Cocktail si, ma ristretto

di Antonio Cortese (giornalista)

Sembra finita l’era dei famosi “shot” in voga dagli anni novanta e anche usi e abusi alcolici di quelle generazioni vanno calando; però volendo in prossimità delle feste natalizie corroborarsi dai geli invernali con qualche bevanda innovativa c’è sempre la possibilità di una pausa bar  tipo per il caffè, ma leggermente “spiritosa”.

 

Lo stesso caffè italiano, solitamente ristretto, ben pressato da macchine da ristorazione evolute, non registra i voluminosi numeri di consumo al banco, poiché dopo questi quattro anni le abitudini vanno verso i caffè solubili all’americana, specie in casa ed ufficio e con il dilagare dei distributori automatici. Una tendenza di mercato concausa della minore socialità e possibilità di realizzare pubbliche relazioni fra la gente, quella appunto delle bevande fai da te, e molte persone si sono prima improvvisate barman e sommelier comodamente a casa propria,  poi molte donne specialmente attraverso i social network hanno cominciato a pubblicizzare una miriade di ricette da ristori fatti in casa, dalle usanze della nonna alle acrobazie di art- gourmet.

 

Comunque personalmente anch’io mi permetto di consigliare attraverso il Quotidiano di Salerno questa nuova varietà: il cocktail ristretto.

 

Ad esempio invece del classico rum e pera  o della vodka fruttata, un mini-cocktail con Grand Marnier, tonica e succo di mirtillo in piccole dosi già realizzano quell’ assaggino o aperitivo ristretto per variare sia l’aperitivo stesso che una qualsivoglia pausa per ricaricarsi quando specie nelle feste di Natale si é più in giro, ma senza appunto andare su di giri. Ai lettori non manca poi oramai la fantasia per realizzare ognuno il proprio cocktail ristretto, anche volendolo ordinare nei locali della movida mattiniera, pomeridiana e notturna. Pertanto con l’augurio di un sereno periodo di Avvento, auguro un buon  “Street Cocktail”, anche se la traduzione in italiano suona uguale ma non sarebbe proprio letterale.

 

 

 

 

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