Salerno e Verde Pubblico: pronti via … ci risiamo

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Un dato certo c’è; sicuramente non c‘è bisogno del dr. Donato Pessolano (consigliere comunale, facente parte dei consiglieri comunali che prima delle elezioni 2021 si staccarono dalla maggioranza deluchiana: “i famosi sei di Oltre”; confluiti poi in vari raggruppamenti e con Pessolano a supporto della candidatura a sindaco di Elisabetta Barone) per dirci che il verde pubblico a Salerno non funziona; senza aggiungere che, in verità, non ha mai funzionato; neppure durante il lungo e incontrastato regno del kaimano che lui stesso per anni ha sostenuto.

Ringraziamo, comunque, il consigliere Pessolano per l’interesse mostrato anche a difesa della sicurezza e dell’incolumità della popolazione ma, per il resto, non riusciamo proprio a capire perché a Salerno (come ho già scritto) il verde pubblico viene confuso con il verde delle erbacce; e soprattutto con comprendiamo perché da decenni si continua ad ignorare i problemi serissimi legati alla pulizia e manutenzione delle sette aste torrentizie delle quali fanno parte, ovviamente il Rio Fusandola e il Rio Mercatello (evocati da Pessolano).

Meglio abbandonare il plurale e ritornare al singolare personale per chiedere come mai tutti gli assessori all’ambiente degli ultimi sessant’anni hanno continuato e continuano insistentemente e caparbiamente nel difendere l’indifendibile e nel continuare scelleratamente ad operare, senza tener conto dell’esigenza di una mappatura generale, mettendo soltanto pezze qu e là.

A questo sistema, naturalmente, non è riuscito a sottrarsi neppure il giovane assessore socialista dr. Massimiliano Natella (che Pessolano più o meno, non condanna per ragioni politiche) fino al punto da indurmi chiedere perché ha accettato di fare l’assessore all’ambiente ben sapendo che i soldi disponibili sono pochi e che le figurelle pubbliche sono assicurate. “Spirito di servizio ?”, spero che sia così anche se francamente ci credo molto poco.

Ma, al di là degli schieramenti politici contrapposti, il problema sottolineato da Pessolano resta ed è visibile anche ad occhio nudo, soprattutto per chi abita nelle vicinanze delle aste torrentizie che assistono impotenti all’incuria in cui sono state lasciate da decenni; salvo poi a deviare i loro corsi (Fusandola e Mercatello) quando occorre garantire la costruzione di mostri di cemento, come il Crescent e il Comando Provinciale Carabinieri, in barba alla sicurezza dei cittadini.

E’ passato da poco il ferragosto ’23 e fra un po’, quindi, ricominceranno le piogge e le tempeste d’acqua, con relativi parziali allagamenti delle zone che già tutti conosciamo da Torrione fino a Mercatello, partendo dalla foce del Fusandola.

E la giostra, se possibile, continuerà per tutto l’autunno che verrà.

 

 

 

 

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