LAGONEGRO: trionfo della Iannibelli, per ora … sotto il sorriso beffardo dei giudici del CdS

 

Aldo Bianchini

Avv. Concetta Iannibelli - candidata sindaco di Lagonegro

SALERNO / LAGONEGRO – Credetemi, io sinceramente non so se sorridere o ridere addirittura come avrebbero fatto, in sede giurisdizionale, i cinque alti- magistrati della seconda sezione del Consiglio di Stato (Dario Simeoli, Giovanni Sabbato, Giancarlo Carmelo Pezzuto, Alessandro Enrico Basilico, Ugo De Carlo), che non sono giudici ragazzini (come diceva Cossiga);da fonti ancora tutte da verificare i cinque togati l’avrebbero messa sul ridere quando hanno delegato il consigliere estensore Giovanni Sabbato di vergare poche righe per riammettere, senza indugio alcuno, la lista “Lagonegro libertà e progresso” che vede come candidato sindaco l’avv. Concetta Iannibelli nella competizione elettorale amministrativa di Lagonegro.

Tra il serio e il faceto il giudice estensore ha inteso, però, dedicare ben otto pagine, facendo anche voli pindarici e filosofici tra leggi – leggine – decreti – sentenze e quant’altro per arrivare, con molta determinazione al nocciolo del problema che si muove tutto intorno alle note scritte da un anonimo ma professionalmente molto preparato ed efficace “segretario comunale” che in tempi non sospetti aveva messo nero su bianco per attestare prima la presenza negli uffici comunali dei presentatori della Iannibelli e poi per dichiarare che comunque qualcosa non aveva funzionato alla bisogna in un momento cruciale come quello che da sempre è l’orario di scadenza per la presentazione delle liste.

E questo si sarebbero chiesti, guardandosi stupiti tra loro, i cinque giudici del CdS: “Possibile che una cosa così semplice sia sfuggita alla Commissione Elettorale, alla Prefettura, al Ministero ed anche al TAR (che ormai è diventato quasi come un inutile orpello in un sistema giudizio già di per se molto complicato) ed alla stessa diretta concorrente alla poltrona di sindaco dott.ssa Maria Di Lascio”. Delle due l’una, aggiungo io, o quel punto nodale è sfuggito oppure è stato opportunamente ignorato, perché non è possibile che in questo Paese per una cosa così elementare e/ per negligenze istituzionali si debba per forza attivare un percorso farraginoso che fa ridere il mondo intero oltre ai cinque alti-magistrati del CdS.

Se i titoli dei giornali servono a qualcosa mi corre l’obbligo di sottolineare l‘eccellente titolo di “leCronachelucaane.it”: “TAR e Prefetti, che mazzate” che sintetizza alla perfezione quanto sto scrivendo; personalmente avrei anche aggiunto che in questi casi così palesemente chiari il Consiglio di Stato non dovrebbe limitarsi soltanto alle “mazzate”, dovrebbe invece cominciare a porre seri interrogativi sull’efficienza professionale, e quindi sulla conservazione del ruolo, di tutti gli attori che hanno contribuito a quella che non esito a definire “la sceneggiata lucana alla napoletana”. Ma si sa, da noi esiste il diabolico “libero convincimento”, e non solo dei magistrati.

Non conosco l’avv. Concetta Iannibelli ma da come si è mossa, con solerzia e professionalità, capisco che molto probabilmente, da ottimo avvocato qual è, quando si è accorta della trappola in cui la stavano facendo cadere si è ben guardata dal fuoco nemico, ma anche da quello amico, e si è ribellata contro tutti e, per il momento, ha vinto una grossa schermaglia politico-giudiziaria; poi deciderà il popolo, sempre sovrano, chi dovrà sedere sulla poltrona di primo cittadino.

Comunque nessuno gridi alla vittoria, né pro e né contro, in quanto i pronunciamenti dei giudici con intromissioni nella politica sono, molto spesso, deleteri ma non per chi li subisce; questo mio pensiero lo chiarirò nel prossimo articolo dedicato a Lagonegro – Scafati e Muro Lucano attraversati da tremende similitudini giudiziarie.

 

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