da Angelo Giubileo
(avvocato – scrittore)
Il governo Meloni è in carica da sei mesi, e purtroppo tra gli italiani non sembra ancora cambiato il sentiment, come direbbero gli inglesi, che ci ha portato a questa scelta, essenziale e improcrastinabile per il destino del nostro Paese.
Sono passati ormai trent’anni da quando l’Italia – con la caduta della Prima Repubblica e l’inizio del progetto di costruzione dell’Unione Europea – ha iniziato un percorso di declino economico e sociale con risultati assai negativi che ora con ogni evidenza sono sotto gli occhi di tutti. Nel corso di questi trent’anni, la maggioranza degli italiani non si è affatto resa conto del processo di disgregazione che era stato avviato e di cui, a conti fatti, hanno in qualche modo beneficiato altri Paesi, e in particolare la Germania, la Francia, la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Cina.
E dunque, allorquando il declino del nostro Paese è divenuto manifesto, gli italiani hanno scelto di cambiare un andazzo che durava già da troppo tempo e inoltre si sono illusi che cambiare sarebbe stato facile e soprattutto avrebbe prodotto fin da subito un cambio totale di direzione. E invece c’è da dire che il governo Meloni ha immediatamente avviato in Italia essenzialmente un cambio di mentalità positivo; che, tuttavia, oltre nuovi rapporti politici da costruire in ambito internazionale con le Comunità a cui abbiamo accennato, deve necessariamente e quindi soprattutto fare i conti con l’emergenza trentennale di un fabbisogno economico, che necessita di nuovi rapporti commerciali in aggiunta alle nuove relazioni politiche ed economiche con le Comunità medesime.
Ed è esattamente questo il lavoro che il governo Meloni sta facendo – insieme al Capo dello Stato e alle grandi forze produttive del Paese – in particolare, ma non solo, con il Piano Mattei per l’Africa. Lo scopo evidente è quello di far tornare l’Italia protagonista, e soprattutto nell’area del Mediterraneo, in quel Mare Nostrum per il quale storicamente, tranne negli ultimi trent’anni, siamo stati da sempre un faro e una guida.