da Cecchino Cacciatore (avvocato)
Oltre duecento avvocati britannici hanno firmato una lettera indirizzata al primo ministro Rishi Sunak, a James Cleverly (ministro degli Esteri) e a Grant Schapps (segretario alla Difesa), chiedendo al governo di Sua Maestà di sostenere il cessate il fuoco a Gaza.
Una presa di posizione forte e coraggiosa.
Alla quale anche noi- avvocati italiani-dovremmo partecipare con la nostra voce e la nostra tradizione giuridica di difesa dello Stato di diritto.
In qualità di professionisti del diritto, accademici ed ex membri della magistratura del Regno Unito – si legge nel documento -, impegnati a sostenere lo Stato di diritto sia a livello nazionale che internazionale, invitiamo il governo del Regno Unito ad agire urgentemente per adempiere ai suoi obblighi legali internazionali in relazione al conflitto sempre più grave in Medio Oriente.>>
Gli avvocati ripercorrono in fatto e in diritto le vicende che stanno interessando Israele e la Striscia di Gaza a partire dal 7 ottobre scorso.
Lo fanno assumendo una posizione di grande equilibrio che dovremmo fare nostra, nel solco dell’uso del diritto regolatore e preservatore di rapporti tra uomini connotati dalla civiltà.
Sottolineano, infatti, che «la commissione ad opera di una delle parti in conflitto, compreso un gruppo armato, di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario non giustifica la commissione di ulteriori violazioni da parte di un altro soggetto».
Gli attacchi di Hamas contro i civili israeliani – rilevano e precisano i giuristi britannici – costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale. Il diritto internazionale vieta severamente di prendere di mira i civili, l’uso indiscriminato di armi, gli omicidi e la presa di ostaggi, come anche affermato dal Segretario generale delle Nazioni Unite».
Da uomini di legge i colleghi britannici invocano al riguardo il necessario intervento della Corte penale internazionale, considerato che la Palestina ha sottoscritto lo Statuto di Roma. Dunque, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi da cittadini palestinesi, compresi gli attacchi contro i civili e la presa di ostaggi, rientrerebbero per materia nella giurisdizione della Corte dell’Aja.
Allo stesso tempo, però, non può passare sotto silenzio che affamate una popolazione civile, come metodo di guerra, compreso l’impedimento intenzionale di adeguati aiuti umanitari, come sta facendo Israele a Gaza, è altrettanto severamente proibito ai sensi del diritto internazionale consuetudinario. Tale metodo, inoltre, è stato fermamente condannato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e costituisce a sua volta un crimine di guerra».
Dunque, tra le richieste urgenti al governo britannico vi è l’impegno a far rispettare e a garantire il diritto umanitario internazionale, come previsto dalle Quattro Convenzioni di Ginevra.
Fin qui le rivendicazioni degli avvocati inglesi.
Condivisibili! Pena una complicità inaccettabile.
Occorre, allora, che anche l’intero Foro faccia altrettanto e protesti contro i bombardamenti indiscriminati di Israele contro l’intera città di Gaza, senza distinguere tra obiettivi civili e militari, costringendo al contempo l’intera popolazione palestinese a non poter fuggire da quell’orrendo carcere a cielo aperto che è diventata la Striscia palestinese.
È’ necessario che torni a prevalere la ragione e non si accetti alla leggera la morte dell’avversario.
I giuristi- democratici e liberali- non possono che stare dalla parte della vita, non della morte!
Gli avvocati, in particolare, sono tenuti a comprendere le motivazioni anche di ciò che gli è nemico e trovare, così, soluzioni di dialogo e trattative equilibrate; e questo non vuol certo dire che non sappiano distinguere tra il bene e il male, riconoscendo la rabbia che scoppia dal dolore.
Il punto è, però, indurre col diritto a parlare tra gli uomini con l’uso della parola e non delle armi, garantire popoli e culture diverse e non ammassare milioni di uomini donne e bambini in angusti confini, sostituire alla vendetta cieca la ragione illuminata per la costruzione di un futuro di pace e di ordinata convivenza.
Io inizio con la mia firma e chiedo che qui se ne aggiungano molte altre.
Tu firmi per chiedere il cessate il fuoco e l’immediato soccorso umanitario?