Aldo Bianchini
SALERNO – Nella giornata di ieri (20.07.23) questo giornale online ha pubblicato un articolo, a mia firma, dal titolo —Tribunale Sala C.: la politica valdianese come … “a capezza man ‘o zengar”—scritto la fine di raccontare lo spettacolo, più o meno pietoso per non dire simile ad una sceneggiata napoletana nella quale anche Merola si sarebbe trovato in seria difficoltà, andato in scena nel corso del pomeriggio di venerdì 14 luglio scorso.
In quella riunione, da alcuni definita segretissima e quindi impedita anche ai giornalisti, si doveva parlare delle possibilità di riaprire davvero il Tribunale di Sala Consilina che da dieci anni è stato letteralmente scippato in forza di una rivisitazione degli spazi giudiziari che definire idiota è davvero poco.
Si doveva parlare del destino del Tribunale, ho detto, e di quello si è parlato; il problema è che ognuno degli intervenuti, ed a vario titolo, lo ha fatto a modo suo senza minimamente pensare ad elaborare un progetto comune da affidare, semmai, ai due consiglieri regionali del Vallo; mi sembra di rivederli come in una sceneggiata, pancia in dentro e petto in fuori, tutti tronfii e tesi all’autoproclamazione della soggettiva dialettica, anche forbita perché no, e nulla più.
L’avv. Angelo Paladino (noto professionista e vecchio politico del territorio), contrariamente agli altri chiamati in causa, ci ha messo la faccia, anzi anche nero su bianco, e mi ha scritto una lunga e costruttiva lettera:
“”Leggo, con stupore, nell’articolo oggi pubblicato a tua firma, dal titolo “a capezza man ‘o zengar”, la notizia secondo la quale io avrei invitato gli On.li De Luca, Iannone e D’Alessio a partecipare alla riunione del 14 luglio u.s. tenutasi nell’aula consiliare del Comune di Sala Consilina, nella quale si è discusso delle iniziative per la riapertura del Tribunale di Sala Consilina. Bastava informarsi presso l’ufficio di Gabinetto del Sindaco, per sapere che gli inviti sono stati diramati dal Sindaco stesso a tutti i Parlamentari eletti in Provincia di Salerno, al Presidente della Provincia e a tutti i componenti della Commissione Consiliare. L’invito non è stato rivolto ai Consiglieri Regionali, anche se avevo proposto di coinvolgerli, dal momento che sono autorevoli rappresentanti del Territorio e sono stati protagonisti della Legge Regionale contenente la proposta al Parlamento di riapertura del Tribunale di Sala Consilina. La notizia, quindi, è priva di fondamento e mi attribuisce un ruolo che non ho e che non ho mai inteso svolgere. Chi mi conosce sa che ho “il metro in tasca” e non intendo sostituirmi a nessuno. Per quanto attiene, poi, alla nota da me inviata al Dott. Vanni Ritorto, riferita ai locali a suo tempo acquistati dalla Provincia e destinati al Centro per l’Impiego di Sala Consilina, ho inteso solo ricordare tale circostanza all’ignaro ed incolpevole Direttore, come fatto, inutilmente, già altre volte agli Amministratori del Vallo di Diano e della Provincia, per evitare ulteriori sprechi di denaro pubblico, dal momento che la Regione si appresterebbe a spendere i fondi del PNRR per adeguare i locali occupati, impropriamente, nell’ex Palazzo di Giustizia. Ricordo a me stesso che i locali, acquistati 16 anni fa, nel pieno centro di Sala Consilina, restano, inspiegabilmente, vuoti ed inutilizzati, mentre si è provveduto a pagare, in questi anni, fitti a privati per sedi improprie ed, oggi, viene occupato, quasi totalmente, il primo piano dell’ex Tribunale, che si tenta di riaprire per le originarie funzioni di Giustizia. Ho rappresentato questa situazione, avendo piena competenza, dal momento che, nel 2006, ho contribuito, quale Assessore Provinciale, affinchè fossero utilizzati i fondi POR della Regione Campania, destinandoli, anche, al Centro per l’Impiego di Sala Consilina e Vallo di Diano. Ho richiamato, quale cittadino e contribuente, alla responsabilità e alla competenza gli attuali Amministratori, perché si provveda ad utilizzare, finalmente, il Patrimonio Pubblico e la sede propria del Centro per l’Impiego, evitando, altresì, ulteriori danni erariali. La vicenda dovrebbe sollecitare anche l’interesse degli organi di stampa, spesso distratti. Tanto mi preme chiarire e precisare per evitare la diffusione di notizie non vere, imprecise e fuorvianti””.
Premesso che nell’articolo ho utilizzato il condizionale, non deve sembrarvi strano se condivido pienamente quanto scritto dall’avv. Paladino per le ragioni ovviamente legate al fatto, oggi inusuale, di metterci la faccia per raccontare ovviamente la sua verità che non manca di una giusta frecciatina verso la stampa locale definita “spesso distratta”.
Ma la lettera dell’avv. Angelo Paladino mi offre la possibilità di aggiungere un’altra riflessione a quelle già scritte nell’articolo di ieri.
Se il racconto di Paladino risponde al vero, e Paladino è uomo d’onore, dobbiamo prendere atto che almeno una parte della classe politica valdianese è composta dai famigerati “farinielli” che in termini teatrali indica chi recita con una maschera di farina e crede di farsi passare come ‘o figlio ‘e ‘ntrocchia capace di mentire, distorcere, negare, gabbare il prossimo pur di continuare a coltivare il proprio piccolo pezzettino di giardino in barba a tutto ed a tutti, soprattutto in dispregio del bene comune.
Difatti, mi chiedo, e chiudo; assodato che l’avv. Paladino non ha invitato nessuno pur avendo consigliato di invitare Matera e Pellegrino, dobbiamo credere che i tre parlamentari (De Luca, D’Alessio e Iannone) e il consigliere regionale (Matera)si sono presentati nell’aula consiliare di Sala Consilina a sorpresa da autoinvitati ad un tavolo che, forse, doveva essere palestra di esibizione dialettica solo per il sindaco di Sala e dei componenti quella virtuale commissione pro-tribunale che non riesce a partorire un progetto comune.
Peccato che la politica del Vallo di Diano non abbia una capezza.