LO STUPRO DEL CERNICCHIARA – ASSESSORE BRIGANTE, PER FAVORE, CI DICA COSA NE PENSA

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – L’immagine dal mare attesta una brutalità incredibile: stanno distruggendo irrimediabilmente la cortina verde che protegge il nostro territorio. I lavori per trasformare la cava del Cernicchiara nel retroporto per il deposito dei container fanno violenza al corpo della Città e ne travolgono l’anima. Senza pudore, senza vergogna e con la complicità degli Amministratori, perché nulla dicono, si sta consumando un vero e proprio stupro. Un atto terribile di potere, di prepotenza, di devastazione, contro ogni regola, naturale e umana.

Il progetto di Porta Ovest, da via Ligea a via Fra Generoso, cioè al piazzale delle autostrade, è finalizzato a fare ‘ascendere’ i tir dal porto, per un dislivello di 110 metri, attraverso due gallerie di circa 2 Km ciascuna. E’ da sperare che il grande ideatore di un’opera così ardita abbia valutato adeguatamene gli scarichi dei camion in fila per 2.000 metri, in salita e con marce ridotte, e abbia provveduto ad assicurare la soppressione di fumi, vapori e odori per evitare di diffondere, all’esterno, i loro malefici effetti. Nessuno può escludere, però, che quelle gallerie possano trasformarsi in maledette camere a gas in caso di blocco forzato del traffico. Chi ne sarà responsabile?  Collateralmente, si sta piallando la cava, per fare l’immenso piazzale retroportuale, e proprio in questi giorni si sta affrontando il progetto per la mobilità che prevede alcune rotatorie, a mezz’altezza, sulle quali volteggeranno i tir. Lo stravolgimento dell’area sarà completato con due assi viari: il primo costruito lungo il costone dell’ex-Seminario, forse anche per ’liberarsi’ della manutenzione del suo Parco, esempio estremo di incapacità e di imperante menefreghismo; il secondo lungo via Fra Generoso. Il rischio frane, di cat. R3 e R4, le più alte, non preoccupa. Ci saranno i muraglioni di cemento ‘ben’ armato. Del resto, si sa: la natura va sottomessa. Se stuprata, è meglio. Il progetto viario simile ad un otto-volante, o a un intreccio di serpenti, è davvero difficile da spiegare. Guardando la foto, ciascuno può impegnarsi a comprenderne la razionalità. Se c’è. Salvo ogni errore.

Così, in una Città carente di servizi per una dignitosa qualità della vita (fonte: 24Ore), con uno squilibrio finanziario causato dal Disavanzo pro-capite più alto d’Italia (fonte: 24Ore) che ha imposto aumenti per tariffe, fitti e canoni (fonte: Bilancio), adesso si vogliono spendere altre decine di milioni per ulteriori opere di interesse privato piuttosto che per risolvere i gravi problemi pubblici esistenti. In più, tutto questo avviene in assenza di una aggiornata riflessione sul rischio di ripetere l’errore fatto per la localizzazione del porto, 60 anni fa.

Il nostro approdo rientra in un nodo logistico complesso, con Napoli e Castellammare, inserito nella rete europea di trasporto ferroviario, TEN-T, destinata a collegare i centri commerciali rilevanti di ciascun Paese. La Linea 5, da Helsinki a Palermo, che transiterà sul ponte di Messina, trova a Nola-Marcianise la biforcazione per Bari-Taranto e per Gioia Tauro-Palermo. Tuttavia, in questa, il nostro porto non c’è, e non può esserci, perché è privo di ferrovia (fonte: RFI), mentre dagli altri scali potranno partire treni della lunghezza fino a 800 metri. Non a caso, Gioia Tauro, divenuto primo approdo in Italia per la movimentazione dei container, è stato dotato di binari fino alle banchine (fonte: PER.eu). Da noi, è disponibile solo il trasporto su gomma che costa molto di più, inquina di più e, soprattutto, non ha favorevoli prospettive per le direttive ambientali. A Castellammare non c’è niente. Zero. Solo passeggeri locali. La sua presenza può considerarsi di facciata, forse per ‘allungare il brodo’.

