Aldo Bianchini
SALERNO – “Fate presto” non è il grido di dolore dei terremotati dell’Irpinia del 23 novembre 1980, soltanto il grido che deve risuonare nelle orecchie di tutti quelli che dicono di essere contro il governatore Vincenzo De Luca e la sera ci vanno insieme a cena (è un modo di dire !!).
Al centro del presunto scontro c’è la questione del “terzo mandato” che potrebbe dare al kaimano la possibilità di candidarsi e, presumibilmente, vincere per la terza volta consecutiva le elezioni regionali.
“È utile prolungare il mandato se hai un programma che prevede 15 ospedali nuovi, il rinnovo di tutto il parco dei mezzi di trasporti e se prevede l’autonomia idrica della regione Campania. Noi ancora dobbiamo fare ancora il piano paesaggistico della fascia costiera. In ogni caso, sarò io a decidere quello che devo fare senza chiedere il permesso a nessuno: sono i cittadini della Campania che devono decidere da chi essere governati” (fonte Il Mattino – ed. 15.10.23).
Una dichiarazione che, seppure apodittica quanto si vuole, è ben stretta dentro i binari della corretta democrazia: “Io governo se il popolo mi sceglie, e se mi sceglie non dò retta a nessuno”. E’ questo il senso del discorso, ripeto democratico, che Vincenzo De Luca lancia nell’etere della sinistra, e non soltanto.
Il messaggio, però non è stato raccolto dalla segretaria nazionale del PD, Elly Schlein, che sembra aver avuto fin dal primo momento del suo insediamento quale principale obiettivo quello di fermare De Luca ad ogni costo e non di ricostruire il partito che fra poco, probabilmente, si sbriciolerà fra le sue mani. Non capisce la segretaria che De Luca non ha un partito personale ma tante persone che formano un partito. E intanto il congresso regionale PD slitta ancora: paura della Schlein ?
Parliamoci chiaro, De Luca non è assolutamente come il timoroso Stefano Bonaccini anch’egli (insieme a Mochele Emiliano, pres. Regione Puglia) interessato al terzo mandato come tanti altri governatori; Bonaccini che doveva risanare il partito e che, invece, è caduto sotto i colpi micidiali della sue ex vice governatrice per colpa, si fa per dire, dell’insana apertura delle primarie anche al mondo esterno a quello degli iscritti; mondo esterno che si diverte, da sempre, nell’esercizio di sparigliare le carte che soltanto De Luca cerca di ricomporre. “”Abbiamo in Italia un presidente di regione, Luca Zaia, che sta facendo il terzo mandato nella pace del signore. Nessuno dice niente sul terzo mandato, né il Pd veneto né quello nazionale, tutti zitti. Poi arriviamo in Campania e non va bene. La verità è che il terzo mandato non c’entra niente. Hanno paura di un uomo libero che non ha né padroni né padrini””.
E come dargli torto; anche chi come me da sempre schierato tra gli oppositori del governatore non può non prendere atto della realtà dei fatti; capisco che è difficile ragionare come faccio io nel non riconoscere che il mondo è diviso tra il bianco e il nero, anche quando lo stato dell’arte dice il contrario.
“Fate presto” voi oppositori di De Luca a mettere in piedi un apparato politico convergente e convincente per entrare nell’immaginario collettivo che è ancora incantato dalla “terra promessa deluchiana”; forse è già tardi, ma bisogna comunque provarci: scegliere subito un personaggio che possa mettere tutti d’accordo nel mondo del cdx. In caso contrario non ce ne sarà per nessuno.
E intanto sale la febbre per la lettura di “Nonostante il PD”, l’ultimo libro di Vincenzo De Luca da poche ore nelle librerie.