Aldo Bianchini
SALERNO – Qualche giorno fa nei saloni del Saint Joseph Resort di Via S. Allende di Salerno (che in questo periodo va alla grande e fa tendenza !!) si è consumata la cerimonia, molto soft – garbata e sentita, per la consegna della pergamena e del logo d’oro originale dell’Ordine dei Medici e Odontoiatri della provincia di Salerno ai professionisti che quest’anno hanno raggiunto i 40, 50 o 60 anni dalla laurea.
Tutti personaggi di varia caratterialità ed anche provata umanità, e c’è anche chi da sempre viaggia nel fantomatico mondo dell’ego con la puzzetta sotto il naso, rimpiangendo il preistorico periodo in cui ad ogni medico spettava di diritto l’appellativo di “don” che andava ben oltre le personali capacità umane e professionali. Era un segno di casta; poi, anche se con grosso ritardo, è arrivata la cosiddetta democrazia che ha messo in fila tutti dando un taglio netto a quei privilegi davvero ingiustificabili, anche se moltissimo rimarrebbe ancora da fare per sradicare quell’alone di “unzione del Signore” di cui tantissimi medici e quasi tutti i magistrati si sentono preferiti destinatari.
Ma c’è anche chi (e nel Saint Joseph Resort erano in tanti) “nel corso della sua lunga carriera ha macinato quattro milioni di chilometri come il dr. Pietro Iannicelli. Chi è stato testimone diretto della rivoluzione della legge Basaglia, adoperandosi per celebrare un matrimonio in un istituto psichiatrico. Chi ricorda, come se fosse ieri, l’attimo in cui è riuscito a strappare alla morte una giovane vita, chi ancora combatte al fianco dei bisognosi e chi confessa la sua disillusione per una sanità che la cattiva politica ha martoriato” (fonte Il Mattino, ed. 23.04.23).
Su tutti e su tutto si stagliano le immense difficoltà del settore su cui l’ottimo presidente dell’ordine dr. Giovanni D’Angelo (come già fatto in passato) ha incentrato la sostanza del suo intervento: ““I rapporti tra noi e l’utenza sono al minimo storico e non per colpa nostra tuona. C’è penuria di personale a tutti i livelli e i tagli più sensibili si continuano purtroppo a registrare al Sud, con un divario fino a 6-700 euro pro capite, nonostante un terzo della popolazione può rivolgersi solo ed esclusivamente alla sanità pubblica. Senza contare la continua fuga di cervelli e il malessere generale che spinge tanti pazienti a prendersela con i medici” (sempre fonte Il Mattino).
Su quest’ultimo aspetto del pessimo rapporto tra medici e pazienti è intervenuto anche il vice presidente dr. Attilio Maurano (del quale scriverò direttamente in un prossimo articolo) che ha annunciato la decisione dell’Ordine di costituirsi parte civile nei procedimenti di questo tipo; sono perfettamente d’accordo con Maiurano ma a patto che la stessa classe medica trovi la forza e il coraggio di denunciare ed isolare le “mele marce” che inquinano, soprattutto nella sanità pubblica, il rapporto sanitari-pazienti.
Ma ritorno rapidamente alla dichiarazione del presidente D’Angelo il quale non è nuovo a queste che sembrano delle uscite fuori dal tempo; lui ha il coraggio di affermare che quel rapporto è al minimo storico aggiungendo, però, che non è colpa dei medici ma del sistema che non fornisce tutti i mezzi necessari; e cosa più importante non ha parlato più della sana formazione dei medici come aveva detto più volte nel recente passato senza pendersela sempre con quel detto di “datemi una leva e solleverò il mondo”, e qui la leva sta per i mezzi che non arriveranno mai.
Perché, mi chiedo, non dire la verità fino in fondo, costi quel che costi, e cioè che la classe medica deve darsi in fretta una regolata generale con una veloce ripassata del codice deontologico e del giuramento di Ippocrate, così come l’enorme platea di pazienti dovrebbe capire che l’epoca dei “medici don” è finita da tempo e che la democrazia esige sempre, e comunque, una ragionata riflessione; non di meno la stessa stampa deve abbandonare il tempo degli “strilloni di strada” che eclatavano le notizie cattive per qualche soldino in più.