Aldo Bianchini
SALERNO – Quando un cosiddetto “uomo di cultura” diventa “uomo d’affari” e si arricchisce, spesso anche senza meriti particolari ma soltanto sull’onda della tendenza del momento (breve o lunga che sia), diventa inevitabilmente inviso ai più; non ne parliamo quando a ciò si aggiunge l’arroganza del (ripeto !!) cosiddetto uomo di cultura che crede di poter fare e dire tutto ciò che vuole, in questi casi la gente comune alla fine si rompe le scatole e reagisce come Cristo comanda, arrivando a mandare letteralmente a quel paese il personaggio montato e pompato solo perché, semmai, qualcosa da lui creato con qualche libro diventa oggetto di serie cinematografiche o televisive.
Purtroppo di questi personaggi ce ne sono tanti, e tutti sbocciati dalle falsificanti esigenze editoriali per fare soldi; certo, non si può non evidenziare che i predetti personaggi (non tutti !!) siano dotati di qualche fortunata vena della scrittura, sarebbe da sciocchi non ammetterlo, ma non essendo “veri uomini di cultura” e neppure semplicemente “uomini veri” si montano subito la testa e spruzzano veleni in tutte le direzioni. Ovvero si muovono sul territorio come facevano gli antichi predicatori; ma quelli rimanevano sempre umili e corretti, i nostri sono sempre scorretti, a volte scurrili e molto spesso affaristi con i soldi pubblici.
Mia nonna paterna, l’indimenticabile Brigida, nei primissimi anni ’50 spesso ripeteva il solito ritornello “Aldo, Aldo … quando il grasso arriva al cuore”, volendo con questa espressione significare che gli atteggiamenti degli uomini mutano a seconda delle loro condizioni economiche; peggio ancora quando dal nulla assoluto diventano qualcuno e cominciano a vedere qualcosa di soldi. Tutto questo secondo la mia nonna conferiva e conferisce all’uomo una tale arroganza che spesso sfiora l’indisponenza e la cafonaggine, per non dire altro.
Va detta, comunque, un’altra cosa, gli uomini di cultura di un tempo erano pochissimi e venivano etichettati tali soltanto dopo vasta dimostrazione delle loro qualità culturali, sociali e umane; e morivano quasi sempre tutti in povertà. Quelli di oggi vivono nell’agiatezza più completa, anzi vivono da ricchi se non da straricchi, con tutti i difetti che un ricco o uno straricco crede di potersi concedere.
Ma quelli di oggi, contrariamente a quelli del passato, hanno un problema abbastanza grosso: la politica li ostracizza metodicamente, salvo casi rarissimi, e li esclude da ogni percorso costruttivo, nel senso che nella quasi totalità dei casi non affida a loro la risoluzione politica dei problemi.
Anche se, poi, loro riescono a foraggiare le loro tasche grazie alla politica che, per interessi molto diversi e legati al consenso, concede una mare di contributi alla varie associazioni pseudo culturali che si muovono soltanto per presentare libri che nella maggior parte dei casi sono libri di poesie che, ormai, hanno rotto le scatole anch’essi.
Per trovare oggi un vero uomo di cultura è necessario riesumare la mitica lanterna di Diogene; dico questo perché se un “uomo di cultura” (autoproclamatosi tale ?) come Paolo Apolito va ancora alla ricerca dell’essenza della “salernitanità” ed entra in vicoli stretti pur di dare una mano all’amico Maurizio De Giovanni, vuol dire che siamo davvero alla frutta. Così come Andrea Di Consoli (scrittore, giornalista, critico d’arte) che nella sua pur convincente disamina dei fatti dimentica di dire (forse nessuno glielo ha raccontato) quanto è successo poco più di un anno fa quando il mitico De Giovanni offese la squadra di calcio ma anche l’intera città.
Sul caso di De Giovanni, che spara spesso a zero contro i salernitani, la salernitanità e la Salernitana (il consigliere comunale Antonio Cammarota ha fatto benissimo a scagliarsi contro) si sono pronunciati in tanti; e tra i tanti anche diversi presunti uomini di cultura.
Io che non sono un uomo di cultura e, purtroppo, neppure di affari, se potessi innalzerei alle tre porte della città cartelli simili al mitico striscione che i tifosi del Napoli sbandierarono nel San Paolo ai tempi di Maradona “Giulietta è na zoccola” per chiudere tutte le polemiche pregresse con i tifosi veronesi; anche perché a me come a tutti gli uomini senza cultura e per niente affaristi cosa ce ne può fregare se un personaggio come De Giovanni, indignato, non viene a Salerno: “ma ci facesse il piacere …”.