da Dr. Alberto Di Muria
Padula- La finasteride rientra tra i farmaci il cui uso è strettamente riservato agli uomini per il suo meccanismo d’azione e impiego. Questa molecola è stata autorizzata al commercio negli anni 90, prima con indicazione urologica nel contrastare l’Ipertrofia Prostatica Benigna, al dosaggio di 5 mg, e successivamente per il trattamento dell’alopecia androgenetica, al dosaggio di 1 mg. Entrambe le condizioni patologiche infatti sono da far risalire allo stesso ormone, il diidrotestosterone, responsabile dello sviluppo dell’apparato riproduttivo maschile e dei caratteri sessuali secondari, ma noto anche per il suo coinvolgimento nell’insorgenza di calvizie maschile e iperplasia prostatica benigna. Il diidrotestosterone è l’ormone androgeno più potente nell’organismo e viene prodotto nella prostata, nei testicoli e nelle ghiandole surrenali maschili a partire dal testosterone, convertito ad opera di un enzima, il 5 alfa reduttasi di tipo II.
La finasteride agisce inibendo proprio questo enzima, producendo così la riduzione dei livelli di diidrotestosterone. Nonostante l’efficacia di questa molecola è stata ampiamente confermata, il peso relativo dei suoi effetti collaterali non è stato ancora del tutto definito. Come ogni farmaco, può causare effetti collaterali lievi e passeggeri comuni che si riferiscono all’apparato genito-urinario, come orticarie, dolori testicolari, pruriti, ginecomastie.
Per questa molecola, infatti, si osservano effetti caratteristici che influenzano la funzione sessuale e la qualità della vita, con effetti quali disfunzione erettile e altri disturbi della sfera sessuale. Ci sono anche effetti che non riguardano l’apparato genitourinario come riduzione delle emozioni e piacere di vivere, mancanza di concentrazione e sintomi psichiatrici quali ansia e depressione, si pensano dovuti alla diffusione nell’intero organismo, anche a livello del sistema nervoso centrale, di varie isoforme dell’enzima 5 alfa reduttasi che viene inibito da questa molecola, provocando gli effetti collaterali negativi.
Solo dopo l’immissione in mercato della Finasteride e grazie alle segnalazioni ricevute sul web da parte dei pazienti stessi, si è potuto osservare la persistenza degli effetti avversi inerenti alla sfera sessuale anche dopo la sospensione del trattamento, arrivando così a definire una vera e propria sindrome, la ‘Sindrome post Finasteride’, in cui rientrano appunto tutti i disordini sulla sfera emotiva e sessuale evidenziati in pazienti che hanno fatto uso cronico di questa molecola. Questa condizione si ripercuote sulla qualità della vita, intaccando la sfera affettiva e relazionale, la sfera psicologica e come conseguenza anche sull’attività lavorativa.
Seppur chi soffre di questa sindrome post Finasteride ha una qualità della vita compromessa, sulla totalità questi rappresentano solo il 3%, il restante 97% delle persone infatti ha effetti benefici dall’impiego di questa molecola.