COMUNE – LA PROGRAMMAZIONE DEL CAOS

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

Gli Enti Locali debbono ispirare la propria gestione al principio della programmazione (fonte: art. 151 Dlgs. 267/2000-TUEL). Essa è definita come procedura di “analisi e valutazione che…consente di organizzare…le attività e le risorse necessarie per la realizzazione di fini sociali e la promozione dello sviluppo economico e civile delle comunità di riferimento” (fonte: all. 4/1 Dlgs. 118/2011). Nella fase di programmazione, deve essere rispettato il principio della coerenza ‘a cascata’ tra i diversi strumenti utilizzati. Cioè, l’uno deve essere la prosecuzione logica dell’altro.

Da quest’anno, è andato a regime il nuovo ordinamento in applicazione delle modifiche introdotte dal Legislatore  ”per assicurare la qualità e la trasparenza dell’attività amministrativa e migliorare la qualità dei servizi ai cittadini e alle imprese…” (fonte: L. 09/06/2021 n. 80, art. 6 c. 1). Così, al DUP-Documento Unico di Programmazione, che rileva i bisogni da soddisfare, le spese da sostenere e le risorse da acquisire, al Bilancio di Previsione, che quantifica le Entrate e le Uscite nel rispetto degli equilibri imposti dalla Legge, al PEG-Piano Esecutivo di Gestione, che assegna a ciascun Dirigente le somme da gestire in autonomia e con responsabilità, si è aggiunto adesso il PIAO-Piano Integrato di Attività e Organizzazione, che ha il compito di assicurare il costante adeguamento della struttura dell’Ente alle mutazioni del contesto operative. E, quindi, a segnalare i miglioramenti da apportare ai processi, all’organizzazione, al personale, ai diritti, alla formazione, alle azioni contro la corruzione. L’obiettivo è quello di elevare il livello di benessere economico, sociale e ambientale dei cittadini rispetto al punto di partenza. Un benessere definito ‘Valore Pubblico’ (fonte: PIAO). Ovviamente, non è il caso di approfondire. C’è solo da aggiungere che la Legge attribuisce all’elaborato una particolare importanza, al punto da disporne il deposito in un portale web ove, ad oggi, ne risultano caricati ben 11.524.

Il PIAO Comunale è stato approvato dalla Giunta con delibera n. 295 del 30/08 scorso. E’ un documento molto faticoso da leggere, con le sue 212 pagine. Di esse, ben 55 sono dedicate alla tutela della Parità di Genere e alla Trasparenza. Altrove, sono stati più sintetici. Il PIAO di Milano è di 124 pagine, di Bologna 163, di Genova 80, di Roma 154.

Sul contenuto, non c’è molto da dire, considerato che la sua prevalente finalità è quella della comunicazione rivolta ai cittadini. Peraltro, sul capitolo dell’Organizzazione della struttura, dopo le modifiche apportate dalla delibera di Giunta n. 263 del 12/07, c’è già stata una recente riflessione per temute interferenze tra Settori a causa dell’attribuzione di funzioni incrociate. Salvo errore. Qualcosa, invece, si deve dire sull’elenco dei lavori pubblici programmati nel triennio 2023-2025 che riporta l’aggiornamento disposto dalla Giunta con la delibera n. 292 assunta sempre il 30/08. In allegato a tale ultimo provvedimento, ci sono quattro elaborati che riportano: – la spesa totale per le opere del 2023. 2024 e 2025; – il dettaglio degli interventi previsti nel triennio, e anche oltre; – la specifica delle opere del solo 2023; – l’obiettivo dei lavori a fine 2023-2024 (fonte: cit., all. A-D-E-Piano Obiettivi). Dal primo prospetto, si rileva che il totale dei lavori di quest’anno dovrebbe essere di € 45,3 milioni a fronte di € 160,6 e € 149,8 del 2024 e 2025. Cioè, in tre anni, ci sarebbe un esborso complessivo di € 355,7 milioni. Nel secondo prospetto, il dettaglio per singola voce mette in evidenza che diversi cantieri, tra gli 85 elencati, continueranno ben oltre il 2025 e che, per questo, il ‘monte opere’ programmato raggiungerebbe lo stratosferico importo di € 570.513.588,78. Una enormità, ancor più per una Città in Disavanzo grave e con un piano di rientro che impone sacrifici già oggi insopportabili. Sarebbe il caso di chiarire chi pagherà tutto questo. A leggere l’elenco, si scopre che molte opere sono slittate: la sistemazione delle piste ciclabili, la ristrutturazione della piscina ‘Vitale’, l’avvio del recupero del ‘Vestuti’, il Palasilvestri e il Palatulimieiri, il Palazzetto dello Sport, la sistemazione idraulica di alcuni torrenti della zona est, quelli che sono potenziali cause dei liquami in mare. Stupisce, poi, che manchi il rifacimento di Corso V. Emanuele, benché l’avvio del cantiere sia stato preannunziato da importanti Amministratori per domani, 07/09. All’opposto, sono elencati il recupero del Palazzo di Città e del Teatro Verdi-Casino Sociale. Eppure, con delibera n. 200 del 14/06/2023, la stessa Giunta ne ha disposto la cancellazione con il trasferimento della somma complessiva di € 7,8 milioni ad altri cantieri. Si fa salvo l’errore, ma la delivera c’è.

Se si esamina, infine, il prospetto degli obiettivi 2023-2024 si rileva, anzitutto, che le opere programmate sono 81, non 85, per un totale di € 561,2 milioni, non di € 570,5, e che esse non coincidono con quelle degli altri elenchi. Mancano, qui, il Palazzo di Città e il Teatro Verdi, mentre c’è il Corso V. Emanuele che si prevede di realizzare nel 2023 solo per il 10%. Poi più nulla, perché non ci sono stati di avanzamento nel 2024. Cioè: “lo lasciate in sospeso”? Altri lavori dovrebbero essere chiusi per fine anno anche se, a quanto si sa, neppure sono iniziati. E’ il caso del Trincerone Est, di opere di E.R.P., del Museo Papi. Ci sono, ancora, il parcheggio di interscambio del Trincerone e la Pista Ciclabile a mare per i quali è scritto che mancano le coperture finanziarie. Dello scavo di piazza Cavour, che è privato, nulla si dice per il futuro. Ciò detto, non è utile proseguire poiché, mancando una chiave di lettura, non è agevole interpretare l’elaborato, schematico e molto colorato. Per questo, è necessario far salvo ogni errore.

La programmazione non è un esercizio letterario. La programmazione è una procedura complessa fatta di analisi delle condizioni, di progettazione delle procedure, di acquisizione delle risorse, di verifica dei risultati a favore della Comunità. Per questo obiettivo, le opere pubbliche sono una componente fondamentale. Se di esse manca una puntuale gestione, è il caos. Dapprima operativo, poi finanziario. Abbiamo avuto deli esempi. Nelle nostre condizioni, davvero non avremmo bisogno di averne altri.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 06/09/2023

P.S.: i dati sono stati estratti da pagine web. Si fa salvo ogni errore.

 

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