PESTE SUINA: Regione ed Enti Locali tutelino gli agricoltori del Vallo

 

da avv. Polo Carrano

Avv. Paolo Carrano

Ad oggi, i fatti ci dimostrano che le misure previste non sono ancora state applicate nella maniera rigorosa e tempestiva, che è invece necessaria e che i nostri imprenditori agricoli sono nuovamente esposti a gravi rischi.

Si evidenzia inoltre , che non sia stata fatta sufficiente e adeguata attività di informazione sul territorio e alle imprese coinvolte, con il rischio che una tale comunicazione confusionaria e imprecisa possa arrecare ulteriori danni alle aziende già vittime della cattiva gestione di un rischio sanitario preannunciato.

La priorità deve essere la salvaguardia delle aziende suinicole del Vallo di Diano che sono quelle maggiormente colpite dalle conseguenze della peste dei cinghiali. Hanno bisogno di sostegni economici, altrimenti rischiano di chiudere e con loro perderemo il patrimonio suinicolo del nostro territorio, insieme alle eccellenze relativa alla norcineria (locali adibiti alla produzione , vendita di carne di maiale e conservazione delle carni mediante la produzione di salumi e insaccati di carne suina ).

Il piano di indennizzo non solo per le aziende suinicole, ma anche per i danni indiretti alle aziende legate alla recettività,alla selvicoltura, e a tutte quelle realtà che si vedranno limitate dai provvedimenti. E’ infatti categorico il bisogno di sostenere e tutelare le imprese del Nostro Territorio ( Vallo di Diano ) che rischiano incalcolabili danni economici : dagli agriturismi che hanno già dovuto subire le restrizioni legate al Covid e che negli ultimi due anni non sono mai riusciti a ripartire a pieno regime, alla selvicoltura le cui attività sono anche essenziali per il contenimento del rischio idrogeologico.

Si sollecitano , visto l’alto numero di capi attualmente presenti sul territorio, i rappresentanze Politiche del nostro territorio , gli enti e l’ Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania, affinchè, venga al più presto presentato un piano di abbattimento massimo di cinghiali possibile e si valuti l’impiego dell’esercito al fine di raggiungere i risultati necessari nell’ area di pertinenza per ridurre il rischio di infezione su tutta l’area , adottando un piano di gestione della biosicurezza con l’obiettivo di prevenire la contaminazione indiretta di operatori e mezzi, ivi inclusi i cacciatori, la eventuale diffusione del virus in aree indenni e il tracciamento della filiera e della commercializzazione dei cinghiali abbattuti.

Avv. Paolo Carrano – portavoce Fratelli d’Italia di Teggiano

 

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