BERLUSCONI & NAPOLITANO (3): evviva Galliani … ma non troppo

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Il neo senatore della repubblica Adriano Galliani, ovviamente di Forza Italia (rafforzo l’avverbio ovviamente perché oggi anche questo avverbio è passato in archivio ed ognuno si muove come una banderuola al vento), nella primissima uscita pubblica con tanto di megagalattiche interviste tv e carta stampata (non a caso è stato presidente del Milan per trent’anni e da qualche tempo è presidente del Monza Calcio) non ha dimenticato di sottolineare che il suo mentore Silvio Berlusconi, cavaliere disarcionato e poi ritornato in sella, ha seguito trepidante da lassù l’esito del voto nel collegio senatoriale di Monza; trepidante non troppo, forse più arrabbiato per la scarsa affluenza alle urne.

Silvio è seduto nel salone del trono (una fedele riproduzione di quello di Arcore … senza Noemi) insieme al vero Re Giorgio Napolitano; insieme seguono lo spoglio che loro già conoscono perché dal Paradiso (dove sono stati ammessi in via eccezionale dal Padreterno in quanto il Purgatorio è stato chiuso a causa dei costi eccessivi di gestione !!) loro hanno il dono di vedere dove noi umili mortali non possiamo, anche nel segreto delle urne i loro occhi arrivano ad esplorare ma non a cambiare; su questo non c’è niente da fare, le regole sono tassative.

Esplode di gioia Silvio e salta in piedi dalla poltrona soprattutto nel momento in cui da laggiù Adriano afferma che “il Cavaliere lassù starà festeggiando per il mio successo che è suo … mi manca terribilmente come persona”. E poi soddisfatto anche per le dichiarazioni dei figli Marina e Piersilvio.

Non sa, però, il buon Galliani (autentico riferimento di tutti i successi commerciali del Cavaliere soprattutto in campo televisivo che il suo mentore è seduto di fianco al suo acerrimo amico-nemico Giorgio Napolitano, già presidente della Repubblica Italiana e che proprio in quel momento il Re vendicativo sta ammonendo l’istintivo e “pasionario” Cavaliere di non esultare troppo perché il successo di Galliani è misero rispetto ai numeri generali di quel collegio senatoriale.

Fai sempre così, non ti correggi mai, per te gli eccessi sono la normalità … dice Re Giorgio … ma cosa mi festeggi, ti rendi conto che nel collegio di Monza è andato al voto soltanto il 19,23% rispetto al 71,05% di un anno fa nel 2022 per le politiche”.

Si rabbuia in viso l’eccitato Berlusconi e si risiede, lasciandosi quasi cadere, nella poltrona reale; tenta, comunque, una difesa e sussurra che la percentuale di votanti non c’entra in quanto il risultato è l’indicazione media dell’elettore; se fossero andati a votare in maggior numero Galliani avrebbe preso sicuramente una percentuale molto più alta.

Gli fa eco il Re: “Può darsi, intanto devi ragionare e capire che il tuo Adriano con il 51,46% dei votanti contro il 39,53% del rivale Marco Cappato, che come personaggio comunque non tira, non ha ottenuto i consensi in cui sperava. Quindi Galliani a conti fatti sale al Senato della Repubblica con la magra percentuale del 12% circa rispetto al numero degli aventi diritto al voto”.

Non c’è niente da fare … dice Silvio … da comunista incallito quale sei riesci sempre a dimostrare, con i numeri ma non con i fatti, che il tuo punto di vista è quello concretamente reale.

Sorride soddisfatto Re Giorgio e si gira verso il Cavaliere per proporgli, comunque, un bel brindisi a base di un bel vino d’annata; la proposta viene subito accetta anche se Berlusconi lancia un patto: “Caro Giorgio, nel prossimo incontro dovrai spiegarmi cosa voleva dire Alan Friedman nel suo libro <Ammazziamo il gattopardo> (ed. Rizzoli 2014) al capitolo n. 3 titolato Il piano del Presidente per quel tuo incontro, credo in una trattoria svizzera di St. Moritz, dell’agosto 2011 con il tuo delfino Mario Monti alla destra del mio più acerrimo nemico Carlo De Benedetti presente insieme alla moglie Silvia; era un piano per farmi definitivamente fuori dalla scena politica ?”.

Il Re lo guarda dall’alto verso il basso: “Può darsi che ne parleremo, in effetti ci sono alcune cose da chiarire in quanto Friedman potrebbe aver scritto con un po’ di fantasia giornalistica. Vedremo !!”.

 

 

 

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