Aldo Bianchini
SALERNO – Il punto di domanda inserito nel titolo del presente articolo è rivolto esclusivamente alla Procura della Repubblica di Salerno che nel processo penale a carico di Nino Savastano (consigliere regionale PD) e Vittorio Zoccola (ex re delle cooperative sociali, ammesso che lo sia mai stato) sembra navigare al buio, meglio sarebbe dire “arrampicarsi sugli specchi” per cercare di continuare un processo che dopo aver scosso l’intera città (e non solo !!) non riesce a decollare verso la conferma dell’esistenza di un “Sistema Salerno” del malaffare.
E’ saltata, quindi, l’udienza di giovedì 19 ottobre e bisognerà attendere la prossima prevista per il 13 novembre 2023 per poter finalmente assistere alle dichiarazioni del vice commissario di polizia “Rosario D’Ecclesia” e, forse, alle deposizioni degli ex indagati Enzo Napoli (sindaco) e Felice Marotta (ex uomo ovunque del Comune) che, mio sommesso avviso, si è salvato nuovamente dal fuoco incrociato degli avvocati Giovanni Annunziata e Agostino De Caro (difensori di Nino Savastano) e Della Monica e Manzi (difensori di Vittorio Zoccola) che si preparano, comunque, soprattutto i primi due (Annunziata e De Caro) a controbattere le incredibili affermazioni del D’Ecclesia circa gli “appostamenti alla 007”, effettuati negli anni precedenti all’avvio giudiziario del presunto scandalo, per acclarare gli incontri tra Nino Savastano e Vittorio Zoccola; e di questo, forse, si dibatterà nella prossima udienza del 6 novembre 23.
Purtroppo su questo particolare degli incontri tra Savastano e Zoccola sembra si stiano incartando gli stessi pubblici ministeri Guglielmo Valenti ed Elena Cosentino che si sono intestarditi nell’assumere come prova conclamata del malaffare l’incontro avvenuto tra i due imputati nel bar del Parco Galiziano il 19 agosto 2020, seguito dal fatto che il giorno dopo il Comune (a firma dell’allora responsabile del servizio ing. Luca Caselli) revocava gli affidamenti relativi alla gestione del verde pubblico alle Coop Sociali.
Dimostrare in giudizio che l’incontro tra i due abbia provocato la revoca degli affidamenti, quasi come se tra i due ci fosse stata una confessione reciproca dei malaffari, è cosa assai ardua anche perché se diamo per scontato che i due si siano incontrati bisogna prendere atto innanzitutto che non c’è nulla di male se un politico che per anni si è interessato delle politiche sociali comunali si incontra con un imprenditore che vive e fa vivere proprio delle politiche sociali (le Coop altro non sono !!).
Nei panni dei due PM io darei assolutamente scontato il fatto che i due si siano incontrati, ma non legherei automaticamente l’incontro con ciò che è avvenuto ufficialmente in Comune il giorno successivo.
Un grande magistrato del passato, il dr. Lino Ceccarelli già capo dell’ufficio istruzione, amava spesso scrivere nelle sue ordinanze: “Dò per scontato che l’incontro c’è stato, ma a me spetta l’onere di provare se i due protagonisti dell’incontro si sono incontrati per ricordare reciprocamente la verità o, invece, per preparare la falsa dichiarazione/testimonianza per ingannare la giustizia”.
Certo che l’incontro tra Savastano e Zoccola non era casuale, così come è altrettanto certo che rientrava tra le rispettive prerogative politiche e imprenditoriali; atra cosa è dimostrare l’illiceità di tale incontro.
Infine bisognerebbe chiedersi come avrebbero fatto i due imputati a pianificare ed attuare la revoca degli affidamenti senza la connivenza del sindaco e del grand-commis le cui posizioni giudiziarie, per stessa decisione del tribunale, sono state già archiviate per evidente assenza di qualsiasi responsabilità.