Aldo Bianchini
SALERNO – “Questa classe politica perde consensi”, è questo il titolo a tutta pagina apparso sull’edizione del 21 ottobre 23 di “leCronache.it” (senza firma) che mi ha prima incuriosito e poi spinto ad un commento.
Se non fosse per la levatura del personaggio (Aniello Salzano) che ha scritto le cose contenute nel lungo e ben fatto articolo, sarebbe facile affermare che, in buona sostanza, il tutto è di una banalità oggettiva e di una ritualità disarmante; ma il pensiero su questa classe politica che perde consensi lo ha scritto Aniello Salzano che non è mai banale né rituale nei suoi interventi sempre e soltanto mirati verso una costruzione politica della sua azione pubblica e personale fin da quando, ancora giovanissimo, si affacciò apertamente sulla scena politica della città per contribuire alla gestione della cosa pubblica salernitana; ed è per questa ragione che il suo pensiero merita decisamente un approfondimento sereno ed a 360 gradi.
Aniello Salzano, dopo aver creato dal nulla il raggruppamento politico “Popolari e Moderati” e dopo aver intelligentemente evitato una sua candidatura diretta nelle amministrative del 2021 sta cercando da tempo di entrare nella stanza dei bottoni che contano dal portone principale e non da un finestra qualsiasi; e lo fa con l’autorevolezza che gli compete. Non a caso, e non per caso, è stato anche sindaco di Salerno negli anni 80 e nel 2001 ha ritentato la scalata rimanendo battuto da Mario De Biase.
In effetti Salzano non ha mai cambiato la sua collocazione politica rimanendo sempre in una posizione di centro popolare e moderato (da qui anche la denominazione del gruppo).
E allora perché Aniello Salzano si arroga talvolta il diritto di bacchettare la maggioranza comunale della quale fa parte a pieno titolo ?
Se dovessi attenermi soltanto allo scritto pubblicato su leCronache.it non esiterei a dire che Aniello (mi permetto di chiamarlo per nome di battesimo in forza di una lunga e consolidata conoscenza) pratica il sistema del “bastone e la carota” nei confronti della giunta Napoli e dello stesso governatore De Luca dopo avergli dimostrato che non ha creato il gruppo politico per guadagnare i galloni di capitano ed andare a fare il commissario della SCABEC (società regionale, dalla quale si dimise poche settimane dopo il suo insediamento per le note vicende che lo stesso Salzano contribuì a far scoprire), ma di aver creato un raggruppamento politico per cercare di contribuire al meglio per il bene comune della città; un bene che passa innanzitutto attraverso il buon funzionamento dei servizi; nonostante in tanti “si siano adagiati o addirittura rassegnati all’andazzo che regna soprattutto in alcune zone della città” (parole di Salzano).
Tanto da apparire quasi come una “supponta” (dal latino volgare sub-punctare) dello stesso governatore per chissà quali collaborazioni politiche produttive future (come maliziosamente mi ha suggerito un amico lettore di questo giornale).
Conosco abbastanza bene Aniello Salzano per poter pubblicamente affermare che la sua azione politica è diretta soltanto verso una gestione corretta, funzionante e generalizzata della cosa pubblica.