Felice Boccia: l’ultimo viaggio … storia di una vita

 

Aldo Bianchini

Felce Boccia al centro della foto scattata il 23 settembre 2020 (alla sua sinistra Pierino Cusati e sulla destra Franco Biancamano)

SASSANO (SA) – Un mese fa, venerdì 30 giugno 2023, Felice Boccia è andato via, e questa volta, purtroppo, per sempre; lui che sembrava immortale ha lasciato in silenzio questa terra, con dignità ed umiltà, per volare lassù da dove potrà tranquillamente continuare ad osservare e semmai commentare, come sapeva fare soltanto lui, i fatti noti ed anche quelli segreti del centro storico del paese e, soprattutto, di Piazza Umberto 1° sulla quale ha regnato, senza ombra di dubbio, prima come podestà e poi come sindaco per ben 94 anni, pur senza aver mai ricevuto un mandato popolare specifico.

Domenica sera, 30 luglio 2023, è stato celebrato il trigesimo nella Chiesa Madre di Sassano dove molta gente è ritornata per l’ennesimo ed ultimo omaggio al personaggio che fu.

Al rito funebre, svoltosi domenica 2 luglio 2023, era accorsa buona parte del paese per salutare “il personaggio” che stava per recitare il suo ultimo atto terreno.

Personaggio, si perché Felice Boccia (questo il nome del sindaco di Piazza Umberto 1°) è stato ed è, per quanto mi riguarda, un personaggio vero e sempre coerente, nel bene e nel male; un personaggio che sembra essere stato tratto direttamente dalle pagine eduardiane della vita e della storia di tutti quelli che dal secondo dopoguerra ad oggi hanno caratterizzato le variegate fasi della vita associativa dei nostri paesi e dei nostri borghi.

E, dunque, da personaggio quale è stato, nel corso dei suoi 94 anni di vita ha raccolto moltissimi consensi ma anche ostinati dissensi, riuscendo sempre a conservare una ostentata equidistanza dalla politica (anche se il figlio Cono è stato a lungo un politico apprezzato) e dalla vita aggregativa quotidiana.

Eccellente panificatore ha contribuito, con la sua bontà frammista ad uno spiccato senso della solidarietà, alla crescita di intere generazioni, soprattutto quando mangiare un po’ di pane significava non morire di fame.

Essendo personaggio sarà stato sicuramente indigesto per qualcuno; cosa questa che non ha minimamente scalfito l’immagine di quell’uomo dalla maschera eduardiana e dal fascino straordinariamente coinvolgente.

Quante volte, negli anni 80 e 90, io ed altri amici (tra i quali Gaetano Arenare e Pierino Cusati) ci siamo riuniti a tarda sera nel suo forno per commentare gli avvenimenti politici addentando una fetta di pizza cotta al forno a legna, accompagnata da un buon capicollo, salsiccia e un bicchiere di vino.

Non solo per questo mi mancherà, ci mancherà, Felice Boccia.

La sua qualità indimenticabile è stata l’esplosività del suo carattere, schietto – sincero ed a volte brutale, insomma le cose non te le mandava dire, ci metteva la faccia; il suo operato ha avuto sempre una finalizzazione per la difesa dei diritti dei più deboli che si lasciavano andare sotto la sua alla protettiva per ripararsi dai soprusi e dalle incomprensioni, quando all’epoca imperavano i “don”. Per questo era da tutti conosciuto e rispettato come “il sindaco della piazza”. Da quella posizione Felice ha amministrato per molti decenni la piazza come una “cosa sua”, nella quale con molta difficoltà venivano accettati “i non autoctoni” se non dopo un lungo periodo di sedimentazione con le abitudini e le radici dei residenti storici ed abituali del “centro storico” che da molto tempo è stato letteralmente abbandonato a se stesso.

Era un comunista radicale e convinto, per lui o era bianco o era nero; e questo lo h portato spesso a feroci critiche anche verso la sua parte politica, i cui vertici provinciali e regionali spesso faceva apparire sul balcone della sua casa in piazza; era il suo modo di sfidare a viso aperto le lobbie politiche e le caste familiari del paese. Lo apprezzavo moltissimo per questo suo innato spirito di ribellione.

Qualcuno, dopo la sua morte, lo ha ricordato soltanto come “il panificatore sassanese”; Felice non è stato soltanto un panificatore, è stato anche un panificatore, ma ha sempre privilegiato tante altre attività che rispondessero alle richieste ed alle aspettative di quella parte di popolazione meno abbiente che necessitava di una guida materiale, addirittura fisica per l’esplosività caratteriale che lo ha sempre contraddistinto

Per alcuni anni è stato lontano da Sassano e dalla sua piazza; era ritornato a casa nell’estate del 2020 per preparare e pianificare, forse, la sua ascesa finale e silenziosa.

 

 

One thought on “Felice Boccia: l’ultimo viaggio … storia di una vita

  1. Ho conosciuto da sempre Felice Boccia,siamo stati vicini di casa,lo conoscevo molto bene,
    è stato un grande personaggio,unico, per noi del centro storico,’a chiazza’’, di Sassano,’’Felic ru furnn’’, una persona saggia,lavoratore,commerciante per tradizione paterna, padre di famiglia esemplare. Insieme ad altri amici molto spesso d’inverno di sera andavamo a fargli compagnia nel suo laboratorio storico, con un forno a legna, poi trasformato in una versione moderna. Felice Boccia ,un vero Sassanese, nato con la vocazione del sindacalista e con la nobile passione per la politica locale,grazie al suo carattere schietto, difensore dei più deboli e dei meno abbienti,perciò come’’Sindaco della chiazza’’di Sassano, merita un imperituro ricordo e un meritato riconoscimento ufficiale per il suo impegno sociale,disinteressato.

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