INCHIOSTRI E TATUAGGI.

da Dr. Alberto Di Muria
Padula-Se il consiglio, per chi ama i tatuaggi, è di rivolgersi sempre a tatuatori specializzati, il rischio per moltissimi è di affidarsi a mani sbagliate, che spesso dimenticano le norme più elementari di igiene, come l’uso di strumenti “usa e getta” contro il rischio epatite C.
Pericoli più nascosti però si hanno anche per i tatuaggi temporanei, che durano da 3 giorni a qualche settimana. In molti casi gli inchiostri commercializzati possono essere un mix di henné con altri ingredienti come la parafenilendiamina (PPD), con potenzialità fortemente allergizzanti. Nei casi peggiori, addirittura, vengono usate direttamente le tinture per capelli. L’obiettivo è avere un tatuaggio più scuro e che duri di più nel tempo.
L’Ufficio sui cosmetici dell’Agenzia del farmaco americano (FDA) ha diffuso una nota di allerta per i casi crescenti di reazioni gravi nella popolazione. I problemi vanno dal rossore, bolle, lesioni e perdita di pigmentazione all’aumento della sensibilità all’esposizione solare, fino alla deturpazione permanente.
Nel caso, il primo consiglio è di andare dal dermatologo; nell’attesa si può ricorrere ad una crema antinfiammatoria. Ce ne sono con o senza cortisone. Utili sono gli impacchi con acqua Dalibour, tramite garza bagnata ben strizzata riduce il fastidio e abbrevia i tempi di guarigione.
Un altro fenomeno in aumento sono le allergie, infezioni gravi e reazioni anomale della pelle, dovute ai nuovi inchiostri usati per i tatuaggi in generale. Gli inchiostri moderni contengono coloranti azoici, gli stessi usati nell’industria tessile, della stampa e nelle vernici delle automobili e pigmenti derivati della plastica. Questi composti si trovano nei colori rossi brillanti, corallo e gialli. Si è registrata una anomala associazione con la sarcoidosi, malattia autoimmune che si presenta con granulomi ma che può anche evolvere negli organi interni. Le reazioni della pelle possono anche essere confuse con il carcinoma squamo cellulare oppure nascondere il melanoma, con il rischio di una tardiva diagnosi

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