ASSOLTA IMPUTATA DI TORRACA PER REDDITO DI CITTADINANZA

 

Marilena Mascolo

 

Avv. Benedetta Falci

Quando si dice “di padre in figlio”.

Ieri al Tribunale di Lagonegro, Giudice dott. Ennio Trivelli, l’imputata A.C. di Torraca è stata assolta dal reato di avere percepito illecitamente, con la presentazione di dichiarazione non veritiera, il reddito di cittadinanza.

L’imputata era difesa dall’avv. Benedetta Falci del foro di Salerno che si è “speso” una sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione dello scorso 13 luglio resa in caso patrocinato dal padre, l’avv. Giovanni Falci.

Era successo che nel 2021 i Carabinieri di Sapri avevano “scoperto” che A.C. viveva in casa dei genitori nonostante la sua residenza fosse presso altro numero civico della stessa strada. Sulla scorta di questo stato di famiglia artefatto, le era stato erogato il reddito di cittadinanza che aveva percepito fino alla sua denuncia alla Procura della Repubblica di Lagonegro.

Dopo la chiusura delle indagini l’imputata aveva chiesto tramite il suo difensore avv. Benedetta Falci, di essere giudicata con il rito abbreviato che si è celebrato ieri.

Il PM di udienza aveva chiesto condannarsi A.C. ad anni 2 di reclusione ma la sentenza ha ritenuto l’imputata innocente del raggiro ed ha condannato la stessa a 8 mesi di reclusione per falsità ideologica.

In realtà l’avv. Falci ha dimostrato che non poteva esserci truffa ai danni dello Stato perché con o senza i genitori conviventi, A.C. avrebbe avuto diritto a percepire il reddito di cittadinanza; in poche parole non aveva percepito “indebitamente” il contributo.

L’indagine, molto accurata e serrata svolta con sopralluoghi presso l’abitazione della famiglia C. e con acquisizioni presso ENEL e CONSAC, aveva omesso di verificare la circostanza più importante e decisiva e cioè se il reddito del padre di A.C. cumulato con quello della moglie e della stessa imputata che ha anche un figlio a carico, superasse la soglia prevista dalla legge per ottenere il beneficio.

Chiarito questo aspetto (il reddito complessivo era ampiamente nei limiti previsti dalla legge) con la consulenza del dott. Francesco della Valle dello studio Antonio Picardi di Salerno, l’avv. Falci ha chiesto l’assoluzione della imputata che, anche se non piena, quantomeno servirà per non far restituire all’INPS gli importi percepiti.

In ogni caso l’avv. Benedetta Falci ha preannunciato il ricorso in appello avverso la condanna per falso che ritiene non sussistere perché inutile e innocuo nello sviluppo dell’intera condotta tenuta da A.C..

A.C. avrebbe volutamente fatto un falso per non ottenere quanto, senza artifizi, le era dovuto.

 

 

 

 

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