Aldo Bianchini
SALERNO – Ho letto su diversi giornali online la notizia (presentata come fosse accaduta la fine del mondo) della chiusura inopinata della Certosa di San Lorenzo di Padula nella giornata di giovedì 17 agosto 2023; chiusura rumorosamente contestata da un centinaio di turisti rimasti fuori dalla “Casa Alta” la sezione che appartiene al Ministero e che racchiude in se la vera Certosa.
Come al solito dopo la notizia e la condanna mediatica (condita da report fotografici) nessun tentativo di approfondimento della scabrosa vicenda, un modo di fare come colui che lancia la pietra e nasconde la mano; ed è stato così, con l’informazione pronta a “consolare” la Direzione Regionale dei Musei (lesta a presentare irricevibili scuse ed a rimborsare i biglietti, come se questo fosse sufficiente a sanare l’obbrobrio !!); senza trascurare la sottile ed insinuante ipotesi, avanzata dalla Direzione Regionale ed eclatata dalla stampa, che siano stati i tanti visitatori a sbagliare la consultazione dei vari siti. Insomma tutti cretini ?
Non è affatto vero difatti se si va sia sulla scheda-google che sulla pagina FB ancora oggi risulta che giovedì scorso era una giornata di apertura e che a ferragosto, martedì, il monumento era chiuso. Chi gestisce materialmente questi due canali di informazione, che sembrerebbero essere ufficiali vista la presenza del numero di telefono della biglietteria (0975-1966359) e del sito web (www.padula.eu) ed appartenenti al Consorzio Artem ?
Inoltre sul sito ufficiale “padula.eu” ancora oggi non è segnalata né l’apertura del 15 e né la chiusura del 17 agosto.
E’ vero che la notizia della chiusura c’era sul sito della Direzione Regionale, ma è altrettanto vero che i principali canali aperti alla consultazione dei turisti sono: fb – google e il sito web del concessionario. Domanda: se non sono canali ufficiali perché non vengono cancellati ?
Inoltre va segnalato che la pagine FB “certosa di padula” è stata aggiornata soltanto nel pomeriggio del 17, cioè ad obbrobrio consumato. Ovviamente questa affermazione prende corpo non da un controllo ormai non più possibile ma dalle tante osservazioni degli utenti visitatori.
Tutto risolto ? assolutamente no perché in campo rimangono le responsabilità che, nella veste di “presunto giornalista rionale, più che altro sparatore di pose” (come ha scritto un baldo amministratore del Comune di Padula su FB qualche giorno fa) cercherò, pur non essendo nato nel Vallo e neppure residente, di individuare a carico di chi ben sapendo come funziona la giostra non ha, presumibilmente, mosso un dito per non farla bloccare.
Per farlo è necessario ripercorrere la filiera di comando che dal ministero arriva al sito monumentale di Padula (patrimonio dell’Unesco); cominceremo dalla testa che è la prima cosa che puzza del pesce: il ministro Gennaro Sangiuliano, il Consorzio Artem e il suo referente locale Salvatore Falabella (neo sindaco di Lagonegro), Marta Ragozzino (direttrice regionale dei musei campani) e la famosa “cabina di regia” ormai dimenticata.
In questo guazzabuglio di responsabilità si salva forse soltanto il Comune di Padula; ma lo vedremo nella prossima puntata di questa triste vicenda.