Il verde pubblico diventa giallo di rabbia per la città

di Salvatore Memoli

(avvocato – giornalista)

Avv. Salvatore Memoli

SALERNO – Nella vita dei cittadini ci sono i disagi e le rassegnazioni. Disagi, in questo caso, per una varietà di disservizi sul fronte della manutenzione del verde pubblico e rassegnazione per la totale inadeguatezza del Comune, in tutte le sue componenti politiche e burocratiche, oltre all’assoluta mancanza di un riferimento. Nel bel mezzo c’é una società romana che si é aggiudicata una gara che fa rabbrividire. Sembra quasi che la città del bando di gara non sia Salerno, che chi ha scritto quel cahier de travail sia uno che venga dalle galassie. Se da un lato l’importo a base d’asta é striminzito rispetto al passato ed alle reali esigenze, la manodopera utilizzata è di un terzo rispetto all’organigramma delle cooperative sociali. Un dato accettato dall’Assessore in un colloquio sull’argomento, durante il quale promise un incremento delle risorse umane. Soluzione lodevole ma totalmente inadeguata alle esigenze della città, perchè il bando di gara non copre i servizi indispensabili. Si tratta di una risposta che letta secondo l’Amministrazione Comunale potrebbe essere una giusta risposta. Vedrete che divulgheranno comunicati che annunciano cose straordinarie! In realtà la situazione è molto più grave di come sembra e ciò per un vizio sostanziale da parte del Comune che praticamente richiede un servizio che non corrisponde alle esigenze di reale manutenzione della nostra Città. È come se il Comune avesse perso la memoria, non avesse più cognizione e contezza di come ha svolto questi servizi per oltre trenta anni! Un fatto grave che se da un lato potrebbe rispondere alle esigenze di contenere la spesa pubblica, dall’altro mette in luce una possibile malafede con cui si vuole offrire non si capisce a chi, oltre all’opinione pubblica, forse ai magistrati salernitani, che prima si spendeva troppo a causa delle coooperative sociali e che nel nuovo corso amministrativo si evitano spese eccessive e si fa economia. A pensare male si corre il rischio di centrare la verità! Ma la realtà è avvilente e mortificante. I capitolati esaminati prevedono la pulizia delle latrine dei parchi a babbo morto! Laddove venivano pulite ogni giorno, più volte al giorno, il problema è stato talmente sottovalutato che puó essere affrontato una volta al mese!  Miracolo salernitano. O tutti i cittadini non fanno più i loro bisogni corporali nei bagni pubblici oppure sono diventati così bravi che puliscono bene le toilettes pubbliche!
Lo stesso si dica per le manutenzioni programmate ed ordinarie diventate cose impercettibili che fanno impallidire la meticolosità e la diligenza dei lavoratori delle Cooperative sociali. Gli stessi, qualcuno dirà, continuano a lavorare ancora oggi. Tutti tranne coloro che conoscono come si deve fare il servizio. Vero ma è cambiato il modello d’intervenire nelle manutenzioni del verde pubblico. Non si semina, non si fertilizza e non si conserva il verde pubblico.  Poi vogliamo dire che prima esisteva un rapporto fluido, quasi padronale, tra Comune e Cooperative sociali, Responsabili comunali e Responsabili delle ditte di manutenzione. Tutte le emergenze, qualsiasi intervento era diventato emergenza, veniva effettuato ad horas, con squadre di pronto intervento, anche senza ordine di servizi ufficiali e soprattutto anche senza contabilità aggiuntive. Non esisteva, a meno di casi particolari, la somma urgenza a beneficio delle Cooperative. Una vessazione naturale che si giustificava con una naturale sincronia dei fini istituzionali. Ovviamente a chi vuole vederci il male non bastano sane motivazioni. Ma era così e le cose erano corrette e funzionali.
Quello che è avvenuto è un terremoto relazionale che, oggi, sembra travolgere l’efficienza e l’efficacia della Pubblica Amministrazione, incapace di assumere misure rispondenti alla rete dei servizi effettivi. Si sentono soltanto demagogia e improvvisazioni. Ma dove sono finiti tutti i brillanti dirigenti e funzionari comunali che hanno fatto epoca e scritto pagine di vita amministrativa che erano fi riferimento per tutte le amministrazioni del territorio? Dove sono quelle belle competenze che garantivano il politico e che completavano le decisioni nel superiore interesse del Comune e degli Amministratori?
La città è sporca, le erbe crescono a dismisura, ovunque c’è rischio per i cittadini, anche per sedersi su una panchina che fa capolino tra le erbacce.
In tutto questo si trova il tempo di accusare la ditta esecutrice dell’appalto, senza avere il coraggio di chiedersi qual é il quadro economico degli investimenti e quali sono i capitolati che si attuano.
Povera Salerno. Sei bella, come una donna che si lava la faccia e si trucca, ma non sente mai il bisogno di una toeletta completa.

 

 

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