NON SOLO FEMMINICIDI: UN AMORE COSI’ GRANDE COME QUELLO DI TINA E NICOLA

 

da Giovanni Falci

(avvocato – scrittore)

In questo periodo in cui le cronache ci propongono quasi quotidianamente le tragiche storie di donne uccise dai loro “compagni” (si fa per dire) in preda a un “amore malato e degenere”, io voglio proporre una meravigliosa storia in controtendenza: la storia d’amore di Tina e Nicola.

Ho trovato, giorni fa, nella buca delle lettere della mia casa di Torraca, una busta gialla imbucata a mano e senza il passaggio dalle Poste, senza francobollo.

All’interno 5 fogli scritti con una vecchia macchina da scrivere manuale, di quelle che si sente il rumore ad ogni lettera che si batte, una di quelle delle “denunce in questura”.

E, infatti, l’autore di quel messaggio era proprio Nicola Perazzo, cavaliere del lavoro e poliziotto in pensione ed ex sindaco di Torraca.

Tutte cariche inutili, usuali e banali in confronto ai sentimenti di cui è capace quell’uomo e che ha voluto comunicarmi: l’amore per sua moglie Concettina scomparsa a febbraio di quest’anno.

Ecco, Nicola è un grande e anche un uomo fortunato perché la disgrazia più grande su questa terra non è non essere amati, ma non amare, come dice Camus “non essere amato è una sfortuna; non saper amare è una tragedia”, e a lui non è capitata né questa sfortuna né questa tragedia  grazie alla tua storia con Tina.

In quella lettera, per la verità un po’ lunga (del resto egli stesso in calce al messaggio si fa autocritica dichiarandosi “grafomane”) ci sono sprazzi di autentica poesia e di grande sensibilità di spirito e onestà intellettuale.

L’amore è una cosa semplice, non è un atto intellettuale e neanche un atto animale; non è un prodotto della nostra carne e della nostra psiche, è un vero miracolo.

Nessuno tra i poeti e i pensatori ha trovato risposta alla domanda: “che cos’è l’amore?”, sarebbe come imprigionare la luce; sfuggirebbe tra le dita.

E’ qualcosa che va vissuto e non solo raccontato, non è una dichiarazione, è una prassi.

Nicola innanzitutto mi ha voluto dire che lui ha vissuto l’amore per Tina in pienezza, il tempo si è dissolto ed egli pregusta l’eternità; egli non teme più la morte e il male.

Poi mi ha detto che si è dedicato a quest’amore con tutto se stesso.

Non si è fermato a metà del guado, non ha lasciato l’opera incompiuta; in una parola non è stato un mediocre che si blocca nel mezzo dell’azione, del pensiero, della decisione.

La sua è stata una lezione di ottimismo che invita a dedicarsi alla propria donna con tutto se stesso; Nicola con Tina non ha esitato per eccesso di prudenza, non ha seguito egoismi per interesse personale.

In quelle pagine mi è sembrato di risentire le parole di una canzone di Venditti, “il coraggio e l’amore”: “l’amore insegna agli uomini/ di non lasciarsi mai,/ di unire le nostre solitudini,/ di non tradirsi mai”.

E allora, venendo all’analisi letteraria del messaggio di Nicola la lirica assume punti altissimi in piccole ma spontanee frasi ed espressioni: quel “vero amore” e quella “vera comprensione”; quella descrizione della “rara bellezza fisica”, dei “modi aggraziati”, dello “sfolgorante e incantevole sorriso”, di quegli “occhi spalancati di gioia” sono momenti di alta poesia.

Sono frasi che escono direttamente dal cuore senza sistemazioni celebrali che le guasterebbero; sono quello che nel campo dell’arte pittorica è andato sotto il nome di espressionismo nel senso di portare fuori ciò che si ha dentro e rappresentarlo anche con tecnica simile a quella dei bambini.

Ecco, Nicola vuole bene a Concettina come vuole bene un bambino, con purezza.

Oggi non c’è più la tua “ragazza”, quella “più ambita a Torraca” e non c’è più la sua mano che stringe la tua nel letto dopo che le rimboccavi le coperte.

Quel gesto che ricorda Nicola nel letto non è mera convivenza, routine (non ne avrebbe avuto memoria, sarebbe stato cancellato), è invece amore che si rinnova ogni giorno e ogni notte e non diventa abitudine che poi si trasforma in schiavitù.

Basta solo un ammiccare degli occhi o un tocco della mano o una parola sussurrata: quando si è innamorati come Tina e Nicola o, più semplicemente, ci si vuole bene come loro, basta un piccolo gesto per dire tutto.

Oggi c’è, nel ricordo, il suo sguardo con gli occhi spalancati di gioia come quando “giocherellava nella curva Viggiani”.

E questo è veramente poesia allo stato puro.

Mi sono dovuto sorbire anche parti “politiche” cui Nicola non sa rinunciare, ricordi della sua esperienza di Sindaco, a parti “ecclesiastiche” e “cattoliche” che neanche condivido e di cui avrei fatto volentieri a meno, ma quei passaggi di prima mi hanno ripagato di tutto e mi hanno fatto sentire un privilegiato dalla sua amicizia.

Voglio terminare, però, contrariamente alla mia natura di laico convinto, con una frase di San Giovanni Crisostomo scritta in una sua omelia sull’amore coniugale: “il marito deve dire alla moglie: ”il tuo amore è per me più dolce e più caro di tutto il resto. Se dovessi perdere tutto, se dovessi soffrire, non avrò paura se solo conservo il tuo amore”.

Mi sembra che riflessione e frase più appropriata alla storia di Tina e Nicola non ci possa essere; questo mi ha detto e scritto Nicola.

Ora che ha perso tutto, ora che soffre e anche prima quando gli è capitato nella sua vita di uomo pubblico di soffrire, Nicola non ha e non ha avuto paura perché conserva l’amore della sua adorata Concettina.

Grazie Nicola per l’emozione che mi hai trasmesso e per la commozione che ne è seguita.

Giovanni Falci

P.S. per favore la prossima volta senza Sindaco, Chiesa e Chierichetti.

 

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *