Canfora e quel pizzico di dignità

 

Aldo Bianchini

Dr. Giuseppe Canfora

SALERNO – Che il “caso Canfora” dovesse essere inquadrato nel settore dell’etica morale, e non in quello giuridico e/o amministrativo, era abbastanza chiaro fin dall’inizio.

Ed anche se la famigerata “legge Severino” (sulla decadenza per effetto di una sentenza di condanna definitiva) non la vuole più nessuno ma nessuno ha il coraggio di cancellarla nonostante la Corte Costituzionale l’abbia dichiarata perfettamente in linea con la Carta attingendo a piene mani in quella che il prof. Severino Nappi (ordinario di diritto del lavoro presso la Federico di Napoli) definisce “giurisprudenza creativa”.

Sappiamo tutti, anche se non vogliamo ammetterlo, che quella legge fu studiata a tavolino e ad arte per fare fuori Silvio Berlusconi; ma il cavaliere ebbe, bisogna riconoscerglielo in maniera postuma, un sussulto di dignità e si dimise qualche ora prima che l’assemblea del Senato votasse la sua decadenza.

Non ha fatto la stessa cosa il sindaco di Sarno, dott. Giuseppe Canfora, che ha atteso inopinatamente il provvedimento di “ordine di decadenza” del Prefetto di Salerno che, comunque, aveva concesso al medico-sindaco tutto il tempo necessario per riflettere e conseguentemente dimettersi; un tempo abbastanza lungo nel corso del quale Canfora aveva trovato soltanto lo spazio per difendersi (ognuno giustamente deve provare a difendersi) dichiarando:

  • Leggendo le motivazioni, risulta ancora più evidente che la condanna si basa su dichiarazioni della cosiddetta parte offesa, che erano state ritenute non affidabili dal Procuratore generale della Corte di Cassazione. I giudici giudicanti, però, hanno avuto altro parere … Sono e mi riterrò sempre innocente. Non ho compiuto alcun crimine, la pena comminata è stata sospesa, alla luce della mia condotta incensurata in tutti questi anni. Mi atterrò scrupolosamente a quanto dicono le leggi, a testa alta; sono lo stesso uomo che ha salvato cinque persone in mare, il medico che ha salvato centinaia di pazienti, il Sindaco che si è preso cura di questa città per 10 anni. Il motivo è che non sapendo come battermi nelle urne, cercano di eliminarmi in altri modi. Io sono un uomo, un marito, un padre, un nonno, un medico ed un sindaco, non sono un criminale”.

Ma il provvedimento è arrivato nel giorno di San Matteo, il patrono di Salerno con due facce, forse perchè il “caso Canfora” può anche essere letto in due modi diversi: da un lato le sentenze giudicano un fatto e non la persona, e dall’altro la dignità della persona che spesso sfocia (come nella fattispecie con la bocciatura del vice sindaco Roberto Robustelli a tutto vantaggio dell’assessore Eutilia Viscardi che eredita la fascia tricolore nell’attesa delle future elezioni) in una rabbiosa battaglia politica.

Avv. Giovanni Falci

E ritorna di grande attualità il commento che l’avv. Giovanni Falci (sicuramente uomo di sinistra ma capace di ragionare) espresse in calce al mio articolo del 4 settembre scorso:

  • Caro Aldo il problema si pone non sul piano giuridico o amministrativo, ma su quello etico e morale. Si pone proprio per la dichiarazione del dott. Canfora. Egli si definisce una persona per bene a prescindere dalla sentenza che lo ha condannato. E questo ci sta: le sentenze giudicano un fatto non una persona. Ma proprio perché sarebbe una persona per bene che salva vite umane, è un padre marito e professionista stimato, dovrebbe dimettersi. Esiste un essere e un dover essere: Canfora non si dimette giuridicamente, ma dovrebbe dimettersi moralmente. Giovanni Falci.

Ma lo stesso avv. Falci a commento sempre di un mio articolo sul caso Canfora (pubblicato il 17 agosto 23 aveva postato il seguente scritto:

  • anche Berlusconi era “ un uomo, un marito, un padre, un nonno, un imprenditore ed un onorevole. Non un criminale”. La legge Severino è una barbarie giuridica ma se c’è va applicata a tutti (art. 3 Costituzione). Il fatto è che Canfora sarà tutto quello che ha dichiarato, ma è un condannato e dovrebbe dimettersi prima del provvedimento del Prefetto, Potrebbe così aggiungere che oltre che “Io sono un uomo, un marito, un padre, un nonno, un medico ed un sindaco. Non sono un criminale”, sono “una persona CORRETTA”.

Le dimissioni rapide di Canfora potevano rappresentare un punto di ripartenza della sinistra; la difesa ad oltranza nel silenzio ovattato della sinistra scaraventa nell’oblio ancora di più il Partito Democratico nel suo complesso che dopo aver fatto le leggi non impone ai suoi iscritti di rispettarle, nonostante una sentenza passata in giudicato.

 

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