da Pietro Cusati (giurista – giornalista)
La capitale d’Italia è stata la prima città ad istituire nel 2003 il Garante delle persone detenute, mentre nel 2016 è stato istituito il Garante nazionale. Il sistema carcerario necessita di una profonda riforma. I garanti dei detenuti sono un elemento fondamentale di civiltà nella concezione della modernità verso la figura del reo e della funzione della pena. Nessuno meglio dei Garanti conosce meglio degli altri la condizione dei detenuti. “Una buona percentuale di detenuti sconta una pena per reati minori. Ma l’espiazione della pena non dovrebbe essere necessariamente affidata alle sbarre e ai catenacci: servono soluzioni alternative, che in parte già esistono, su cui stiamo lavorando”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo al convegno “Tra storia e prospettiva – Vent’anni di Garante di Roma Capitale e dei Garanti territoriali delle persone private della libertà”. Il Guardasigilli, chiarendo che “ci sono reati che non possono immaginare la libertà di chi li ha commessi, a partire da quelli di sangue”, ha spiegato che “queste forme di espiazione non si possono eseguire senza una collaborazione strettissima con le realtà territoriali”. La garante capitolina Valentina Calderone ha detto che : “è una manifestazione che vuole ribadire un impegno iniziato 20 anni fa. L’importanza della presenza in questa giornata testimonia la continuità e l’interesse nei confronti di un tema difficile che spesso viene sottovalutato” perché “promuovere i diritti dei detenuti vuol dire garantire più sicurezza per tutti”. “Un percorso lungo e complicato ma che ci ha insegnato che dietro le sbarre non si annullano diritti del cittadino”. In questi 20 anni “non tante cose sono cambiate. Sicuramente aver moltiplicato le istituzioni che hanno accesso agli istituti è importante. La strada, infatti, ha permesso di decretare che la presenza di persone competenti nelle carceri è fondamentale”. La classe politica, però, è stata la considerazione del primo garante capitolino, Luigi Manconi “fa fatica ad accettare che siano necessari come l’aria che respiriamo istituzioni di garanzia. In Italia manca ancora un’autorità indipendente per la tutela dei diritti umani. Una carenza che pone agli ultimi posti il nostro Paese per rispetto dei diritti umani e degli stessi patti che l’Italia ha sottoscritto”.