Il fluoro nei bambini non va sempre bene

da Dr.Alberto Di Muria
Padula Per garantire lo stato di salute orale in età adulta è necessario promuovere corretti atteggiamenti e comportamenti fin dall’età pediatrica, con azioni strategiche che evitino la formazione di carie già da bambini. Nei primi anni di vita fino ai 4-6 anni, la responsabilità di una corretta igiene orale ricade sui genitori, a cui viene spesso consigliato l’integrazione di fluoro sotto diversi metodi di somministrazione, come dentifrici e gel, ma anche latte addizionato e acqua fluorata. Il fluoro è uno dei minerali più abbondantemente presenti sulla terra, nell’organismo si ritrova in grandi quantità nello scheletro, dove fortifica le ossa favorendo il deposito del calcio al loro interno, e nei denti, dove svolge una duplice azione: fortifica la struttura dei denti e agisce da antibatterico orale. Fortifica il dente essendo coinvolto nel processo di remineralizzazione dei denti, e aumenta la resistenza dello smalto dentale, normalmente costituito da cristalli di idrossiapatite contenenti ioni idrogeno, che vengono sostituiti da ioni fluoro formando la fluoroapatite, molto più solida e resistente. Agisce poi come antibatterico per via dell’effetto antienzimatico del fluoro, che impedisce la fermentazione e adesione al dente dello Streptococco Mutans, il principale batterio responsabile della carie. Il fluoro viene quotidianamente introdotto nell’organismo poiché è comunemente presente nelle acque, ma anche in alimenti come il pesce, latte, carne e formaggi, e in alcuni vegetali, ma non sempre si raggiunge il fabbisogno consigliato, che negli adulti si aggira intorno a 1.5-4.0 mg al giorno, mentre nei bambini occorre calcolare 0.05 mg per kg di peso.
Secondo le linee guida del Ministero della Salute, la fluoroprofilassi è importante nella prevenzione della carie, che dovrebbe iniziare quando spuntano i primi denti. Nei bambini dai 6 mesi ai 6 anni viene da queste consigliato l’utilizzo di dentifrici con un contenuto al disotto di 1000ppm di fluoro in dose pea-size, ovvero una punta di dentifricio grande come un pisello.
Utilizzare un dentifricio fluorato prima dei 12 mesi di vita e fino ai 5- 6 anni di età può essere però associato a un aumento di rischio di fluorosi, considerando che, anche involontariamente, i bambini tendono ad ingerire il prodotto, che in presenza di altre fonti aggiuntive, può rappresentare un rischio. La fluorosi si manifesta come macchie o striature biancastre sui denti e aumento di porosità dello smalto per un’anomalia del contenuto dei sali minerali nei denti. La maggior parte delle fluorosi si manifestano in grado lieve, ma resta un danno estetico irreversibile. Le fluorosi di entità grave sono più rare, ma sono vere e proprie intossicazioni da composti fluorurati con alterazioni scheletriche, che possono manifestarsi come addensamento anomale dell’osso, definita osteosclerosi, o mineralizzazione inadeguata delle ossa, osteomalacia; possono manifestarsi singolarmente, o associarsi, in questo caso vengono definite osteofluorosi. L’iperdosaggio di fluoro, accumulato in modo continuativo, è responsabile poi di disordini endocrini.

 

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