AA.VV. L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile

 

 

la redazione

 

Questo libro è stato presentato a Torraca, nella serata del 30 giugno in Piazza Olmo dove, in un’atmosfera elegante e motivata, si è trascorsa una serata interessante e soprattutto divertente tra testimonianze e aneddoti spassosi sul carattere delle donne torrachesi e sul rapporto confidenziale coi Santi Patroni del paese.                                                                                                                                         I relatori designati, Luciana Gravina, Rita Gravina, Domenica Iannelli, Giovanni Falci, Ezio Martuscelli, hanno offerto interventi congrui e ben centrati sull’argomento che hanno ben mostrato la situazione attuale dell’emigrazione nella nostra terra del  Cilento.

Pregevole anche l’intervento del giovane Andrea Mancuso, delegato alla cultura dell’Amministrazione di Torraca che, oltre al suo personale contributo, ha portato anche il saluto dei sindaco e i suoi auspici di un’ottima riuscita dell’evento.                        È emerso soprattutto che gli attori principali della diaspora e dell’abbandono sono i giovani che, a differenza di quelli delle emigrazioni precedenti, hanno un livello culturale medio alto e che quindi portano in paesi diversi dall’Italia il loro capitale culturale e professionale, arricchendoli con un know-how di alta qualità e deprivando il nostro, che comunque ha sostenuto un investimento per la loro qualificazione professionale.

Su questo punto l’intervento dell’avvocato Falci ha rappresentato un messaggio di ottimismo perché nella sua relazione ha auspicato un’inversione del flusso migratorio come conseguenza della rivoluzione telematica che sta sostituendo quella industriale.

Uno dei temi oggetto di confronto è stato quello dell’identità e della necessità di prenderne consapevolezza. È questo un problema di ordine culturale e intellettuale che coinvolge tutta la società attuale “liquida e neo-nomade”, come è stato detto da illustri sociologi e filosofi. Dunque, oggi più che nel passato, occorre riflettere su usi, costumi, tradizioni, (usanze culinarie, riti religiosi, luoghi peculiari, particolari rapporti amicali e sociali), e vivere anche queste occasioni con spirito mutato perché moderno. Questo consente di prenderne consapevolezza e acquistare sicurezza per andare nel mondo, confrontarsi e attivare il processo di una costante crescita personale. L’incontro si è terminato con le testimonianze delle donne di Torraca che sono emigrate e sono tornate, dopo aver lottato e sofferto per affermarsi in paesi stranieri, dove spesso sono state riconosciute e apprezzate per il loro spirito imprenditoriale e per la loro creatività.

Anche su queste testimonianze e sul dolore di quelle condizioni c’è stato il richiamo nell’intervento dell’avv. Falci ai “immigrati” di oggi  che in definitiva sono “emigrati” dai loro paesi; nei confronti di costoro bisogna sviluppare uno spirito delll’accoglienza con il ricordo dei racconti tramandatici dai “nostri emigranti”.

Il libro L’emigrazione nel Cilento tra diaspora e ritorno possibile si può definire corale nel senso che è costituito dai contributi di intellettuali e studiosi del Cilento, Angelo Carelli, Pasquale Carelli, Antonella Casaburi, Francesco D’Episcopo, Ferdinando De Luca, Sabatino Echer, Giovanni Falci, Luciana Gravina, Rita Gravina, Domenica Iannelli, Luigi Leuzzi, Pasquale Martucci, Ezio Martuscelli, Angelo Paolo Perriello, Raffaele Riccio, Orazio Ruocco, Michael Shano, Antonio Stanziola. Coordinamento e editing di Luciana Gravina e Ezio Martuscelli.

 

 

 

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