CONSERVATORIO MONTEVERGINE – LA COMUNITA’ RESTA IN VIGILE ATTESA

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

SALERNO – La vicenda del Conservatorio Montevergine è stata portata all’attenzione del Primo Cittadino dalla sensibilità del prof. Aniello Salzano, uomo di grande cultura, esponente politico e già Sindaco della Città. In una lettera accorata, ha chiesto l’urgente verifica della condizione attuale della struttura al fine di assicurarne una coerente valorizzazione pur dopo la cessione ai privati, nell’anno 2009. L‘intervento, di elevato spessore, ha rafforzato la pubblica richiesta di ‘verità’ inoltrata alcuni giorni addietro, su queste pagine, alla Soprintendente dott.ssa Bonaudo. Adesso, è auspicabile che una stretta collaborazione istituzionale possa consentire di fare chiarezza su tutto.

Intanto, può essere utile approfondire la conoscenza dei fatti utilizzando ulteriori informazioni presenti in rete e diffuse, in passato, anche mediante documenti cartacei tuttora disponibili negli archivi.

In primo luogo, l’origine longobarda del complesso trova indiscutibile conferma nella Scheda del MIC, accessibile a tutti, che fa risalire la costruzione della Chiesa al 957 e quella del Convento al 1040, o 1042. Siamo ai tempi di Guaiferio, di Guaimario e di Gisulfo, fino a Roberto il Guiscardo. Nella Scheda è anche descritto il Convento: “edificio a pianta irregolare, con cortili e portico esterno. Strutture verticali in muratura mista intonacata. Tetto a falde con ossatura lignea e manto in coppi e canali. Volte a botte e a crociera, piani superiori con solai piani. Due scale di raccordo tra i piani sfalsati… All’interno, al piano superiore, affresco sopra-porta recante un Cristo in croce” (fonte: Scheda, pag. 2). La data di compilazione è quella del 1990, Funzionario Responsabile arch. Maurano, mentre l’ultimo aggiornamento è datato 2011, Funzionari Responsabili archh. Muollo e Villani (fonte: Scheda, pag. 6). Salvo ogni errore.

Per la ‘qualità’ riconoscibile al Conservatorio, come significativa memoria della Città, è di aiuto il suo inserimento nei volumi delle “Passeggiate Salernitane”, editi dalla stessa Soprintendenza nell’anno 1996 (fonte: cit., Vol. I, pag. 25), tuttora disponibili sul sito web. La struttura è inserita in un percorso di ‘conoscenze ed esperienze’ che attraversa il quartiere noto come “Plaium Montis”, alla base del colle Bonadies, la cui edificazione viene attribuita al Principe Guaiferio (fonte: cit., Prefazione). Di più. Chiesa e Convento sono presenti nell’elenco dei beni destinati a ‘spalancare le menti’ (cit.) a cittadini e viaggiatori in occasione della manifestazione “Salerno Porte Aperte” organizzata dal Comune nel 1995 (fonte: vol. I, pag. 9).

Così, appare del tutto naturale ‘chiedere-per sapere’ cosa possa aver causato la perdita di un bene che, a leggere i documenti, era considerato una ricchezza della Città. Anche perché, solo pochi anni prima della cessione, nel 2004, tutta la materia dei beni culturali era stata riordinata con l’adeguamento della normativa alle mutate sensibilità per favorire la loro puntuale gestione ai fini della conservazione, circolazione e alienazione (fonte: Dlgs 42/2004-Codice Beni Culturali). Su questo punto, le note esplicative del Ministero della Cultura sono estremamente chiare.

Si legge che i beni di proprietà di Enti Pubblici, Morali, Religiosi e Privati senza finalità di lucro, sono tutelati a fronte di un ‘generico interesse culturale’ e che, in presenza di determinate condizioni, a quanto sembra realmente vigenti per il Conservatorio, essi sono sottoposti ad un vincolo preliminare ‘presunto’ da rimuovere, eventualmente, con una precisa procedura (fonte: cit., art. 10 c. 5 – Decreto 25/01/2005). Con l’esito positivo della verifica, il bene è sottoposto a tutela definitiva (fonte: cit., art. 12 c. 7) e, quindi, non può essere alienato, esportato all’estero o sottratto alla pubblica fruizione “senza che vi sia un’autorizzazione da parte dell’Ente che ne cura la tutela, ossia il Ministero…attraverso i suoi uffici periferici (fonte: cit., art. 55 c. 1 e art. 56 c. 1). All’opposto, con esito negativo, il bene è escluso da ogni protezione e diventa liberamente alienabile. La tutela attribuita viene anche comprovata dalla sua iscrizione informatizzata nel Catalogo Generale del Patrimonio Culturale, che ne diffonde la conoscenza pubblica. L’obbligo della elencazione era comunque presente anche nelle Leggi precedenti, almeno a partire dal 1907. Questo è scritto, facendo salvo ogni possibile errore di interpretazione.

L’attenzione riservata in passato al Conservatorio da Soprintendenza e Comune, sia esaltandone le caratteristiche che incentivandone la conoscenza a favore dei cittadini e di chiunque fosse interessato alla sua millenaria esistenza, induce a nutrire la massima fiducia in una sinergica azione di riesame dei documenti d’archivio nel rispetto della sensibilità espressa dal prof. Salzano e nell’interesse dell’intera Comunità.

In verità, se l’identità e la vocazione costituiscono i punti di riferimento da valorizzare per consentire alla Città di crescere con una precisa ‘missione’ economico/sociale, allora la tutela del nostro Centro Storico deve costituire un impegno primario e ineludibile. La Città è nata lì, e da lì deve riprendere slancio come, peraltro, è accaduto, e accade, in altre parti del Paese. Del resto, chi viene da noi, lo fa per emozionarsi, per meravigliarsi, per stupirsi, per capire la storia, la civiltà e la vita. Chi vuole divertirsi, va a Dubai.

Per questo, sulla vicenda del Conservatorio Montevergine, la Comunità resta in fervida attesa. E, pure vigile.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 23/09/2023

P.S.: le notizie sono state assunte da pagine web. Si fa salvo ogni errore.

 

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