da Salvatore Memoli (avvocato-giornalista-scrittore)
Questo settembre mi ricorda un viaggio importante in Tunisia del 2003 fatto in compagnia di Mario Carotenuto. Fu mio ospite per un viaggio che in parte pianificammo a Salerno, per il resto vissuto con la libertá di chi vuole conoscere un Paese diverso, per giunta musulmano, dove si fondano la sacralità della religione e l’intensità di una vita piena di luci, colori, sapori, a tratti lontana da qualsiasi condizionamento. Il viaggio fu fatto in nave da Napoli, un’esperienza di vita che sconvolgeva le nostre regole di vita, le abitudini, e permetteva, col nostro consenso, la conoscenza di altre persone, per lo più gruppi familiari, che rientravano nel loro Paese.
Mario annotò ogni minima suggestione del viaggio, a partire dalla nave: Parto da Napoli in compagnia di Salvatore… nella tarda mattinata del 3 settembre 2003…Ho una grande curiosità per questo viaggio in Tunisia! Molti passeggeri tornano in patria per una breve vacanza o per una visita ai parenti… Per la prima volta mi trovo a contatto diretto con volti che hanno qualcosa di diverso, i tratti palesi della differenza.Ho chiesto che qualcuno posasse per gli appunti del mio taccuino…
> È come se volessi scoprire, già dalla nave, lo spirito dell’Africa, il senso di una civiltà e di un’appartenenza.
> Sbarchiamo al porto di Tunisi, bianco, polvere ed azzurro disteso sul paesaggio come un’enorme coperta di seta.
> Ci fermiamo per poco. Tunisi è una grande città.
> Arriviamo a Sousse nel pomeriggio inoltrato. Mi meraviglia tutto ciò che è moderno nella piccola cittá.
È l’Africa dissi a una signora dell’albergo… No è la Tunisia, mi rispose.
In questa Tunisia che per Mario era Africa, incontrò tutto ciò che restava autentico. Donne velate, gioielli sfarzosi, ambienti pieni di luce, come Delacroix gli aveva trasmesso con la sua pittura. I giorni, la ricerca spontanea, la capacità di adattarsi e di mettere tutti a proprio agio gli permisero d’immergersi in quella cultura che odorava d’incenso e di gelsomino. Imparò ad andare da solo nei vecchi caffè della Medina, con l’aiuto di persone del posto, farsi accompagnare sulle terrazze delle antiche case da cui ad occhio nudo si vedeva anche Pantelleria. Le sue annotazioni erano sempre più cariche di emozioni e precise in ogni dettaglio: Alle finestre tunisine c’è quasi sempre una grata, specialmente nelle case del popolo. Spesso c’è qualcuno che osserva, non visto… Sul muro d’un bianco latte c’erano ombre proiettate…
Carico della sua saggezza sapeva adattarsi a qualsiasi circostanza che con tanto interesse annotava: la cosa più difficile è capire il carattere delle persone, il loro pensiero. Il sorriso spesso nasconde tutto.
Si ha l’impressione che non ci siano orologi a dare quel sapore ineluttabile a tutte le ore…
Con Mario ho girato quasi tutta la Tunisia, raggiungendo posti lontani, luoghi pieni di cultura ed arte come ad esempio Gafsa per vedere i suoi mosaici del IV secolo a.c. e tanti particolari come le piscine romane dove ragazzi adolescenti si tuffavano dai tetti delle casa circostanti.
Le sue annotazioni le rileggo ancora oggi e trovo che fermano per sempre nel tempo la verità e la bellezza di questi luoghi che amo: Giallo e giallo, ocra e ocra si ripetono all’infinito fino allo sfinimento ed anche alla pace dell’anima. Il cielo é vasto, alto e lontano a toccare una linea oscura, dove mi sembra impossibile che ci possa essere una città. Il silenzio é assoluto.
Ed infine il suo rapporto con il deserto: Ho capito che il vuoto e il silenzio ti avvolgono e ti possono far lievitare verso un mondo interiore che credi dimenticato per sempre… In quel nulla apparente sei veramente te stesso per intero…sono sempre convinto che nel volto d’un uomo ci sia molto più d’un racconto e d’un paesaggio.
Al termine di questo viaggio che aveva permesso ad una vacanza di diventare della sua un momento di apertura, studio e ricerca della sua consueta attività di pittore, Mario Carotenuto mi aveva affidato il suo desiderio di ritornare ancora in Tunisia. A Salerno, in molte famiglie, ci sono parte dei quasi cento disegni, tele, studi che l’emozione Tunisia aveva impresso in lui. A me che vivo in questo paese, capita spesso di rivedere, luoghi, monumenti, persone che Mario aveva visto ed aveva apprezzato con commenti lusinghieri. Ricordo ancora che mi disse: c’é sempre un piano di lettura nascosto, che dà significati diversi anche a gesti soliti e che sempre si ha la sensazione dell’ignoto nel vedere paesi diversi, nel conoscere persone diverse.
Questo credo che sia il vero senso del viaggio…diceva Mario e questo ho appreso da lui come verità che mi accompagna ancora nel mio viaggio.
“A te debbo la conoscenza di luoghi e persone di una terra in apparenza solare ed aperta, ma in fondo misteriosa e difficile…”
Sei ancora qui con me, caro Mario!