Aldo Bianchini
SALERNO – Mentre i due ministri (difesa e giustizia) se la stanno già facendo sotto e cercano di correre ai ripari da eventuali ritorsioni di quella parte di Pubblici Ministeri (PM) palesemente politicizzati, ecco arrivare sulla scena l’eccesso del primo magistrato contro la politica: il caso del rinvio a giudizio del meloniano Andrea Delmastro (sottosegretario al Ministero della Giustizia) per il “caso Cospito” che evidenziò uno strascico incredibile di “violazioni del segreto istruttorio”:
- ROMA «Rinviato a giudizio». La notizia piomba in un Transatlantico poco affollato dopo l’ora di pranzo. E assesta un nuovo strattone alla corda già tesa dei rapporti tra politica e toghe. Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia, dovrà andare a processo per gli strascichi del caso Cospito. L’accusa è rivelazione di segreto d’ufficio: Delmastro, secondo i pm (che pure in due diverse occasioni hanno chiesto di non andare avanti con il procedimento), avrebbe condiviso il contenuto di alcuni documenti coperti da segreto con il collega deputato e all’epoca coinquilino Giovanni Donzelli. Che poi aveva utilizzato quelle informazioni per attaccare in Aula un gruppo di parlamentari del Pd, andati a far visita in cella all’anarchico in sciopero della fame contro il 41 bis.
Fatto stranissimo che incomincia ad evidenziare strappi all’interno della stessa magistratura, perché se da un lato il pm Paolo Ielo ha chiesto al Gup l’archiviazione del “caso Cospito” nonostante lo stesso Gup avesse già ordinato l’imputazione coatta, il GUP scavalcando decisamente e definitivamente la Procura ha disposto il rinvio a giudizio del malcapitato Delmastro. Ovviamente si vedrà in aula cosa accadrà.
Questo, a mio sindacabile giudizio, potrebbe essere il primo vero tentativo di golpe di quella magistratura politicizzata contro il “governo Meloni” che secondo i più indemoniati PM “porta la Nazione verso una deriva democratica”.
Ma la bomba vera, molto probabilmente, non è ancora arrivata.
E ritorna d’attualità la barzelletta del fantomatico segreto istruttorio che colpisce ancora per via della sua inossidabile e perpetua tracimazione dalle regole del gioco; in pratica l’Ufficio del PM (composto dal magistrato, dai suoi collaboratori, dalle forze dell’ordine e dai CTU) da anni è un vero e proprio colabrodo dal quale vengono scolate notizie succose e molto spesso letteralmente devianti,
La prova può essere individuata nella trasmissione televisiva “Quarto Grado” condotta da Gian Luigi Nuzzi che l’altra sera (venerdì 1 dicembre 23) seguiva in diretta sia il lungo interrogatorio di Filippo che l’altrettanto lunga autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin; ebbene nella diretta televisiva arrivavano notizie dall’una e dall’altra parte, quasi uno stillicidio di piccole rivelazioni alla stregua di una presenza diretta del giornalista nella stanza blindata del carcere e nella fredda sala mortuaria dell’accertamento autoptico.
Un fatto che pone al centro del dibattito l’unica domanda possibile: “Come è possibile non scoprire e punire i delatori di una violazione tanto palese del segreto istruttorio ormai diventato segreto di Pulcinella ?”.
Ecco, la politica se vuole cominciare a rimettere in equilibrio i vari poteri dello Stato deve cominciare proprio dell’Ufficio del PM demolendolo e ricostruendolo senza tante chiacchiere e perdita di tempo come stanno facendo i due ministri falsi canterini Crosetto e Nordio utilizzati come pedine di scambio.
Insomma la “stagione dell’opposizione giudiziaria” al governo di centro destra è appena cominciata.