dal prof. Nicola Femminella (storico)
Da circa un anno con la prof.ssa Rinaldi abbiamo effettuato ricerche e avuto contatti con l’archeologa Antonia Serritella e l’archeologa preistorica paleoantropologa Moroni Adriana dell’Università di Siena per la costituzione di un Distretto Archeologico del Cilento, relativo ai siti presenti negli Alburni, Cilento, Golfo di Policastro, Vallo di Diano. Ne abbiamo illustrato le ragioni all’interno della sottocommissione “Turismo” istituita dall’ on. Michele Cammarano, Presidente per le Zone Interne, trovando subito un riscontro positivo alla proposta. Successivamente abbiamo avuto un incontro con il prof. Renato Di Gregorio, noto e sommo esperto di pianificazione territoriale, responsabile della Segreteria dell’Associazione del Comuni del Cilento Centrale, che cura con successo le varie fasi poste in essere perché il Consiglio d’Europa approvi e autorizzi un progetto denominato “il “Cammino dei Focesi”. Trattasi di un itinerario culturale composto dalle città fondate dai Focesi tra il VII e il VI a. C. e di sicuro tramite e veicolo di grande rilevanza per le attività connesse allo sviluppo del settore turistico. L’iniziativa è volta a valorizzare e ad attirare cospicui flussi di turisti nel Cilento. Le città, già pronte a farne parte, sono l’antica città greca di Focea, ora turca con il nome di Foça, Aleria in Corsica, Marsiglia in Francia e L’Alchela in Spagna. E tutto lascia pensare che il traguardo sia vicino: valgono le fasi avanzate degli incontri e colloqui avuti tra i rappresentanti delle città citate, le disponibilità dichiarate e i documenti scambiati, mentre altre località, come Pizzo Calabro e Olbia, sono state contattate con uguale esito positivo, perché anch’esse sorte nel Mediterraneo e fondate a opera dei coloni focesi. Nel mese di marzo, in un incontro a Napoli con il Presidente Cammarano, illustrando le due idee/progetto, noi e il prof. Di Gregorio abbiamo ritenuto utile unire i due piani di lavoro, per estendere i risultati positivi insiti nel percorso internazionale alle zone interne e accrescere in questo modo l’offerta turistica da parte dei borghi cilentani che conservano giacenze archeologiche di altissimo interesse. Queste, unite a quelle di Paestum e Velia, fanno del nostro territorio uno scrigno, di certo una star dell’archeologia mondiale. Tale convincimento facilmente si è imposto sui nostri ragionamenti e il 9 giugno abbiamo presentato il progetto, così composto, ai Sindaci intervenuti. Dal 25 al 28 giugno la visita/incontro con una delegazione turca, composta da rappresentanti della municipalità di Foça ha portato ulteriore entusiasmo alle nostre volontà di intenti. Si è conclusa in tal modo la prima fase del nostro lavoro, la più difficile, relativa alla fattibilità del progetto e alla condivisione degli attori interpellati. La seconda fase prevede la costruzione del dossier da presentare al Consiglio d’Europa, secondo i protocolli e regolamenti vigenti, che già il prof. Di Gregorio sta formalizzando con dati e notizie che sicuramente riceveranno una favorevole accoglienza da parte della commissione incaricata di verificare i requisiti richiesti. C’è da compiere l’ultimo atto e riguarda la costituzione del Distretto Archeologico del Cilento: i 35 comuni, con siti riconducibili alle civiltà trascorse, devono aderire al programma con propri atti deliberativi e condividere il progetto, dopo averlo valutato e apportato eventuali contributi migliorativi. Le strategie operative del prof. Di Gregorio vertono su due pilastri: la condivisione e la partecipazione dei corpi sociali presenti nel territorio in cui si lavora per il suo sviluppo. Lo stesso convincimento anima il pensiero mio e della prof.ssa Giusy Rinaldi. A tal proposito abbiamo inviato ai Sindaci lettera, modello di delibera e nota con notizie esplicative, perché possano assumere la giusta decisione. Probabilmente faremo degli incontri per cementare propositi e indirizzi operativi. Le rispondenze già avute mi hanno reso particolarmente appagato. Il progetto è stato preannunciato della Sovrintendenza di Salerno, alla Facoltà di Archeologia di Salerno e ad altre istituzioni e studiosi ed esperti di Archeologia per avere da loro un ulteriore supporto tecnico, avendo già offerto la propria convinta disponibilità. Per tale motivo e per sottoporre alcuni documenti a riguardo all’attenzione della prof.ssa Antonia Serritella, dell’Università di Archeologia di Salerno io e la prof.ssa Rinaldi, avevamo in programma il giorno 10 di questo mese un appuntamento con lei in località Laurelli di Caselle in Pittari, dove da alcuni anni conduce gli scavi su un sito lucano di grande importanza storica e archeologica. Lei puntualmente giunge sul luogo il primo giorno di luglio con i suoi studenti e, nonostante mille difficoltà dovute ai ristretti finanziamenti di cui gode la missione, predispone il campo di lavoro con i suoi collaboratori e continua a recuperare porzioni preziose di storia lucana, di circa 2300 anni addietro, per svelare i misteri racchiusi dalla terra, che con il calore di questa estate rovente diventa calda e dura da rimuovere.
