da Dr Alberto Di Muria
Padula-Elevati livelli di colesterolo LDL, definito “cattivo”, sono il primo fattore di rischio per le cardiopatie ischemiche e battono fumo, diabete, ipertensione e obesità. Le cardiopatie ischemiche rappresentano la prima causa di morte (20%) fra le malattie cardiovascolari, che a loro volta si confermano la prima causa di morte nel mondo occidentale.
Quel che è più importante è che non solo l’ipercolesterolemia è in aumento, oltre il 35% della popolazione ne soffre in modo conclamato, ma che circa il 40% non sa neppure di avere livelli superiori alla a norma.
Sebbene le statine riescano a tenere sotto controllo il colesterolo nella gran parte dei casi, esistono ancora pazienti ad alto rischio che non raggiungono livelli di LDL ottimali, precisano gli esperti. Inoltre, un numero sorprendente di pazienti con ipercolesterolemia è largamente sotto trattata e non raggiunge il proprio target terapeutico. Il suggerimento dei cardiologi è dunque un maggior impegno per il raggiungimento e il mantenimento di livelli target che oggi secondo le ultime indicazioni si attestano sui 70-90 mg/dl. Occorre ricordare concludono, che bisogna valutare tutte le opzioni terapeutiche adattandole al singolo caso e alla sua capacità di raggiungimento e mantenimento del target o meno.
Il colesterolo alto tende a essere ereditario, anche se la principale ragione degli alti livelli di colesterolo è il mangiare troppo cibo contenente grassi e colesterolo. Alcune persone, tuttavia, hanno problemi medici che possono aumentare i livelli di colesterolo; tali malattie includono diabete, obesità, malattie genetiche o una ghiandola tiroidea che non funziona correttamente. Anche lo stress può aumentare i livelli di colesterolo, o direttamente o perché porta a mangiare più cibi grassi.