Aldo Bianchini
SALERNO – Fin d piccolo mi hanno insegnato il detto “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”, ed è un detto che, oggi più che mai, si adatta benissimo alla situazione deprecabile venutasi a creare nella Torre del Cuore di Salerno per l’andata via dalla cardiochirurgia di due medici, professori Severino Iesu e Generoso Mastrogiovanni.
Il detto si adatta perché tutti quelli che sono intervenuti fino ad ora hanno mentito sapendo di mentire ed hanno artatamente nascosto che l’andata via dei due noti cardiochirurghi è dovuta innanzitutto al loro imminente pensionamento; poi ci saranno anche questioni organizzative interne, ci sarà l’intromissione politica del governatore Vincenzo De Luca, ci sarà pure che De Luca voglia favorire ad ogni costo il suo pupillo dr. Enrico Coscioni, ecc. ecc.; ma questo però appartiene alla schizofrenia della politica, il dato certo è uno soltanto: i due vanno via perché prossimi al pensionamento (forse anticipato di qualche mese e comunque senza alcun rischio sugli emolumenti pensionistici).
Come ho già scritto agli inizi dello scorso mese di aprile, mi vedo costretto a ribadire che nel corso di questo anno, secondo la legge (che io ritengo ingiusta, ma è così) Severino Iesu raggiunge il 1° agosto i limiti di età per rimanere nel servizio pubblico, quindi “deve” andare via come accadde nel 2015 anche per il suo maestro Di Benedetto. Dall’altro lato c’è Generoso Mastrogiovanni (che ringrazio ancora per la interlocuzione scritta che ebbe con me -insieme a Antonio Panza- nel gennaio 2017 sulla continuazione del sogno dibenedettiano) che ha rassegnato le dimissioni dal servizio beneficiando dell’accesso anticipato a pensione in facoltà di cumulo, con ultimo giorno di lavoro il 31.7.23.
Entrambi, con una scelta assolutamente legittima, hanno deciso di andare via, sicuri anche del fatto che dal punto di vista pensionistico-previdenziale non perdono neppure un centesimo e non devono imparare niente da nessuno.
Fa specie, però, che oggi in tanti si rizelino per l’andata via dei due professori; è il caso di ricordare che quando andò via Giuseppe Di Benedetto (maestro di entrambi) nessuno dei due mosse un dito o si impegnò per fermare in servizio, anche con una convenzione, il papà della cardiochirurgia salernitana. E nessuno parlò della fine della cardiochirurgia a Salerno per l’andata via del suo fondatore. Ma allora, ovviamente, non c’era tutta questa manfrina di squallida politica. A breve ripubblicherò la interlocuzione, di cui prima, che ebbi nel 2017 con Mastrogiovanni e con Panza, che è illuminante.
Nell’attesa mi rivolgo all’on. Aurelio Tommasetti (consigliere regionale della Lega e già magnifico rettore dell’Unisa) per ricordargli il detto nel titolo (non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire) e invitarlo ad aggiornarsi sulla posizione previdenziale dei due cardiochirurghi prima di sparare a zero contro la evidente dittatura deluchiana in campo sanitario.
Da questi interventi strampalati del cdx sulla sanità campana capisco perché il governatore non degna manco di uno sguardo i suoi avversari che agitano un tempesta in un bicchier d’acqua, visto e considerato che fra qualche mese sarebbero dovuti andare via entrambi i cardiochirurghi.
Ma è proprio vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.