GIUSTIZIA: dopo Delmastro, Santanchè e La Russa … è il turno della Meloni ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Il prossimo 22 luglio il “governo Meloni” compirà i suoi primi nove mesi di vita, un traguardo molto pericoloso “ai fini di giustizia”.

Sono pronto a scommettere che entro quella data (o al massimo entro i 30 gg. successivi) un avviso di garanzia, prima occultato e poi reso pubblico a mod. 21 toccherà anche alla presidente del Consiglio dei Ministri; in modo tale da ridicolizzare la premier in persona che alle prime voci giornalistiche di una indagine a suo carico senza dubbio cercherà di difendersi e di spiegare al Parlamento che fino a quel momento non le è stato notificato alcun avviso per una indagine a suo carico.

Niente paura perché la storia si ripete … sempre; e non appena la premier avrà finito di parlare alla Nazione per discolparsi da tutte le indiscrezioni possibili dichiarando che Lei non ne s nulla e che nessuno avviso le è stato notificato, e giurerà sicuramente sull’onore della sua famiglia, ecco che un solerte funzionario di Procura, fascicolo alla mano, andrà nell’ufficio reati e iscriverà a mod. 21 il nome dell’indagata: Giorgia Meloni; e subito dopo, a meno di 60 minuti dalla conclusione del discorso della premier in Parlamento, arriva il comunicato ufficiale della Procura (qualunque essa sia da Milano a Palermo) per sancire che Giorgia è indagata. Segue la figurella da quattro soldi di un intero governo e tutti si scateneranno alla caccia dell’untore.

Poi si arriverà anche al fatto che un PM buona maniera deciderà, probabilmente, di chiedere l’archiviazione ma, tranquilli tutti, di sicuro vedremo arrivare subito un GIP ad ordinare la famigerata “imputazione coatta”, ed allora oltre al crac inevitabile del governo, questo Paese, o meglio questa Nazione, avrà perso molti mesi di diligente gestione con ricadute devastanti sull’intera economia di un popolo.

E qui, ovviamente, si scatenerà l’ennesima guerra tra la politica e quella frangia di PM che crede di essere ancora in trincea contro ogni governo di centro destra; come se la cosa non facesse perdere voti in maniera catastrofica al centro sinistra. La Schlein e Conte non si scatenino nell’accusare il governo di voler mettere il bavaglio alla magistratura; farebbero meglio a capire che la magistratura è una cosa e quella frangia di pm è altra roba.

Naturalmente il quadro che ho prospettato è assolutamente fantasioso anche se non molto distante dalla realtà; è già successo sia con la ministra Santanchè che con il sottosegretario Delmastro e potrebbe, quindi, ripetersi molto facilmente; in Italia siamo abituati a tutto e di più.

Più che per Delmastro è il disastro della  Santanchè che ha messo in evidenza la “giustizia che gioca a nascondino”, far parlare in Parlamento prima la ministra per poi subito screditarla pesantemente, a meno di credere che la predetta abbia nominato degli avvocati non in grado non solo di leggere il registro mod.21 ma addirittura incapaci di avere entrature in Procura almeno alla pari di quel giornalista al quale gentilmente la Procura ha fornito la notizia ancora assolutamente nascosta. Ma in materia di “fuga di notizie” nessuno si permette di mettere le mani sulle Procure che, come nella fattispecie, ha strumentalmente nascosto per poi desecretare un atto molto particolare.

L’ho scritto già altre volte ma mi rendo conto che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, alludo a Carlo Nordio; non va riformato l’avviso di garanzia o l’imputazione coatta e cancellato l’abuso d’ufficio; qui va ripensato e letteralmente modificato l’Ufficio del PM, altro che storie.

 

 

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