da dr. Vincenzo Mele (giornalista)
Se n’è andata nella serata di Giovedì 10 Agosto Michela Murgia: aveva da Maggio un carcinoma renale e, come aveva annunciato allora, le erano rimasti pochi mesi.
Autrice di romanzi come “Il mondo deve sapere”, “Accabadora” (vincitrice nel 2009 del Premio Campiello) e “L’incontro”, è stata co-conduttrice su Radio Capital del programma radiofonico “Tg Zero”, insieme a Edoardo Buffoni. Michela Murgia fu anche una convinta femminista e una strenua difensora dei diritti civili; nel 2013 pubblicò “L’ho uccisa perché l’amavo: falso!”, un pamphlet contro il femminicidio, insieme a Loredana Lipperini e nel 2019 uscì “Morgana, storie di ragazze che tua madre non approverebbe”, una raccolta di racconti scritto a quattro mani con Chiara Tagliaferri, tratto dal podcast “Morgana”, nella quale sia Tagliaferri che Murgia narravano di storie di ragazze indipendenti, fuori dagli schemi, affrontando il tema della maternità.
Io ho avuto l’onore di incontrare dal vivo, seppur brevemente, Michela Murgia.
Era inizio Ottobre 2019 ed ero a Ferrara per un importante workshop di regia cinematografica tenuto da Alice Rohrwacher, workshop che era all’interno del Festival “Internazionale a Ferrara”, organizzato dall’omonimo settimanale di Giovanni de Mauro, che riportava le notizie tradotte di testate internazionali come “El Pais”, “New York Times”, “Le Figaro”.
Finita la seconda delle tre lezioni programmate in quel fine settimana di inizio Ottobre, andai in giro per il centro della città estense, quando riconobbi, all’altezza del Castello Estense e a pochi passi dalla statua dedicata a Girolamo Savonarola, Michela Murgia con tanto di occhiali da sole; in quel periodo conduceva “Tg Zero” su Radio Capital che andava in diretta di pomeriggio. L’anno prima, l’autrice di “Accabadora” criticò pesantemente l’allora Ministro dell’interno Salvini citando le esperienze professionali che lei aveva avuto, a differenza di Salvini che campava di politica, cosa che fa ancora oggi.
Le chiesi se fosse possibile scattare una foto insieme, ma lei rifiutò in quanto mi disse che doveva fare dei controlli medici, oltre al fatto che non le piacevano i selfie, ed io, da persona educata, rimetto il telefono in tasca e iniziai a conversare con lei sul programma radiofonico che lei conduceva. Dopo meno di 5 minuti di conversazione ci congedammo, lei per la sua strada e io per la mia. Mai avrei pensato che quello fu il mio unico (seppur breve) incontro con lei e per giunta in una città suggestiva come Ferrara. Quattro anni dopo appresi della malattia sui notiziari principali, la stessa malattia che l’ha portata via a soli 51 anni.
La notizia della sua scomparsa ci rattrista molto perché non abbiamo nemmeno avuto il tempo di elaborare il lutto per la scomparsa di Andrea Purgatori, aggiungendo che ci ha lasciato un’eccezionale scrittrice che con la potenza della sua letteratura aveva parlato del confine tra dolore, morte e pietà, un’attenta giornalista che ha saputo criticare con intelligenza chiunque senza eccezioni, una convinta sostenitrice dei diritti LGBTQ+ e una speaker radiofonica con un ironia pungente.
Ci mancheranno il suo coraggio, l’intelligenza, la passione politica, la voglia fino all’ultimo giorno di costruire il futuro.