da Avv. Giuseppe Amorelli
(scrittore)
Nasceva a Crotone il 29 ottobre 1950, Rino Gaetano (Salvatore Antonio Gaetano all’anagrafe).
I suoi brani, ancora oggi, sono un punto di riferimento da parte delle nuove generazioni, oggetto di attenzione e riflessione. Ancora oggi vive tra le nuove generazioni la sua fama, forse perche i suoi testi semplici, sono vicini alla quotidianità al vivere reale. La sua battaglia per l’affermazione dei diritti civile è ancora sentita oggi piu di ieri. Ma forse è proprio Lui a richiedere l’empatia del pubblico, che è mosso dallo identico sentimento come espressamente dice nel brano contenuto nel suo ultimo album: ”Ed io ci sto”, Ti, Ti ti ti ti :” A te che lotti sempre contro il muro e quando la tua mente prende il volo , T’accorgi che sei rimasto solo. A te che ascolti il mio disco forse sorridendo , Giuro che la stessa rabbia sto vivendo . Siamo sulla stessa barca Io e te” . Lui non dice :Io canterò, ma: “ Io scrivero’:
“ Io scriverò Io scriverò se vuoi perchè cerco un mondo diverso. Io scriverò sul mondo e sulle sue brutture, sulle mie immagini pubbliche e sulle camere oscure, sul mio passato e sulle mie paure…”
Nel brano, che da nome al suo album, “E io Ci sto”, Rino Gaetano, detta il suo testamento ideologico.
“Mi alzo al mattino con una altra illusione. Ma ci ripenso però mi guardo intorno per un po’E mi accorgo che son solo .In fondo è bella però è la mia età e io ci sto.
Cerco una bandiera diversa senza sangue sempre tersa. Mi dicono alla radio, statti calmo, statti buono. Non esser scalmanato, stai tranquillo e fatti uomo. Ma io con la mia guerra voglio andare sempre avanti. E costi quel che costi, la vincerò non ci son santi. Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po’.E mi accorgo che sono solo .”
Nelle sue “narrazioni musicali” come li definisce Bruno Mautone, Rino Gaetano si prefigge di “combattere”, di “Lottare”, termini oggi in disuso, per la conquista di quei “diritti civili” negati e calpestati e per i quali era disposto a combattere con profondo impegno civile al fine di regalare a tutti:” una bandiera diversa, senza sangue e sempre tersa ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un po’ e mi accorgo che son solo. In fondo è bello però, è il mio paese ed io ci sto.”
Nel panorama musicale degli anni 70 Rino Gaetano fu uno dei cantautori che portarono una ventata di rinnovamento nel chiuso panorama musicale italiano, ancora attardato sulle rime cuore-amore. In quel periodo storico l’Italia aveva bisogno di “rinnovare” la sua educazione sentimentale e non solo.
Il “Cantautore” Rino Gaetano, con i suoi testi ha saputo interpretare il senso di inquietudine , di protesta, lo slancio ideale ed il ribellismo, che erano i fiumi carsici del fulgore anni 70. La sua “Musica” è diventata il canale, lo strumento di espressione di una intera generazione, avvicinandosi al sociale e mettendo al bando la musica melodica come prodotto di largo consumo. Avrebbe voluto che la “Sua Musica” avesse mosso le passioni, avesse fatto riflettere , capire e perchè no sognare un modo migliore. Come sostiene Ernst Bloch , scrittore e filosofo tedesco teorico del “principio speranza :” La natura utopica della musica capace di risvegliare nei giovani la loro dimensione piu profonda non mera astrazione vuota.”
Fu Bob Dylan , che si ispirava ad Omero (canta o Musa e attraverso me , racconta l storia) ad affermare che :” Le canzoni sono vive nella terra dei vivi”; la musica era il vento di libertà, la musica per riflettere, per capire, per sognare , la musica che muove le passioni, la musica è un grido antiborghese, anticonformista. Con l’avvento dei cantautori quindi la musica veniva “abitata” da tensione ideale e da un retroterra letterario. Furono proprio lo slancio ideale ed il ribellismo degli anno 70 a dare forma e sostanza al cantautorato italiano. Rino Gaetano, con le sue “narrazioni musicali”, ne fu uno dei primi assertori e protagonisti.
Fu definito da Gianni Boncompagni in una trasmissione di Disco Ring subito dopo la sua partecipazione a San Remo del 1978 con la canzone Gianna :” un menestrello che compone versi senza senso:” Rino Gaetano le rispose che i suoi testi si rifacevano a Vladimir Vladimirovič Majakovskij, assertore del paroliberismo ovvero della parola in liberta scevra da vincoli lessicali e sintattici e a Jonesco, fautore del teatro dell’assurdo. Il suo Non Sense metteva in scena la irrazionalità della condizione umana. Rino Gaetano è stato ed è un genio musicale ha scritto senza osservare alcun canone musicale, senza rifarsi ad alcuna scuola o corrente musicale, con i suoi testi irriverenti e dissacranti stile buffonesco intrisi di ironia surreale. Infatti fu Gino Paoli in una trasmissione televisiva del 19.08.1977 a definirlo : L’erede del “non sense” di marinetterie surreali. Il grande critico musicale Enzo Siciliano in una intervista lo definì:” scansonato “esprit anarchist”. Quei testi , apparentemente spensierati e non-sense, che Rino Gaetano interpretava nascevano e risuonavano in una Italia cupa e terrorizzata, una Italia dura ed incattivita dagli anni di piombo. Rino Gaetano è stato un genio ha avuto il coraggio di raccontare l’Italia degli anni Settanta , abbracciando le ansie delle classi sociali meno abbienti, ha saputo raccontare una società italiana corrotta, piena di vizi e pregiudizi. Ha utilizzato per farlo, la ironia ,che è sorella della intelligenza, il sarcasmo, ma non è rimasto inascoltato dal grande pubblico dell’epoca.