Troppe le vittime sul luogo di lavoro.

 

da Pietro Cusati (Giurista-Giornalista)

 

 

 

 

 

 

 

Lavorare non è morire,In sette mesi ,da gennaio a luglio 2023, secondo i dati ufficiali pubblicati dall’Inail, le vittime sul luogo del lavoro accertate sono state 559. Secondo i dati aggiornati dei sindacati di categoria sarebbero molto di più,intorno agli 800 infortuni mortali . La sicurezza sul lavoro deve essere un tema di primaria importanza. Non si può morire di lavoro e  nemmeno rischiare di infortunarsi. La normativa che regola la materia della sicurezza sul lavoro è molto  complessa e spesso di non semplice  comprensione  per alcuni  sui quali ricadono gli obblighi relativi.Infatti  si fa riferimento all’insieme di misure, provvedimenti, valutazioni e monitoraggi che bisogna mettere in atto all’interno dei luoghi di lavoro per tutelare la salute e l’integrità dei lavoratori, proteggendoli dai rischi presenti.Si tratta di un tassello fondamentale nel quadro della corretta gestione aziendale che fa leva su due dimensioni in particolari:la prevenzione,le misure previste per evitare che si verifichi un evento dannoso e la  protezione, per limitare le conseguenze di un evento dannoso che si verifica. Secondo i dati Eurostat il Paese con il tasso di incidenza infortunistica, cioè il numero di infortuni in rapporto alla popolazione occupata, più alto è Cipro, seguito dalla Bulgaria e poi dall’Italia. La settimana scorsa ,in occasione dell’avvio del corso di formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro per gli ispettori tecnici del lavoro,il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, un  messaggio: « Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza.Il nostro Paese colloca il diritto al lavoro e il diritto alla salute tra i principi fondanti della Repubblica. Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro .I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza. La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro.

 

 

 

 

 

 

 

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