La conoscenza delle sue preziose risorse serve alla crescita e allo sviluppo del Cilento – (1° parte)

 

dal prof. Nicola Femminella

 

Prof. Nicola Femminella

Tra le giornate dispensatrici di intense emozioni, destinate a rimanere scolpite nella mia memoria, di sicuro ci sarà quella del 20 settembre u.s. su cui mi piace ritornare, trascorsa nelle Grotte della Cala e del Poggio a Marina Camerota, in compagnia del gruppo di lavoro, diretto dall’archeologa preistorica e paleoantropologa Adriana Moroni del Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente – Unità di Ricerca di Preistoria e Antropologia dell’Università di Siena. Lei nel mese di settembre giunge nella bella località costiera con alcuni giovani ricercatori, per compiere rilevazioni e studi che fin dall’inizio sono risultati di altissimo livello. Le innumerevoli pubblicazioni della studiosa sulle giacenze scoperte sono note in Italia e all’estero. Nello stesso modo e con analoghi risultati si sposta e opera nella Grotta di Castelcivita.

I siti di Marina di Camerota conservano la memoria geologica e raccontano le storie di vicende ed eventi riconducibili a più di 200.000 anni addietro, avendo registrato e fissato mutamenti geologici e presenze umane nei sedimenti conservatisi sia all’aperto che nelle grotte. L’evoluzione dei luoghi, il loro rapporto con le variazioni del livello del mare, i primi uomini che li abitarono fin dal Paleolitico e quelli che seguirono, attraversando tutte le epoche successive, costituiscono un capitolo di conoscenze che hanno appassionato studiosi del calibro dei  proff. Arturo Palma di Cesnola (vi lavorò dal 1966 al 1971), Paolo Gambassini (vi giunse nel 1974). Nel 2004 subentrò la prof.ssa Adriana Moroni che ancora oggi detiene la direzione scientifica delle ricerche con risultati di assoluta eccellenza. Tutti dall’Università di Siena; il loro nome da solo sta a testimoniare l’interesse che il territorio ispira nel Gotha dell’archeologia preistorica del nostro Paese.

I siti, esibiti nelle vetrine di mostre ed esposizioni e fatti conoscere con adeguate e incisive campagne pubblicitarie, potrebbero accrescere di molto il richiamo e la posizione del territorio nel panorama del turismo culturale, da porre accanto a quelli, fra l’altro meritati e consolidati da un diffuso riconoscimento da parte di turisti e tour operator, che Marina di Camerota ha acquisito per il mare cristallino e per la bellezza delle spiagge e delle calette oltremodo seducenti. Anche qui natura, cultura e storia lottano con armi pari per la supremazia nel Cilento. Lo ripeto da anni.

Risulta difficile descrivere le emozioni provate di fronte agli strati sedimentati nella Grotta della Cala che, tramite una facile lettura dei dati cronologici ottenuta con pannelli accessibili anche agli studenti della scuola primaria in visita, riporta il visitatore alle lontane epoche del Paleolitico medio, e poi del Paleolitico superiore quando il mare, a causa delle glaciazioni, si trovava a km di distanza dal sito. Le informazioni fornite ai visitatori riportano a decine di migliaia di anni addietro, quando l’uomo usava la pietra come materiale per la costruzione degli strumenti di uso quotidiano e delle armi e viveva in armonia con l’ambiente, alla stregua degli altri esseri viventi. Le grotte del Poggio e della Cala testimoniano i tempi lunghi trascorsi e la presenza dell’uomo che procedeva verso quelli nostri, lontani circa 200.000 anni. Esse offrono al visitatore un voluminoso libro scritto con la terra, i materiali litici, i residui vegetali e i resti degli animali cacciati e consumati dall’uomo. Un diario dettagliato della geologia che ha visto periodi glaciali e interglaciali, innalzamenti e ritiri del mare, forze di una natura dominante che provocava i cambiamenti geologici che oggi noi siamo in grado di cogliere nei depositi delle grotte e lungo la falesia.

