Aldo Bianchini
SALERNO / SARNO – Il caso del sindaco di Sarno disarcionato dalla iniqua “legge Severino” va assumendo toni davvero parossistici e colorazioni che vanno ben oltre la seria e ferale patologia che porta un solo nome: “deluchismo”.
Difatti tutti i personaggi politici legati, in un modo o nell’altro a filo doppio con il governatore della Campania, cadono nel ridicolo non appena si mettono in testa di imitare il loro capo che è e rimane unico nelle manifestazione apodittiche del suo pensiero; soprattutto quando non fa sconti, giustamente, neppure alla magistratura.
Ma De Luca è De Luca, è un caso unico a livello non nazionale ma planetario; e tutti quelli che tentano di imitarlo cadono malamente e vengono travolti dal disgusto della gente. Le esternazioni apodittiche di De Luca, per dirla tutta, sono “eventi” che la gente comune attende e consente soltanto a lui; e tutti, figli di De Luca compresi, dovrebbero stare molto attenti a non cadere nella trappola della “patologia imitativa del capo”.
E Giuseppe Canfora, da ottimo medico qual è, dovrebbe sapere benissimo che questa patologia è distruttiva.
Nella fattispecie mi sembra di rivedere e rivivere quanto accadde nei giorni successivi alla decadenza da sindaco di Vincenzo De Luca; in quella occasione da buon kaimano qual è mise sulla bilancia della giustizia tutta l’esplosività di un politico di rango che deve, comunque, piegarsi alla legge che la stessa sinistra ha inventato per far fuori Berlusconi. In quei giorni De Luca mise in atto il giochetto della delega di vice sindaco che revocò ad Eva Avossa per consegnarla nelle mani di Enzo Napoli. Anche in questo, incautamente e scioccamente, Canfora ha inteso imitare De Luca, togliendo la delega a Roberto Robustelli per consegnarla ad Eutilia Viscardi.
In quella occasione De Luca fu davvero devastante; “De Luca è De Luca, ma voi chi ….. siete”; siete dei subalterni e da tali dovete comportarvi senza cercare di mettere sotto processo tutto lo scibile giudiziario, così come sta cercando di fare Giuseppe Canfora quando dichiara pubblicamente che la “Giustizia è ingiusta, e il sindaco resto io”, atteggiandosi quasi a Marchese del Grillo quando dall’alto del terrazzo del suo palazzo signorile arringa la folla di poveri cristi gridò “Io so io e voi non siete un ….”.
Dopo il precedente articolo sul caso Canfora avevo deciso di non scrivere più niente; di fronte all’arroganza istituzionale di un ex sindaco di provincia (sicuramente bravissima persona, ottimo professionista, buon padre di famiglia, ecc. ecc.) non ce l’ho fatta ed ho messo in moto il mio istinto liberale e libertario senza dimenticare di dare a Cesare quel che è di Cesare (De Luca !!) come ha fatto Canfora che si arrabbia sempre di più mano a mano che si rende conto che i suoi “compagni di cordata” vanno prendendo le distanze dal suo atteggiamento di reazione immotivata e scomposta: “Noi in Italia abbiamo un problema molto serio che è quello della giustizia. Credo sia l’ora ed il momento di fare una riforma che sia dalla parte dei cittadini. Preciso anche una cosa importante io sono il sindaco di questa città, lo sono ancora anche se qualcuno non vuole accettarlo”; sinceramente non so come commentare simili affermazioni.
Un consiglio posso offrirlo gratis al partito democratico; fermate l’ex sindaco di Sarno finchè siete in tempo; sta gravemente danneggiando il blocco granitico dello schieramento deluchiano che, ora più di ieri, ha bisogno della sua comprovata compattezza.
A questo punto non resta che spettare il 12 ottobre prossimo, sperando che l’intero Consiglio Comunale di Sarno, che deve ratificare la richiesta del Prefetto, non cada nel ridicolo; ne andrebbe di mezzo la stessa democrazia.