scritto da Salvatore Memoli
per “leCronache.it”
SALERNO – Quella della manutenzione del verde a Salerno diventa una querelle senza fine. Da qualche tempo la città ha perso il suo naturale aplomb, strade pulite, parchi accessibili, manutenzioni di giardini sottoposti ad interventi qualificati, programmati e continui, in caso di necessità, sono un ricordo del passato.
La storia ha una sua tranquilla routine fino a quando non si rompono le giarretelle ed i politici cominciano a litigare, a gettare sospetti e denigrazioni sugli affidamenti, auspicando spacchettamenti e moltiplicazioni di interventi e di ditte incaricate. Tutto in casa della sinistra o sostenitori della maggioranza. Cosa loro che non trova la soluzione che la buona politica è in grado di trovare.
La vita diventa difficile per tutti, ancor più complicato di quanto non lo fosse mantenere un equilibrio in un settore vitale della vita amministrativa.
È qui che cominciano i problemi e si deve capire che cosa sia successo. Tutto viene lasciato nelle mani di tecnici senza le dovute indicazioni politiche. La vicenda giudiziaria è nata su una confusione. I giudici non aprono inchieste se non hanno argomenti che li motiva a investigare, capire, reprimere comportamenti penalmente rilevanti.
E poi non si fermano al sentito dire, approfondiscono, raccolgono testimonianze, confidenze, illazioni per
trovare indizi e prove. Evidentemente la vicenda del verde pubblico e delle cooperative che se ne occupavano era implosa oltre misura, destava allarme e sospetto. Quindi, i giudici hanno fatto il loro lavoro, magari sono stati mossi da una preoccupazione incalzante. Avevano il dovere di capire, se nessuno aveva fornito loro chiarimenti e prove che potevano giustificarne un ridimensionamento delle loro ipotesi investigative. Peccato che nell’inchiesta sono rimaste le persone che meno potevano o sapevano come risolvere correttamente il problema.
Chi doveva chiarire queste cose alla Procura, in un rapporto istituzionalmente corretto e propedeutico all’accertamento della verità?
Chi doveva è rimasto “prudentemente” lontano ed attento a non compromettersi.
Perchè? La bravura nell’evitare i danni giudiziari non ha equivalenza con la bravura politica.
Intanto dalle carte investigative viene fuori che chi aveva interesse ha parlato, anzi ha sostenuto ipotesi che non sembrano trovare fondamento. Ma il problema non è l’aspetto giuridico che troverà la sua corretta soluzione. Il vero problema è la politica che non è più capace di guidare i suoi processi, anche quelli meno complessi. Non li sa guidare o non li vuole guidare? Tra queste ipotesi c’è la possibile intenzione di mandare tutto in soluzione giudiziaria, così per dire che la giustizia ha detto ed ha fatto! Ma questa è la morte del primato politico, di quella autorevole, referenziata, autonoma e capace di riequilibrare le fughe di certi personaggi.
A me pare che la vicenda delle cooperative sociale si sia voluta consegnare nelle mani dei giudici. Solo un’indagine forte poteva legittimare il cambiamento delle regole.
Se questa ipotesi dovesse avere un solo briciolo di veridicità, c’è da capire, valutare e giudicare il grado di tenuta della sinistra salernitana che svuota la storia operaia, sociale, delle cooperative e dei movimenti ad essa collegati. A Salerno si è sottovalutato l’errore che si commetteva scaricando le cooperative sociali, i suoi protagonisti, una fetta di lavoratori più indifesi e meritevoli di tutela.
La sinistra è stata sinistra per il movimento delle cooperative, ne ha preparato la morte e gettato al ludibrio la sua lunga storia che aveva superato ben altre prove, trovando solidarietà e sostegno anche nei governi democristiani.
De Luca deve riflettere su tutto questo se il filo del discorso non porta ad una regia maldestra e maligna.
In un contesto così pieno di contorte anomalie forse a qualcuno poteva ritornare utile sostituire un’organizzazione ad un’altra. Il verde doveva diventare più rosso, quel rosso intonso che non ammetteva il riconoscimento di interlocutori forti, competenti e non più fidelizzati, come si auspicava.
La storia ci dirà!
Intanto non credo che De Luca possa prendersela con Natella. L’assessore ha gestito come ha potuto una patata bollente, senza il supporto di tecnici bravi che il Comune ha e che non sono stati interpellati per un capitolato omogeneo, corretto e che tutelasse i cittadini e i lavoratori. Sembra che il Comune abbia voluto un colpo di spugna. Per ora paga di più, per servizi resi e per minore personale utilizzato. Domani chissà! Ma i soldi dati per un organico dimezzato non sono un dispendio di risorse pubbliche?
Nessuno parla! Nemmeno i cittadini che sanno bene che la manutenzione di parchi, giardini e resto di verde pubblico non è più la stessa, che topi e serpenti hanno un habitat più confortevole e che le prospettive non sono rassicuranti.
Tutte angustie che valgono bene il risultato di reset politico e amministrativo del settore?