Nel corso dell’incontro la prof.ssa Moroni mi ha fornito moltissime notizie e spiegazioni: sono servite a focalizzare l’importanza dei siti e gli anni nei quali essi hanno assunto la fama che li rende noti al mondo scientifico internazionale. Le ho posto domande e curiosità con l’intenzione di far conoscere ai lettori del nostro giornale come sia stata prodiga, fin dai tempi più antichi, la storia nei confronti del nostro territorio, inondandolo di acquisizioni e accadimenti difficili da cogliere altrove, i cui valori abbiamo tutti il dovere di conoscere e di mettere in evidenza, perché siano​ valorizzati e diventino volano di uno sviluppo che potrà dare nel settore turistico risultati provvidenziali.

L’attuale fase di scavi a Marina di Camerota è iniziata alla Grotta della Cala nel 2014, quando, su istanza dell’Amministrazione Comunale di Camerota,  fu impostato un ampio progetto di scavi e ricerche, promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino e sostenuto del Parco del Cilento e Vallo di Diano, che assegnava all’Università di Siena, per le sue competenze multidisciplinari, un ruolo trainante nella valorizzazione della Preistoria del territorio. Nell’ambito di questo programma, nel 2018 sono iniziate le indagini anche nel comprensorio di Sapri, nel sito del Paleolitico medio di Riparo Smaldone, grazie al sostegno dell’Amministrazione comunale.

Uno dei primi obiettivi del progetto rimangono le ricerche alla Grotta della Cala a Marina di Camerota, per la straordinaria serie stratigrafica ivi contenuta che ripercorre l’intero arco del Paleolitico superiore, dall’arrivo dei primi sapiens, tra 40 e 42 mila anni fa, agli ultimi cacciatori-raccoglitori mesolitici. Tra gli obiettivi definiti nel 2014 figurano:

1) l’acquisizione di nuovi dati tramite le più moderne metodologie e tecnologie disponibili;

2) la revisione dei materiali scavati negli anni passati alla luce delle attuali conoscenze;

3) il proseguimento del programma di valorizzazione e divulgazione del patrimonio archeologico del territorio, iniziato nel 2013 con l’allestimento del Museo Virtuale del Paleolitico (MuViP), in modo da “ottenere l’integrazione fra le istanze di studio e di ricerca del mondo accademico e le esigenze della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico nazionale.” Da qui la ripresa dei lavori nel mese di settembre, come avviene dal 2014, per merito soprattutto del Comune di Camerota che continua ad assicurare gli impegni presi convinto del valore scientifico del sito e consapevole che esso potrà incentivare di molto l’offerta turistica del territorio.

A tal proposito mi sento di poter dire che lo spirito collaborativo tra i comuni e le altre istituzioni politiche dovrà sempre di più affermarsi nel Cilento, poiché costituisce l’unica strada che può condurre a buon fine i progetti utili allo sviluppo delle nostre zone. Il PNRR ne ha reso pressante l’esigenza non più procrastinabile. Lo esige anche il gran numero di siti di gran valore che si trovano in questi comprensori a sud di Salerno e che riempiono tutto lo spazio temporale che dal Paleolitico inferiore si estende fino ai giorni nostri, come raramente si manifesta nel resto del Paese. Uniti potranno diventare un sistema in grado di ideare progetti e gestione di alto profilo, fino a costituire un polo turistico in grado di offrire a tour operator e a singoli visitatori un pacchetto invogliante che li induca a venire nelle nostre zone e a sostarvi per alcuni giorni. Un

patrimonio di tale preziosità, suddiviso e del tutto isolato nei nostri piccoli borghi, rimane sconosciuto e nella maggior parte dei casi nascosto da porte e finestre chiuse, senza il personale che le apra. Non ci vuole molto a comprendere le considerazioni appena enunciate…..continua (1° parte)

 

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