SANITA’: da Sapri a Polla … sempre ultimi siamo ?

 

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – E’ destino ormai segnato dall’attualità ma anche dalla storia di questi ultimi decenni che hanno segnato, forse, un declino inarrestabile dei plessi ospedalieri di Sapri e di Polla nonostante gli ultimi colpi di coda che il consigliere regionale on. dr. Tommaso Pellegrino ha cercato di dare con l’attivazione nel plesso di Polla delle prime chemioterapie, un servizio sanitario assolutamente utile.

L’on. Pellegrino si sta realmente impegnando al meglio anche al fine di ridurre sempre di più gli spigolosi contrasti che hanno da sempre contraddistinto i due plessi ospedalieri che invece di collaborare se le sono, spesso, suonate di santa ragione.

In pratica l’on. Pellegrino ha realizzato ciò che a tanti non era mai riuscito; ha convinto il medico specialista (una donna) che a Sapri già svolge questo servizio a spostarsi un paio di volte in settimana da Sapri a Polla per offrire a tanti pazienti la possibilità di curarsi nel proprio territorio e nel proprio ospedale.

Purtroppo sui due plessi ospedalieri grava il pesantissimo giudizio dell’AGENAS (l’genzia per i servizi sanitari regionali) che ha individuato gli 8 ospedali d’Italia in fondo alla classifica nazionale; lo ha svelato il 27 ottobre 2023 il giornale “Il fatto quotidiano” con un lungo articolo a firma di Alessandro Mantovani che tra agli 8 peggiori ospedali inserisce tre della provincia di Salerno: Nocera Inferiore, Polla e Sapri:

  • In fondo alla classifica degli ospedali italiani ce ne sono otto, tutti pubblici. Tre si trovano in Campania: Umberto I di Nocera Inferiore, Luigi Curto di Polla e Immacolata di Sapri … il monitoraggio di Agenas, l’Agenzia per i servizi sanitari regionali, ha rilevato almeno cinque volte “standard di qualità molto bassi” tra i numerosi indicatori presi in esame nel Programma nazionale esiti (Pne), che fotografa le condizioni della nostra sanità nelle diverse aree (cardiovascolare, chirurgia generale, chirurgia oncologica, osteomuscolare, respiratorio, gravidanza e parto, nefrologia: ma ovviamente non tutti gli ospedali fanno tutto).
  • Nocera Inferiore, in estrema sintesi, muoiono troppi pazienti rispetto all’atteso a 30 giorni da scompensi cardiaci, ictus o interventi al colon, mentre sugli infarti va meglio; si registra un eccesso di parti cesarei; se un anziano si rompe un femore è improbabile che sia operato nelle 48 ore indicate dai protocolli, mentre chi si opera di protesi d’anca ha un rischio consistente di tornare in ospedale nelle 4 settimane successive.
  • Polla vanno meglio sulla cardiologia, il femore e i cesarei, peggio sulla gestione dei (pochi) interventi alla colecisti.
  • Come a Sapri, dove invece c’è un’alta mortalità dopo ricoveri per infarto acuto e interventi al colon e sul versante protesi/femore gli indicatori sono tutti negativi.
Plesso ospedaliero di Sapri

Ecco perché l’iniziativa dell’on. Pellegrino assume una valenza molto positiva, anche se qualcuno cerca da farla passare come una mossa più propagandistica che estremamente valida.

Val bene la pena, a questo punto, ricordare che un tempo l’ospedale Luigi Curto di Polla fu in testa a tutte le classifiche nazionali inerenti la mortalità ospedaliera; un’apposita commissione accertò che a Polla in quell’anno erano morti soltanto cinque pazienti mentre, manco a dirlo, a Sapri ne erano stati contati circa trecento.

La gloria, purtroppo, durò poco perché presto si scoprì che a Polla i pazienti venivano dimessi poco prima della morte; e ovviamente fu polemica.

 

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