CARDIOCHIRURGIA: il candore disarmante di Carmine Landi

 

Aldo Bianchini

Dr. Carmine Landi - cardiologo

SALERNO – Non conosco e non ho mai incontrato il dr. Carmine Landi (cardiologo e già amministratore comunale) ma sono rimasto impressionato, quasi come folgorato sulla via di Damasco, per il candore e la lucidità con cui (in una lunga lettera inviata al giornale online “leCronache.it”, pubblicata lunedì 28 agosto 2023) ha posto una domanda semplice semplice che in tanti avrebbero voluto porre e non ne hanno avuto il coraggio: “Perché Severino Iesu non ha fatto il nome di De Luca ?”.

Questa domanda, posta per la vicenda dello svuotamento della cardiochirurgia salernitana che ha scatenato una insulsa campagna mediatica e politica, se possibile me lo ha reso (alludo al dr. Landi) ancora più simpatico del normale, fino al punto da farmelo immaginare nelle vesti di “un innocente bambino che con un giglio in mano si avvicina all’altare della prima comunione” (così De Luca definì Andria durante la campagna elettorale comunale del 2006); e non me ne voglia il dr. Landi per questa definizione che non è assolutamente riduttiva e/o denigratoria, piuttosto mette in risalto le qualità e le sensibilità di un professionista serio e competente che non vuole o non può capire cosa sta succedendo in uno dei reparti sanitari del Ruggi che per decenni è stato onore e vanto dell’intera città.

E non solo perché, ovviamente, non conosce almeno tre verità: lo sdoppiamento della cardiochirurgia voluto e fatto dal prof. Di Benedetto (alla cui scuola Iesu è cresciuto), che lo stesso Iesu comunque doveva andare via per raggiunti limiti di età per pensionamento e che, alla fine, si è dimesso sul filo di lana. Ma io, da “vecchio vaccinato” (rispetto all’età piuttosto giovanile del dr. Landi) aggiungo che qualora il prof. Iesu dovesse decidere di chiamare in causa De Luca potrebbe venire travolto dalla nota irruenza del governatore.

Detto questo, per non continuare ad insistere ed infierire su tutti i professionisti che hanno lasciato o stanno lasciando il Ruggi, è utilissimo cambiare modo di vedere la questione e far riferimento al calcio (si, il gioco del pallone che tutti, dico tutti, meglio comprendono) ed a quanto in esso sta accadendo.

Nel calcio di oggi è arrivato il ciclone dei “soldi arabi”; un ciclone che non consente alcun tipo di ragionamento, bisogna subito dire si o no. E nella rete ci stanno cascando tutti, allenatori e calciatori, soprattutto quelli a fine mandato o a fine carriera. E tutti i professionisti che vanno via dal Ruggi, per approdare a Roma o in altro sito, è come Mancini che va nei paesi arabi; niente di più e niente di meno; cambia e notevolmente soltanto il peso economico dell’offerta.

E personalmente non riesco a nutrire nessuna riprovazione verso chi, a fine mandato o a fine carriera e/o in procinto di andare in pensione, riesce a trovare le motivazioni per creare le basi per la continuazione di una sua prerogativa sportiva e/o professionale per offrire ancor il suo prezioso contributo; e sicuramente Iesu è tra questi, dall’alto della su enorme professionalità.

La medicina pubblica, purtroppo, soprattutto dal punto di vista delle incentivazioni economiche e dei prolungamenti dei rapporti di lavoro, è imbavagliata da leggi obsolete che sicuramente non ha fatto il governatore Vincenzo De Luca.

Poi se vogliamo ricordare ed elencare tutti gli errori commessi, sia da De Luca che dai suoi predecessori, nell’ambito della sanità pubblica della Regione Campania (che anche questa maggioranza di governo non riesce  commissariare, nonostante le roboanti promesse elettorali) il gioco sarebbe di una facilità enorme; ma rischieremmo anche di apparire innocenti con il candore di quel bambino che con il giglio in mano va verso l’altare della prima comunione.

 

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