Le sono compagni dei ragazzi straordinari, già dotati di una passione avvincente per la ricerca archeologica, che gioiscono allo spuntare di una traccia della città antica, seppure piccola. Hanno predisposto rudimentali ripari dai raggi del sole, attestati sui 35 gradi; la nostra visita, pur accolta da sorrisi e saluti gioiosi dei ragazzi, non ha prodotto alcuna pausa del lavoro che continua secondo la tabella di marcia. Qualcuno gentilmente rispondeva a qualche nostra domanda, poiché mille erano quelle che sorgevano in noi, osservando i muri perimetrali degli edifici finora venuti alla luce. Giungendo nel caseggiato costruito qualche anno addietro a sostegno dell’area archeologica, vi abbiamo scoperto una lieta sorpresa, inaspettata. Nel salone/laboratorio, c’erano gli archeologi Alexander Sokolicek, Direttore dell’Istituto Austriaco di Atene e Verena Gassner, ex Direttrice Missione Austria a Velia, ospiti della prof.ssa Serritella, per uno scambio di informazioni sul sito e per prendere visione dei lavori in progress. La loro presenza da sola sta a significare l’importanza degli studi e delle scoperte che si stanno conducendo a Laurelli. Con loro abbiamo avuto la possibilità di apprendere varie e preziose notizie a riguardo degli strumenti tecnici per le rilevazioni dei reperti, nonché elementi specifici relativi alle caratteristiche delle abitazioni rinvenute, al fine di approfondire l’importanza storica dell’antico sito e la sua dislocazione sul territorio. Dopo una prolungata visita agli scavi, abbiamo consegnato alla prof.ssa Serritella alcuni documenti del nostro progetto, rispondendo alle sue domande, illustrando gli obiettivi che perseguiamo insieme al prof. Di Gregorio e i risultati sin qui acquisiti, che fanno prefigurare il buon fine dell’iniziativa. È nostra convinzione che il Cilento contiene un bacino di siti archeologici tra i più importanti d’Italia che, messi in rete, possono costituire un sistema in grado di incentivare un forte richiamo turistico, potenziato al massimo grado. Dovranno essere messe da parte le pratiche e le strategie finora seguite dagli amministratori dei Comuni che possiedono tali risorse, fondate su azioni di carattere locale, ognuno per proprio conto, che hanno prodotto finanziamenti effimeri, spesso a pioggia e senza alcun coordinamento tra di loro. È mancata l’iniziativa e la volontà di creare una visione d’insieme, neppure intravista. Tale procedura ha lasciato le condizioni socio-economiche allo stato di partenza, senza alcun cambiamento di rotta e senza incidere sui bisogni di natura economica delle comunità, assalite dai morsi di una emigrazione giovanile in possesso di lauree e diplomi. Il territorio, invece, nella sua indissolubile unità ha bisogno di una progettualità ampia e diffusa, ispirata da una coesione consapevole, fertile e proficua, che unisca patrimoni e risorse che non mancano nei moltissimi borghi nei quali le civiltà trascorse, dall’età paleolitica, passando per quelle dei metalli, e giungendo alle eminenze greche, lucane e romane, hanno lasciato ricchezze inestimabili. I patrimoni archeologici uniti ai tesori d’arte sparsi nei comprensori, ai fenomeni naturali e alle pagine di storia, scritte e impresse sui luoghi, sicuramente potranno fare del Cilento un polo di attrazione, fino a diventare un brand che si affermerà di sicuro in Italia e all’estero. I prodotti enogastronomici, le acque incontaminate del mare e dei nostri fiumi, l’accoglienza gentile, uniti a tante altre risorse e attrazioni daranno a loro volta il proprio contributo per uno sviluppo socio-economico più che possibile. La prof.ssa Serritella ha condiviso molti nostri argomenti relativi al progetto citato all’inizio e ha assicurato, ancora una volta, la sua disponibilità, confermata anche dal suo collega prof. Luigi Vecchio che si è unito a noi nell’ultima parte dell’incontro. Il cammino ci sembra che vada nella giusta direzione e proceda su una strada scorrevole. Nei prossimi giorni, come già detto, organizzeremo incontri di lavoro con i numerosi Sindaci dei Comuni con aree archeologiche. Speriamo si uniscano a noi, dopo aver valutato ogni aspetto del progetto e la portata dei risultati positivi che potrà determinare sul fenomeno dello spopolamento dei nostri borghi. I vasti consensi finora raccolti ci autorizzano a prevedere consapevolezze preziose e impegni condivisi e costruttivi. Serviranno per trovare quelle intese e volontà comuni che sinora, in tante occasioni sono mancate, facendo il male delle nostre genti.