La Tunisia è civile e sicura!

 

 

da Salvatore Memoli

(avvocato – scrittore – giornalista)

Avv. Salvatore Memoli

Si, è vero la giustizia ideologica minaccia la democrazia. Ascoltando le decisioni di qualche giudice che sentenzia sulla Tunisia definendola un Paese non sicuro, penso di vivere in un altro mondo, un mondo delle favole propinate agli ingenui. Conosco la Tunisia da oltre 30 anni, ci vivo bene con migliaia d’Italiani che da un decennio si sono trasferiti qui. Ad Hammamet ed in altre città sono migliaia gli italiani che hanno una casa ed hanno costruito una rete di amicizie e di relazioni sociali che vivacizzano la vita del Paese turistico. Noi qui leggiamo i giornali, molti seguono in francese i tg o i giornali radio, esiste un’informazione fluida che consente di conoscere quello che avviene in tempo reale. Nessuno di noi ha l’idea di sacrificarsi in un Paese non sicuro! Dunque, questi giudici italiani o non conoscono i fatti politici o sono in malafede.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri ha ragione a lamentarsi ed a nutrire riserve sulla natura ideologica di queste sentenze. Certe posizioni che non trovano riscontro offendono Italia ed Italiani, in Patria e all’estero. Contrariamente a quanto si crede la Tunisia è un Paese democratico e civile. Democratico perché si fonda su una lotta contro gli invasori francesi, si è data una Costituzione, un Parlamento, regole importanti che hanno consentito partecipazione, sviluppo, accoglienza, produzione, competizione industriale e culturale, vantaggi per elevare i livelli culturali e sociali di tutti. Ogni volta che sento che la Tunisia è un Paese non sicuro mi offro per accompagnare chi vuol venire a verificare con mano la libertà che si vive qui.

In questo caso invito la giudice in Tunisia e le offro una settimana di vacanza istruzione, dove vuole e quando vuole!

Noi italiani sappiamo di alcuni limiti esistenti nei rapporti con la vita di tutti i giorni, ma sappiamo di essere ospiti graditi, di essere accolti bene e di essere stimati da tutti.

In questo Paese stanno male quelli che credono che le regole sono limitazioni. Con molto rispetto quelli che decidono di lasciare il loro Paese sono ” incantati” dal benessere economico a basso prezzo! Qui chi lavora e si comporta bene, vive bene.

Le città tunisine ed i centri interni sono dotati di tutti i comfort, strade, scuole, stadi, parchi, case con alti standard, grandissimi centri commerciali.

L’ordine pubblico viene gestito come in tutte le comunità europee, anzi a tutti è garantita sicurezza e libertà, a tutte le ore del giorno e della notte!

La Tunisia è super sicura! Se esiste qualche problema di saltuarie mancanze di farina, zucchero, caffè… tutto viene da problematiche internazionali dei mercati e dalla guerra in Ucraina,da dove è sempre arrivato il grano.

In Tunisia, l’impegno della signora Meloni è stato molto apprezzato e stimato, pur nella consapevolezza che il vero problema è l’accesso al credito del Fondo Mondiale che con interpretazioni cervellotiche si nasconde dietro interpretazioni soggettive e non oggettive molto prossime a quella del giudice di Catania. La realtà è un’altra e dà merito al Presidente della Repubblica Saïed che tiene a difendere l’integrità morale e la dignità del Paese evitandogli un’inutile prostituzione agli occhi del mondo.

La Tunisia ha fatto passi da giganti per riscattarsi dalla deriva islamista della Primavera araba e per camminare sulla strada della modernità costituzionale e politica.

Nessuno, proprio nessuno, dall’esterno può esprimere giudizi senza averne titolo e merito! La Tunisia attraversa una fase complessa in cui le porte aperte dell’Europa sono la premessa di una stabilità dei Paesi del Mediterraneo, dopo che America e Francia irresponsabilmente hanno concorso a destabilizzarla, insieme a tutti i Paesi del Maghreb. Sono quelle scelte politiche ed ideologiche, celebrate a suon di Bella ciao, ad aver aperto le porte della fuga di massa di tanti clandestini! Fuggire dal ventre dell’Africa è per molti la realizzazione ed il perfezionamento di un sogno di benessere economico che travolge e cerca giustificazioni di disagio su conflitti civili che non ci sono!

In Tunisia, tutti i giorni, al centro della Capitale ci sono manifestazioni democratiche seguite dai sindacati o dalle forze politiche che civilmente chiedono diritti o contestano quello che non condividono.

Tutto questo si fa con permessi dei Ministeri, con assistenza delle forze dell’ordine, con libera circolazione della stampa.

Dov’è il Paese non sicuro?

Qualcuno ce lo spieghi!

 

 

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