Intervista al prof. Renato Di Gregorio sui risultati conseguiti dall’AS.CO.CI. alla Borsa di Paestum

 

 

da prof. Nicola Femminella (scrittore – storico)

 

Prof. Renato Di Gregorio

Abbiamo partecipato alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, a Paestum, dal  2 al 5 Novembre. L’occasione è servita per avere incontri e contatti con molte categorie di rappresentanti del settore, che si sono fermati al nostro stand, posto all’interno di quello della Regione Campania, per chiedere materiali e notizie sul progetto. Da un anno esso è portato avanti dal prof. Renato Di Gregorio con il nostro apporto, il mio e della prof.ssa Giusy Rinaldi.

L’attuale denominazione del progetto reca:

“La valorizzazione del patrimonio archeologico del Cilento ai fini culturali e turistici. Come “rete  interna dei luoghi e delle storie e come tappa di una “rete dei luoghi e delle storie dei popoli del Mediterraneo”

 

Abbiamo anche ricevuto la gradita visita di alcuni sindaci di località nelle quali abbiamo rilevato giacenze archeologiche che rientrano nel progetto. Questi hanno provveduto ad apporre la propria firma su un documento, dopo aver prodotto il deliberato di Giunta, con il quale hanno aderito alla iniziativa.

Essa è coordinata dal presidente dell’Associazione del Cilento centrale (AS.CO.CI.) e Sindaco di Ascea, avv. Pietro D’Angiolillo, con l’ausilio del vicesindaco, l’avv. Stefano Sansone.

Tale documento, una volta sottoscritto dai sindaci che hanno un patrimonio archeologico di riconosciuto valore, sarà trasferito alla Regione Campania per ottenere il supporto necessario per sviluppare appieno il progetto.

Ancora una volta proficui e particolarmente calorosi gli incontri con l’Assessore al Turismo on. Felice Casucci, la Soprintendente di Salerno, Raffaela Bonaudo, il Presidente del Parco del Cilento Vallo di Diano Alburni, Giuseppe Coccurullo, il Presidente della Provincia di Salerno, Franco Alfieri. Di uguale natura quelli con il Senatore Attilio Pierri e il Consigliere provinciale Pasquale Sorrentino, che supportano l’iniziativa in itinere.

Alla chiusura dell’evento ho ritenuto opportuno comporre l’articolo che qui segue per informare su taluni punti i rappresentanti dell’Università, della Soprintendenza di Salerno, i Sindaci e tutti coloro, sono tanti, che ci stanno fornendo il loro prezioso contributo. Contiene una mini intervista proposta al prof. Renato Di Gregorio, Amministratore di Impresa Insieme S.r.l. e responsabile della Segreteria dell’Associazione dei Comuni del Cilento Centrale (AS.CO.CI.), mentre la Borsa chiudeva i battenti, per proiettarsi verso il 2024.

 

Prof. Nicola Femminella

Egregio prof. Di Gregorio, la partecipazione alla BMTA è stata proficua?

 

È la seconda volta che partecipo alla BMTA e la trovo un’occasione importante per comunicare i risultati del lavoro che facciamo per valorizzare il patrimonio archeologico che la nostra Terra possiede e proporre forme di turismo culturale per visitare i luoghi e ricostruire la nostra storia. La BMTA è anche una grande occasione di apprendimento perché si raccolgono le esperienze che vanno facendo coloro che lavorano nel campo del turismo archeologico e così si rivedono le scelte fatte per perseguire quelle che si dimostrano più avanzate ed efficaci. Le tecnologie che lo sviluppo dell’intelligenza artificiale propone consente una continua evoluzione degli strumenti di rappresentazione del patrimonio archeologico che possediamo e che andiamo costantemente scoprendo e delle modalità per diffonderne la conoscenza e promuoverlo.

Partecipare ai Convegni organizzati nelle sale attigue agli stand della BMTA, consente di  portare a casa un ventaglio di best practice che generosamente i colleghi regalano ai partecipanti. Infine v’è da dire che la BMTA è un luogo di incontri e di relazioni importanti su più piani. Qui si incontrano Amministratori pubblici che determinano e sostengono le politiche culturali e turistiche del nostro Paese e che è difficile incontrare altrove. Allo stesso modo si incontrano professori universitari che fanno scavi e ricerche, agenzie di comunicazione che propongono tecnologie avanzate per promuovere il turismo archeologico, giornalisti di settore, direttori di musei di Paesi diversi, e tanti giovani. Sappiamo che da almeno un anno il presidente dell’Associazione dei Comuni AS.CO.CI, l’avv. Pietro D’Angiolillo, a nome dei 21 Comuni che rappresenta e assieme a suo vicesindaco, l’avv. Stefano Sansone, si è impegnato nel sostenere due grandi progetti: quello della valorizzazione del patrimonio archeologico delle diverse aree che costituiscono “il grande Cilento” e la predisposizione delle condizioni per chiedere al Consiglio d’Europa l’accreditamento della Via dei Focei come Itinerario Culturale Europeo;

 

La presenza alla BMTA ha favorito in qualche modo lo sviluppo di questi due progetti?

