CULTURA e SALERNITANITA’: tutti (o quasi) agli ordini del capo ?

 

Aldo Bianchini

De Giovanni e Quagliariello

SALERNO – Ormai il copione è noto come nel remake di un vecchio film che ad ogni costo viene riproposto; non so come sia possibile non accorgersi che quando parla il capo (nella fattispecie “il kaimano”) tutta la strada è già stata spianata da attenti ed ubbidienti squadristi della politica e dell’informazione.

La mancata presenza a Salerno di Maurizio De Giovanni e la mancata presentazione del libro di Gaetano Quagliariello ha scatenato l’ardore sommerso delle “milizie occulte” della presunta sinistra che circonda il governatore ed ex sindaco Vincenzo De Luca: tutto pianificato nell’attesa della parola del P.M. (Pontifex Maximus) ?

Se dovessi rispondere non avrei alcun dubbio, e direi “SI”, è stato tutto pianificato dopo l’appello dei due consiglieri comunali Antonio Cammarota e Roberto Celano che avevano avuto l’ardire di porre alcune domande, assolutamente legittime, sull’opportunità della presenza a Salerno del mitico scrittore Maurizio De Giovanni dopo le provocazioni verso la tifoseria granata lanciate già nel corso del 2022.

Mancava il tocchetto magico che puntuale è arrivato con l’intervento del sindaco Enzo Napoli (strana coincidenza con il nome di Napoli città) che con un colpo di spugna ha cancellato non soltanto lo storico detto “Si Saliernteness‘u puort‘, Napule fuss’ muort’” ma ha occultato con una sicura strategia politica anni e anni di campagne popolari-elettorali del proconsole di Salerno Vincenzo De Luca contro la Napoli di Bassolino (prima come sindaco/ministro della metropoli e poi come governatore della regione) che ha regnato incontrastato per un ventennio sulla “Campania felix” che De Luca è riuscito a conquistare soltanto alcuni anni dopo la caduta del regnante.

Non so come sia stato possibile per le milizie occulte dimenticare la violenza degli attacchi, fin di primi giorni del suo primo mandato sindacale nel 1993, contro il cosiddetto “napolicentrismo” (e nel napolicentrismo c’era anche, se non soprattutto, la cultura nella quale hanno sguazzato per anni anche i nostri presunti “uomini di cultura”) andando subito contro corrente rispetto all’area metropolitana salernitana ideata da Carmelo Conte non per combattere Napoli ma per competere in maniera corretta con la metropoli partenopea; ma anche gli attacchi personali, più che violenti, contro Antonio Bassolino definito addirittura “il barbiere di Afragola” in uno dei tanti deliranti interventi televisivi monocratici.

Nella vicenda è intervenuto anche l’ex sindaco Aniello Salzano che, come spesso accade, ha criticato aspramente solo una faccia del problema considerando gli interventi di Cammarota e Celano (per quest’ultimo molto più pesante): “Reputo quanto accaduto di una gravità enorme e ritengo che non possano passare sotto silenzio certe prese di posizione e alcune dichiarazioni dei giorni scorsi. Soprattutto se provengono da persone impegnate nelle Istituzioni. Vanno invece stigmatizzate e condannate con fermezza ed assoluta intransigenza. Non si può né si deve tacere, facendo finta di niente, davanti ad atti di intolleranza e protervia, che si potrebbero definire di puro stampo squadristico. Non si può essere omertosi. Ne va del buon nome della città di Salerno”.

Per carità tutto legittimo perché tutti hanno diritto ad esprimere il proprio pensiero; suggerirei, però, ad Aniello di tener conto nella sua prossima analisi che esiste anche l’altra faccia del problema; ed è questa seconda faccia che è assolutamente più squadristica e violenta; e di non dimenticare, ovviamente, le lunghe battaglie decennali di Vincenzo contro Antonio, il napolicentrismo e la napoletanità che, lo si voglia riconoscere o meno, hanno educato intere generazioni salernitane contro la reale egemonia di Napoli su Salerno.

Ora il kaimano è cambiato; probabilmente perché continuare a parlar male del napolicentrismo potrebbe costargli il terzo mandato a governatore ?

 

 

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