La sanità salernitana da giudizio.

 

scritto da Salvatore Memoli (avvocato-giornalista)

per “leCronche.it” e per “ilquotidianodisalerno.it”

 

Avv. Salvatore Memoli

A me non piace fare il contrappunto alle cose scritte da altri, soprattutto se portano una firma autorevole. Per me autorevole é Michelangelo Russo che con le sue competenze ha rimarcato che la mala gestio dell’ospedale di Salerno ha tutti gli estremi di un comportamento delittuoso. Come tale dovrebbe essere attenzionata dalla Procura che se ha bisogno di avere un input su una notitia criminis, lo trova nell’articolo dell’illustre ex collega. Sono ormai anni che la qualità delle prestazioni del Ruggi perdono quota, tra lamentele, denunce e mortalità. Inoltre pare che le maggiori attenzioni siano concentrate sul Pronto soccorso, in questo limbo dove avviene di tutto, dove in passato le osservazioni si fermavano al fattore logistico, per la verità molto prossimo ad un ospedale da campo dell’ultima guerra mondiale. Ma pare che la logistica centri poco e che da sola non risolva i grandi problemi che investono la somministrazione dei primi interventi sanitari e parasanitari. Sinceramente non riesco a trovare argomenti contro il personale che é veramente la prima vittima di un disastro che ha proporzioni devastanti. Perché? Innanzitutto perché insufficiente ai numeri che registrano i ricoveri del Pronto soccorso, quindi perché le prime cure sono generiche, di constatazione della patologia. I problemi sono essenzialmente riferiti ai trasferimenti ai reparti che come un collo d’imbuto non consentono l’accoglienza con tanti di ricadute sulle prolungate degenze alle prime cure. Carenze di posti letto? Pronto soccorso e degenza lunga sono un ossimoro. Al pronto soccorso si dovrebbe restare il tempo di un referto della patologia dichiarata ed accertata, poi bisognerebbe andare via.

Così non é a Salerno! Sarà anche vero che la sanità non funziona allo stesso modo in Italia e più che mai omologata in Campania. Salerno ha la cattiva fama di un Pronto soccorso inefficiente. Fermarsi a questo accertamento sarebbe inutile, perché il pesce puzza dalla testa e le disfunzioni sono distribuite in tutto il corpo amministrativo, burocratico, organizzativo dei reparti e direzioni, dove prevale un marketing soggettivo, un disvalore che macchia tutti i meriti ed i valori che sono diventati nicchia o rarità che non fronteggiano le lamentele.

Gli ospedali hanno bisogno di trasparenza, non si può pensare che la sanità possa autoreferenziarsi stabilendo che un paziente, entrato in corsia, possa essere sottratto agli affetti, alle cure familiari, vietando l’accesso di chi ha il diritto di seguire l’iter terapeutico.

Il vero problema che ci ha evidenziato la pandemia é la necessità di rivedere i protocolli relazionali con pazienti, sanitari e familiari, attualmente deturpati in nome di una prevenzione che oltre sembra una soluzione di comodo e di respingimento dei familiari.

É capitato anche nella mia famiglia dove un anziano componente é stato tenuto diversi giorni, legato, senza assistenza primaria, senza diagnosi e senza nessun quadro personalizzato di cura. Soltanto le sue insistenze, quelle dei familiari all’esterno, senza una linea di informazione su bollettini dei medici, gli hanno salvato la vita, insieme alle cure di medici privati che lo hanno curato a casa.

Di cosa vogliamo parlare? La sanità fa parte di attenzioni costituzionali che integrano la qualità della vita delle persone e della Repubblica. Non vogliamo sapere chi sbaglia, vogliamo che non si omettano e si perdano indagini penali più appropriate e competenti che possano registrare eventuali responsabilità. Vogliamo sapere se la Corte dei Conti ha raccolto elementi che integrano la gravità della tenuta del sistema, della spesa pubblica ed i suoi collegamenti con la vita politica.

A Salerno prevale, di bocca in bocca, l’idea che certi privilegi sembrano aver avuto più attenzione di altro, della qualità della salute e delle competenze corrette esistenti che non ricevono le giuste attenzioni.

Il Governatore combatte una battaglia culturale e legislativa contro le barbare condizioni della selezione degli studenti di medicina. Siamo solidali con lui! Si sta impegnando molto, ma la consapevolezza di molti é che si tratti di una maionese che copre la vera responsabilità della Regione sulla sanità.

In questo settore il tempo non può essere sprecato. Recuperare il tempo vuol dire recuperare le vite umane. Penso a quelli che rinunciano a farsi curare, come a coloro per i quali l’ingresso in un ospedale non é l’inizio di una cura ma di una disperazione!

La Procura batta un colpo, agendo in nome del Popolo e tuteli il Popolo!

Senta e legga il dottore Michelangelo Russo al quale esprimo il mio vivo apprezzamento.

 

 

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