L’INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA,UNO DEI PILASTRI DI UNO STATO DI DIRITTO. P

 

da Pietro Cusati (Giurista- Giornalista)

 

 

 

 

 

 

 

Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio all’ANM :’’Non c’è stato e non ci potrà essere alcun atto ministeriale che possa mettere in discussione l’indipendenza e l’autonomia della magistratura patrimonio irrinunciabile della nostra democrazia’’. Il Presidente dell’Anm. Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia ha risposto al ministro Nordio sulla separazione delle carriere : “nessuno, meno che mai i magistrati, pensa di condizionare nessuno, meno che mai il Parlamento” .La direzione in cui da anni si incamminano le riforme sulla magistratura ci sta allontanando progressivamente dal disegno della Costituzione. Secondo Santalucia la prospettiva che prende sempre più consistenza è che la successiva tappa di questa continua esperienza riformatrice segni un ulteriore distacco da quella complessiva, essenziale, architettura. In gioco è un bene collettivo, di cui al più i magistrati possono essere custodi, attenti custodi che avvertono il dovere di lanciare l’allarme ove si avvedano che quel bene viene messo in pericolo. Il bene a cui alludo è l’indipendenza dei magistrati, come singoli e come ordine, dal Potere politico”. Lo ha detto Santalucia,a proposito dell’iniziativa disciplinare promossa dal ministro della Giustizia nei confronti dei magistrati di Milano per il caso Uss, aprendo l’assemblea a Roma degli iscritti. L’iniziativa disciplinare nei confronti dei giudici della Corte d’appello di Milano che si sono occupati del caso Uss non costituisce ” ‘un precedente non rassicurante’, come voi temete. E questo perché, come ho detto dal Palazzo di Giustizia di Milano, “non c’è e non c’è mai stata una contrapposizione”. C’è stato invece da parte del Ministro “l’esercizio di una prerogativa, nel rispetto dei doveri e delle funzioni attribuite dalla Costituzione”. Lo ha scritto  il ministro della Giustizia all’Anm. Nel bilanciamento tra i poteri, a tutela del cittadino, “va ricondotta anche la prerogativa del Ministro del potere-dovere di intervenire, in una situazione in cui sia ravvisabile una condotta che potrebbe essere disciplinarmente rilevante”, sottolinea Nordio. “Il punto non è mai stato l’interpretazione delle norme o la valutazione del fatto o delle prove, che non possono dar luogo a responsabilità disciplinare. Lo sappiamo tutti benissimo. Il punto non è mai il merito di un provvedimento”, precisa il ministro. “Ciascuno di voi sa che le decisioni, prese ogni giorno nell’applicazione della legge e secondo coscienza, possono essere in altra sede confermate, modificate o ribaltate – rileva ancora Nordio – . Saranno dunque il Procuratore generale della Cassazione – ed eventualmente – il Csm a verificare il rispetto delle regole di deontologia giudiziaria, conseguenti – per dirla con Luigi Ferrajoli – alla natura cognitiva della giurisdizione”. “Non c’è stato e non ci potrà mai essere alcun atto ministeriale che possa mettere in discussione l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, patrimonio irrinunciabile della nostra democrazia”. E’ quanto assicura il ministro della Giustizia Carlo Nordio .

 

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