In Campania ,in pochi anni, si è avuto un grande incremento di cinghiali da triplicare il numero in un solo anno . Il danno alla biodiversità è spesso sottovalutato, in particolare nelle aree protette. Sono numerose le richieste di indennizzi per danni da cinghiale alle produzioni agricole,con una stima di costi che supera annualmente il milione di euro, ma soprattutto sono in continuo aumento i sinistri stradali con diversi feriti ogni anno. Il cinghiale utilizza di tutto e di più dal punto di vista alimentare. Vegetali e piccoli animali terrestri invertebrati, anfibi, rettili, piccoli mammiferi e nidiacei o uova di uccelli che nidificano a terra sono Consumati dai cinghiali o disturbati,spesso danneggia anche vegetali che non mangia ma che vengono distrutti per calpestio o per cibarsi di altre piante. La Federparchi,Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali, ritiene necessario intervenire nel controllo del cinghiale anche nelle aree protette, per garantire la conservazione degli habitat. In Campania l’unica area protetta con un piano di controllo del cinghiale è il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni che utilizza un controllo selettivo con l’ausilio di una rete di coadiutori. Ogni settimana si segnala la presenza di cinghiali dentro i centri abitati, lungo le strade e nei campi. La Regione Campania non è dotata di sufficiente misure di controllo del cinghiale sul territorio regionale. Molte delle misure operative erano state approvate, ma mai messe in pratica dal 2013 con l’approvazione di uno specifico regolamento attuativo dell’art. 18 della L.R. 26/2012.