 

Possiamo ritenerci veramente soddisfatti del risultato raggiunto. La presenza alla BMTA ci ha consentito di raccontare lo stato di avanzamento del progetto “dei Focei” agli Amministratori regionali, sia sul versante del Turismo che della Cultura, alla presidenza della Provincia di Salerno e del Parco Nazionale del Cilento, Alburni e Vallo di Diano e consolidare l’appoggio al progetto. Ciò è indispensabile perché i nostri partner turchi, spagnoli, e francesi, vanno facendo la stessa cosa con le loro strutture istituzionali, così che il Dossier da presentare al Consiglio d’Europa abbia l’avallo di tutti i rispettivi Governi. Il Ministero della Cultura e il Ministero del Turismo non li abbiamo incontrati alla Borsa, ma li abbiamo incontrati a Roma, nelle rispettive sedi e abbiamo tutto il loro appoggio. Qui, alla Borsa, abbiamo poi lavorato con soddisfazione con Jusep M. Boya I Busquet, il Direttore del Museo della Catalogna, che gestisce dunque anche l’area archeologica del Comune   di   l’Escala   che   uno   dei   partner   del   progetto   “dei   Focei”   Con   lui   e   il   prof.   Luigi  Vecchio, dell’Università   di  Salerno,  abbiamo  condiviso  un   iter  preciso  di  appuntamenti  e   di  lavoro   comune,   che sarebbe stato molto più difficile e oneroso fare altrove.

Sul versante poi del secondo progetto, strettamente connesso con il primo, quello della valorizzazione del patrimonio   archeologico   del   Grande   Cilento,   la   presenza   alla   BMTA   ci   ha   consentito   di   raccogliere   più

agevolmente   le   firme   degli   Amministratori   dei   34   comuni   maggiormente   interessati   all’iniziativa, sul documento che presenteremo al Governatore della Regione Campania per un concreto supporto al lavoro da   fare   nei   prossimi    tre   anni.     L’incontro   con   alcuni   di   essi   ha   consentito   peraltro   di   rilevare esigenze   concrete   di   supporto   a   livello   locale   che   ci   consentono di   pianificare   le   cose   da   fare   e   i finanziamenti da raccogliere.

 

Allora Vi potete dire soddisfatti di come vanno le cose e dei risultati che andate raccogliendo?

 

In  questi giorni della  Borsa  ci siamo rincuorati  abbastanza.  Il  territorio  del Grande  Cilento, dal mare ai monti, dalle aree costiere alle aree interne, non facilita il contatto diretto e la condivisione costante delle azioni   dei   singoli     Amministratori delle   sub   aree.

Inoltre   crediamo   nelle   iniziative   degli Amministratori   più   attivi   e l’intraprendenza di alcune agenzie che li consigliano e li affiancano.

Alcune iniziative a volte ci appaiono contrastanti   con   una   strategia   complessiva   di   valenza   generale   che   noi   attribuiamo   al   modello dell’Organizzazione Territoriale, che si fa da guida. L’incontro invece qui, all’interno della Borsa, ci consente di legare iniziative che prendono spunto da attori diversi e si sviluppano su temi apparentemente diversi così da consolidare ancora di più la rete complessiva. Ad esempio, mentre lavoriamo per aiutare le aree interne a valorizzare il loro patrimonio storico, ambientale, culturale, archeologico integrandole con le aree costiere e costruiamo per tale motivo aggregazioni e associazioni a più livelli,  qualcuno attiva aggregazioni con gli stessi   comuni   per   proporre   itinerari   e   percorsi   nelle   aree   interne.   A   prima   vista   sembrerebbero   due iniziative in concorrenza tra loro. Non è così! Uno degli strumenti fondamentali per godere del patrimonio che la prima iniziativa valorizza è proprio il fatto che ci siano dei percorsi che consentano di conoscere come arrivare sui luoghi proposti. Quindi il raccordo tra le due iniziative è fondamentale. Se ciò si comprende, si comprende anche che i percorsi non devono escludere un’area rispetto alle altre e non si deve continuare a fare la separazione tra aree interne e  aree costiere perché l’una alimenta l’altra e viceversa. Il piano Park Way,   che   noi   teniamo   sempre   a   riferimento   in   AS.CO.CI.,   ha   proprio   previsto   questo stretto abbinamento e ha consentito finora  di progettare  e  realizzare   delle  ciclabili che corrono  lungo  il  fiume Alento e che vanno dal mare ai monti e viceversa.

 

 

Ma perchè lo chiama il “Grande Cilento”

 

Lei sa meglio di me, che ci sono aree territoriali che hanno una loro distintività. Nella brochure che abbiamo portato alla Borsa ne abbiamo  contornato  quattro. In AS.CO.CI. ne abbiamo contornato cinque. Ciò   ci   conferma   che   c’è   un’esigenza   di   rispettare   le   distintività   storiche,   geografiche,   culturali,   di   aree territoriali diverse. Ciononostante, per un’esigenza di mercato, quella che suggerisce la costituzione di aree a “Destinazione Turistica”, la promozione di un unico “Brand” è fondamentale. Le iniziative di promozione nelle fiere internazionali, il rapporto con i buyer, il marketing territoriale, suggeriscono di usare un nome unico, ampio ed evocativo. Il successo del “Salento” è in parte dovuto a questa scelta. Nessuno si ricorda di Maglie, Santa Maria di Leuca, Andrano, tutti però conoscono la parola Salento!.  La scienza dell’Organizzazione ci viene in aiuto in questo senso. La “divisionalizzazione” è un meccanismo organizzativo che ci consente di riconoscerci in un Brand unico e di rispettare comunque le differenze interne, pur stabilendo però degli organi deputati a fare l’uno e l’altro. Ma su questo ci vorrebbe una lezione di organizzazione come quelle che facevo per i miei studenti all’Università.

 

 

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