da Alfonso Malangone
(Ali per la Città)
SALERNO – La massima Autorità cittadina ha dichiarato che le modifiche intervenute nella distribuzione dei fondi PNRR mettono a rischio la realizzazione del cosiddetto ‘Parco D’Agostino’, già altre volte rinviato. Un progetto certamene rilevante in termini di spesa, € 20 milioni, sebbene in linea con quelli che si realizzano in Città dove tutte le opere sono multi-milionarie. Anche se, per pagarle, siamo ora costretti a vendere i beni residui della nostra storia e della nostra cultura. In ogni caso, sembra che il pericolo sia scongiurato. Si è letto che altri fondi saranno messi a disposizione e, forse, si perderà solo un poco di tempo. Epperò, il ritardo potrebbe non essere un danno se, nel frattempo, si organizzasse una riflessione sul progetto nell’interesse della Città.
Si sa che la ‘U.S. Salernitana 1919’ è in procinto di investire – altrove – una cifra molto rilevante per la costruzione della sua Casa, con annesse infrastrutture sportive, su un’area di estensione compresa tra i 270.000 e i 300.000 mq.. E, si sa che almeno due precedenti proposte di insediamento fatte dalla nostra Amministrazione non sono andate a buon fine. Sui motivi, non è utile discutere. Però, prima di perdere un investimento che farebbe circolare molto denaro, offrendo lavoro a tante imprese e tanti giovani, sarebbe opportuno verificare ogni altra ipotesi. E, quindi, vale la pena approfondire la proposta già avanzata del ‘Parco D’Agostino’ per verificarne l’idoneità e la concretezza.
E’ da premettere che il luogo è quello della collina compresa tra la frazione di Brignano e il Colle Bellaria, quest’ultimo noto anche come ‘Masso della Signora’, che la chiude arrivando fin quasi al mare. Più precisamente, si tratta del suo versante Nord rimasto ancora a verde, verso il Castello Arechi, a differenza di quello Sud, che guarda verso Agropoli, occupato dal quartiere di Sala Abbagnano. L’area complessiva, estesa oltre 300.000 mq., è un enorme spazio industriale dismesso posto ad almeno 70 metri al di sopra della Città. Lì ha operato una importante azienda di piastrelle in ceramica, appunto la D’Agostino, i cui capannoni sono tuttora presenti al confine Est, su una porzione di circa 66.000 mq.. Altre grandi piazzole sono state modellate ad altezze variabili dall’attività di estrazione dell’argilla. E’ presente anche un laghetto, creato proprio dagli scavi, alimentato da alcune falde acquifere.
Il progetto finanziato con i fondi PNRR interessa una parte minore di tale estensione, quasi al centro, per circa 70.000 mq.. E’ di proprietà Comunale ed è tuttora destinata a verde attrezzato e sport. Restano fuori, salvo errore, lo stabilimento industriale, privato, riconvertibile in residenze e servizi, un’area di riqualificazione e altre porzioni di natura argillosa, pure private, solo destinabili a verde con l’impianto di idonee alberature frenanti di alto fusto. L’accesso è assicurato da più punti lungo il perimetro mentre strade secondarie, a ovest, tengono staccato il Colle Bellaria affacciato sul mare. Senza impedirne una unitaria fruizione.
Del parco urbano si parla in Città fin dai primi anni 2000 come intervento volto alla salvaguardia di una delle residue zone ‘senza cemento’. Molte le idee proposte, rimaste nel cassetto. Il progetto avviato adesso sembra incentrato sulla realizzazione di due aree sportive, una sul pianoro, con parcheggio, campo di calcio/atletica/rugby, tribuna, palestra e spogliatoi, e una più in alto, con un campo di basket/paddle e giochi per i piccoli. In mezzo, restano il laghetto e gli spazi per correre. Si tratta certamente di un’opera interessante per la Comunità. Ma, una domanda pure viene: “non è eccessivo spendere € 20 milioni – a debito – per due campi e qualche spazio attrezzato”? In effetti, benché sia certo che l’inflazione abbia fatto lievitare i costi, sembra una cifra esorbitane rispetto a quello che si andrà ad ottenere. Peraltro, proprio in queste ore, circola la notizia della pubblicazione di diversi avvisi di vendita della gran parte dei nostri beni comuni. Se siamo nelle condizioni di dover fare questo, perché mancano le risorse, appare davvero anomalo che si decida di investire somme multi-milionarie, non disponibili, avendo almeno da recuperare il glorioso Vestuti che, con palestre nel sotto-tribuna, sarebbe utilizzabile per ogni disciplina sportiva.
Così, una riflessione è davvero opportuna. Grazie ad un protocollo di intesa pubblico-privati, e accordi attuativi, si potrebbe ottenere dalla Squadra Granata la realizzazione dell’investimento direttamente ‘nel cuore del cuore della Città’, forse con minore spesa e con maggiori vantaggi di esecuzione, logistici e di vita. Gli enormi capannoni, infatti, potrebbero essere in gran parte conservati e riqualificati come esempio di archeologia industriale. Così, inserendo anche il recupero del Colle Bellaria, si avrebbe a disposizione un unico versante verde di sport, salute e vita, sistemato a ‘bosco urbano’, da Brignano fin sul mare. Per i cittadini sarebbe davvero fantastico utilizzare un parco, da raggiungere anche grazie ad una funicolare, dove passeggiare, respirare, portare i bimbi a contatto con la natura, assistere agli allenamenti della Squadra del cuore, viverne la vicinanza. Una grande scritta sul fronte della collina, a indicare la Sede della Società, sarebbe la prova dell’intenso legame che, a parte i rispettivi interessi, deve comunque unire l’impegno della Società, il cuore dei Tifosi e il benessere della Comunità. Quest’ultima, in verità, non solo eviterebbe spese enormi, ma potrebbe incassare una entrata significativa dalla vendita del terreno, con notevoli vantaggi aggiuntivi.
Sul Colle Bellaria si andava, una vola, a fare i pic-nic. Altri tempi. E, si restava fino a sera, per vedere il Sole gettarsi nel mare e le prime stelle spuntare nel cielo. Chissà che non sia possibile offrire ai nostri nipoti, ai figli non più, le stesse incredibili sensazioni. Con una differenza. A quei tempi, la Squadra disputava la Serie C e, aguzzando la vista, si poteva seguire nel Vestuti. Oggi, è una protagonista della A e si potrebbe toccare con mano. Un motivo in più, per noi, di essere orgogliosi delle nostre scelte, un motivo in più, per loro, di sentirsi fieri di noi.
Alfonso Malangone – Ali per la Città – 09/08/2023
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