimo, che parla al mondo essendo riuscita a porre alle proprie fondamenta la dignità e la libertà della persona, l’uguaglianza dei diritti, la partecipazione solidale al bene comune”.Dal patrimonio culturale, “dalla civiltà che ne è derivata, viene un appello alla responsabilità”, . “Responsabilità  di capitalizzare il valore della libertà della cultura oggi e per l’avvenire, insieme alla consapevolezza che si tratta di un patrimonio indivisibile per tutta l’umanità”.L’Unità d’Italia ha trovato con la Repubblica e il conseguente rispetto del sistema delle autonomie – per millenni, tanta parte della nostra tradizione – la possibilità di raccogliere il meglio delle tradizioni civiche delle nostre popolazioni e di esprimerle e consolidarle nei valori di coesione sociale alla base del nostro patto costituzionale.È la cultura espressa in tutti i questi luoghi, con le sue diverse sensibilità e la sua irriducibilità a pretesi stereotipi, a essere alla base di tutto questo. Una civiltà fondata sull’umanesimo, che parla al mondo essendo riuscita a porre alle proprie fondamenta la dignità e la libertà della persona, l’uguaglianza dei diritti, la partecipazione solidale al bene comune .Le guerre che si combattono ai confini d’Europa ci riguardano .Non soltanto perché il vento delle morti, delle distruzioni, degli odi percorre le distanze ancora più rapidamente di quanto non facciano le armi e incide sulle nostre esistenze, sulle nostre economie e soprattutto sulle nostre coscienze. Ci riguardano perché l’Europa, rinata nel dopoguerra, ha iscritto la parola pace nella sua identità.

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