Aldo Bianchini
TEGGIANO (SA) – Pertini è sempre Pertini, comunque e dovunque. E’ questo, molto verosimilmente, l’essenza dello straripante successo popolare di un uomo e di un politico che è stato in grado di sferzare nel modo giusto e nel momento opportuno le coscienze di tutti noi italiani e di ogni ceto sociale.
Con la sua ineccepibile tenuta umana, morale, trasparente ha tracciato per tutti noi la strada maestra della grande democrazia, soprattutto quella che esprime precisi e definiti confini. Tutti ricordano le immagini dell’ 11 luglio 1982 con le sue esuberanti esultazioni dallo stadio Bernabeu in Spagna dove la nazionale di calcio inflisse quel pesante 3 a 1 alla Germania Ovest, ma non tanti ricordano invece i momenti in cui quelle esuberanti esultazioni si trasformarono, spesso, in violente reprimende verso la classe politica governante che non rispondeva ai suoi ideali modelli di gestione della cosa pubblica. E’ sufficiente ricordare la sua sferzata a tutta la Nazione quando appena atterrato nel campo sportivo di Laviano, stretto al braccio del sindaco Salvatore Torsiello, chiamo alle loro responsabilità tutte le istituzioni del Paese.
Ma sarebbero davvero tanti gli episodi che hanno caratterizzato la sua tumultuosa vita durata dal 1896 al 1990 quando a causa di una banale ma tragica caduta casalinga esalò l’ultimo respiro nella giornata del 24 febbraio 1990.
Lunedì scorso, 4 dicembre 23, nell’aula consiliare del comune di Teggiano intitolata al compianto sen. prof. Antonio Innamorato (senatore della repubblica e sottosegretario di stato alla pubblica istruzione), la figura del “presidente più amato dagli italiani”, grazie alla volontà del sindaco Michele Di Candia, è stata ricordata (con una cerimonia ben organizzata, suggestiva ed a tratti anche emotivamente coinvolgente) dall’ex ministro per le aree urbane on. Carmelo Conte, da Angelo Caramanno (presidente del consiglio comunale di Salerno e figlio di quel Caramanno che per molti anni ha gestito la macchina organizzativa dell’Ente Provincia di Salerno), da Rada Innamorato (figlia del compianto senatore), da Cono Federico (vice direttore generale della Banca Monte Pruno) e da Carmelo Bufano (autore del libro “C’era una volta il PSI da queste parti d’Italia”).
Protagonista della splendida cerimonia è stato Giuseppe Coiro (figlio d’arte di Agostino, autista del presidente Pertini) che ha ricordato suo padre (deceduto un paio di mesi fa) passando attraverso alcuni oggetti (pipe, bastone, foto e macchina da scrivere) che gli erano stati regalati sia dal presidente che dal compianto sen. Enrico Quaranta.
Fatta la cronaca, mi piace a questo punto evidenziare una frase esternata dall’ex ministro Conte che rivolgendosi a Carmelo Bufano ha detto: “Caro Carmelo, da queste parti d’Italia il PSI c’è ancora”; una frase sottolineata da scroscianti applausi che ha aperto negli osservatori più attenti la mente sul perché, solo per fare un esempio, dalla cerimonia mancava Enzo Mattina (giornalista, eurodeputato dall’84 al 94 e deputato nazionale dal 94 al 96, socialista) che più di tutti quelli presenti lunedì mattina ha avuto modo di conoscere direttamente il presidente Pertini al quale, primo in Italia, intitolò una piazza di Buonabitacolo nel 1990 quando era sindaco. E nessuno ricorda che lo stesso Pertini lo volle al Quirinale per rigraziarlo e premiarlo per la sua azione di trasparenza che aveva portato la Procura di Napoli ad identificare i componenti di un’associazione camorristica che faceva contrabbando di calcestruzzo nel dopo terremoto.
Ebbene l’ex parlamentare Mattina, così come il compianto Innamorato, ha rappresentato un bel pezzo di storia del socialismo valdianese, e non solo.
Ed è mancata anche una testimonianza del segretario nazionale del rinnovato PSI, avv. Enzo Maraio, che comunque si accinge ad organizzare per metà dicembre la Direzione Nazionale del PSI nella Certosa di Padula per ricordare il famoso consiglio dei ministri tenuto da Bettino Craxi 42 anni fa nello storico monumento.