I dati di lavoro del porto, a fine 2022, sono stati pubblicati dall’Autorità Portuale del Tirreno Centrale, non da un social pizza e fichi, nelle pagg. dalla 15 alla 21 del Bollettino di Dicembre. La stazza lorda delle navi attraccate è diminuita del -10,3% rispetto al 2021 (-2.248.644t); il numero dei Container, calcolati in unità base, è diminuito del -13,7% (-57.304); il numero dei veicoli transitati è diminuito del -9,3% (-49.337); le tonnellate di merce liquida/rinfusa sono diminuite del -15,8% (-2.448.395t). Cioè, è tutto con il segno meno. Sono cresciuti solo i passeggeri (+509.290) e gli arrivi per crociere (+ 51.420). In sostanza, il porto si sta convertendo, da solo, in uno scalo passeggeri e turistico. Una modalità di lavoro che dovrebbe essere obiettivamente riconosciuta per realizzare la sua specializzazione a servizio della cantieristica nautica e a supporto della valorizzazione dei veri punti di forza della Città, ora passaggio di traffici, talora pure illeciti, che lasciano solo le briciole e la parte sporca del lavoro. Senza freni, sono state devastate la storia, la cultura, le tradizioni, la vocazione e l’identità di un luogo millenario. Ora, con il Cernicchiara, si completa un’opera che, forse, tra qualche anno sarà pure inutile.

Non è accettabile che tutto questo avvenga con il consenso di chi è disposto a non vedere, non sentire e non parlare. Ed è stupefacente che per lo scempio del Cernicchiara, area urbana di competenza comunale, ogni decisione sia stata trasferita alla Acamir, Azienda Regionale della Mobilità, che ha pubblicato il progetto e ha curato la procedura d’appalto integrato (progettazione ed esecuzione) per l’intervento (fonte: Acamir). Cioè, salvo errore, sembra che il Comune sia stato ‘estromesso’ insieme all’Assessore all’Urbanistica-Lavori Pubblici che, però, nel Febbraio 2022, proprio per quest’opera, promise in TV un dibattito pubblico per coinvolgere tutti i cittadini (fonte: RTA). Salvo errore, non sembra abbia mantenuto la parola, almeno fino ad oggi, benché si legga tuttora che siamo la Città della Trasparenza, con un Assessore e una Commissione Consiliare che dovrebbero assicurarne il rispetto. E’ un fatto grave. Ma, forse, hanno molte altre cose a cui pensare.

Al Cernicchiara si sta facendo un intervento che segnerà questa Città nei secoli. Benché potenzialmente ‘esautorato’ da Acamir, salvo errore, l’Assessore all’Urbanistica-Lavori Pubblici non può ritenersi esentato dall’esprimere la sua posizione con un linguaggio chiaro, che non sia quello delle risposte a indovinello date sul Fusandola, alcuni mesi fa. Ne va della dignità di posizione. Se i cittadini sono carne da macello, hanno diritto di sapere chi stia girando la manovella della macchinetta trita-tutto. E, anche chi sia il responsabile dello stupro del Cernicchiara. I loro nomi saranno ricordati indefinitamente, come si ricordano quelli cha hanno vissuto dalla parte sbagliata della storia. “Assessore, per favore, ci dica cosa ne pensa”. “Ci faccia sapere da che parte sta”.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 05/07/2023

P.S.: i dati sono sai rilevati da testi disponibili liberamene sul web. Si fa salvo ogni errore

 

 

One thought on “LO STUPRO DEL CERNICCHIARA – ASSESSORE BRIGANTE, PER FAVORE, CI DICA COSA NE PENSA

  1. Denuncia molto tardiva questa di Alfonso Malangone, quando ormai la frittata, o meglio, le frittate sono state fatte o in fase di cottura, e risulta impossibile e non più fattobile ripristinare le … uova di partenza.
    Dove era quando già vemti anni fa e anche in tempi successivi denunciavo la grave irrazionalità del sostema infrastrutturale del porto che continuava ad essere negativamente caratterizzato dalla mancanza di collegamenti su ferro con il corridoio tirrenico. Si insisteva sui trasporti su gomma. Prima con l’infelice Viadotto Gatto, poi con la Porta Ovest, apparsa subito un “enigma” progettuale, specie per quanto riguarda l’inevitabile groviglio di tornanti e rotatorie che si dovrà creare nell’uscita a monte per i raccordi con le autostrade.
    Infatti, ancora non se ne conosce la modalità di esecuzione.
    Avanzai una possibile soluzione di un doppio raccordo in galleria, ferroviario e stradale, del porto con l’agro nocerino-sarnese, molto piu facile da collegare con le rispettive reti nazionali, e soprattutto capace di apportare una tangibile efficienza ed efficacia operativa alla mobilità a servizio dello scalo commerciale di Salerno.
    Non so se per “distrazione” o per motivazioni che mi rifiuto di conoscere, non mi pare che il problema fosse stato oggetto di dinattiti neppure in sedi competenti e delegate alla gestione dell’operatività del porto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *